5 startup per Forbes raccontano la nuova Italia dell’innovazione, delle prime operazioni di venture, di Cisco e Apple. Per il magazine americano sono le prime tracce di qualcosa che cambia davvero
After A Slow Burn, Italy’s Tech Startups Turn Up The Heat. Ovvero, dopo una partenza lenta, le startup italiane vanno verso il successo. Titola così Forbes, magazine americano tra i più noti sul mondo dell’impresa, che guarda all’ecosistema delle startup italiane e dei suoi protagonisti: «Devastati dalla recessione e dall’aumento della disoccupazione, gli italiani più intraprendenti hanno deciso di diventare imprenditori di se stessi» in un pezzo dove si raccontano alcuni dati incoraggianti «colme la crescita degli investimenti da parte dei venture capital (56 milioni di dollari nei primi sei mesi del 2015 che fanno il 12% in più dei 50 milioni investiti nell’anno precedente». Insieme al lancio del fondo Invitalia e gli investimenti di Cisco ed Apple a Napoli.
1. MusiXmatch
L’App del bolognese Max Ciociola che permette di consultare i testi di 7 milioni di canzoni in 38 lingue diverse, continua a battere record su record. Come i 30 milioni di utilizzatori e 10 milioni di euro raccolti (Roberto Condulmari, Kairos Legacy Partners e United Ventures). StartupItalia.eu di recente ha raccontato la sua integrazione con Spotify.
2. Waynaut.
È un portale che offre soluzioni di viaggio (economiche e veloci) unendo mezzi di trasporti tradizionali (metro, treno e bus) a sistemi innovativi (bike, car sharing, car pooling). Realizzato da Simone Lini, 25enne cremasco, ha vinto #WCap Accelerator, iniziativa di Tim per supportare progetti innovativi e ha ricevuto un round di finanziamento da P101 e Club Italia (500mila euro).
3. Drexcode.
Web boutique dove noleggiare abiti delle ultime collezioni di top designer italiani e stranieri per un valore del 10, 15% del prezzo di acquisto. Ideata da Federica Storace, 15 anni di esperienza in marketing di multinazionali, e Valeria, ex direttore commerciale, specializzata in marketing internazionale, ha ricevuto qualche giorno fa un milione di euro da investitori privati (Innogest, LVenture Group, Ligur Capital e soci di Italian Angels for Growth).
4. Snapback.
L’idea di Giuseppe Morlino e del suo team è un’App che consente con semplici gesti e comandi sonori di attivare smartphone, tablet, e dispositivi indossabili). Incubata a Luiss Enlabs ha ricevuto 450mila euro di finanziamento, tra cui la vittoria al bando INCENSe (150mila euro) e un accesso ai fondi di Invitalia (300mila euro). Recentemente ha chiuso un nuovo round di investimento con LVenture Group. Cognicity li ha selezionati a Londra come tra le realtà europee più interessanti che riguardano le città del futuro.
5. BeMyEye.
L’idea appartiene a Gian Luca Petrelli, 41enne di Milano: Come funziona BeMeEye Le persone scaricano gratuitamente l’App. Ricevono una notifica su un lavoro da effettuare per noi (verificare se un prodotto è presente o meno in un punto vendita, fingere di essere un cliente e annotare come un commesso spiega una promozione…). Si recano sul luogo (entro sessanta secondi dalla notifica), realizzano il lavoro (rispondono a un sondaggio, scattano una foto come prova) e vengono pagati. Si va da 6 euro fino a 35 euro. Ex dipendente di Motorola, Petrelli ha raccolto 2,8 milioni di dollari da Capital Ventures, RedSeed Ventures, Pietro De Nardis e 360 Capital Partners. StartupItalia.eu li ha inseriti tra le 100 migliori startup italiane.