Confindustria ancora all’attacco: «Next Generation Eu occasione storica, ma c’è il rischio molto alto che l’Italia non riesca a sfruttare pienamente questa opportunità»
Una struttura a tre punte, con Giuseppe Conte, Roberto Gualtieri (ministro delle Finanze) e Stefano Patuanelli (Sviluppo economico) nel ruolo dei registi. E poi una super task force da 300 persone che, certamente, non mancherà di fare discutere. È quanto trapela da Palazzo Chigi in cui è in corso la riunione emergenziale del governo per decidere e plasmare la struttura che di fatto terrà i fili degli investimenti e dell’avanzamento dei progetti della ricostruzione finanziati col Recovery Fund, i fondi europei un po’ prestiti un po’ liquidità immediata a fondo perduto.
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Finito in settimana al centro di aspre polemiche per non aver ancora consegnato il piano di spesa (ovvero il documento in cui l’esecutivo dovrà indicare a Bruxelles come intende spendere i soli comunitari, senza quel programma non vi sarà alcuna elargizione di denaro) alla Commissione europea, nonostante la deadline fosse stata fissata per lo scorso 15 ottobre, il governo vuole dimostrare con la riunione di questa sera di essere in grado di accelerare su un tema tanto delicato.
In settimana lo stesso presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha dovuto ammettere che il governo è in ritardo nell’elaborazione del piano di spesa dei fondi straordinari europei per la ricostruzione del Next Generation Eu: «Siamo poco in ritardo rispetto ai tempi iniziali ma c’è un’interlocuzione settimanale con la Commissione europea», ha detto il premier, aggiungendo che il ritardo è destinato ad aumentare visto che il nostro progetto non arriverà sulla scrivania di Ursula von der Leyen, numero 1 dell’esecutivo europeo, prima di febbraio.
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte (al centro) e i ministri Gualtieri e Patuanelli
La super task force
Da quanto si apprende, la riunione di questa sera non farà registrare passi avanti sul piano che l’Italia presenterà all’Ue (al momento fermo ancora al documento da 38 pagine e qualche slide che l’esecutivo ha preparato a metà settembre) ma toccherà comunque un altro tema delicato: chi sarà che dovrà gestire i 209 miliardi circa del Next Generation Eu. Conte aveva già annunciato in settimana che intende richiamare tale potere che in teoria spetterebbe ai singoli ministeri volta per volta coinvolti a seconda del dossier a favore di una cabina di regia unica. Voci che filtrano da Palazzo Chigi sostengono che si starebbe pensando a una nuova task force che si comporrà di 300 personalità, guidate da manager che avrà però al vertice Conte, Gualtieri e Patuanelli.
Le nuove critiche di Confindustria
Difficilmente la proposta di una nuova super task force, soprattutto considerati gli scarsi risultati di quelle già approntate in questi mesi dall’esecutivo per far fronte alla minaccia del Covid (si pensi al team di Vittorio Colao) troverà sponda negli industriali. Oggi anzi Confindustria è tornata ad attaccare l’esecutivo, come fa da più di sei mesi ormai: «Il Piano Next Generation Eu rappresenta una opportunità senza precedenti per realizzare un programma massiccio di investimenti pubblici e privati, che rilanci la competitività del sistema produttivo italiano nella fase di ripresa post-pandemia», ha detto il numero uno Carlo Bonomi che però ha lanciato l’allarme sul rischio «molto alto» che l’Italia «non riesca a sfruttare pienamente questa opportunità». Secondo Confindustria «sarebbe auspicabile che il piano fosse perseguito individuando pochi, grandi progetti su nodi strategici per lo sviluppo del Paese» e con una governance «unitaria» a livello nazionale.
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Conte e Ursula von der Leyen, numero 1 della Commissione Ue
Von der Layen: «Italia prenda la palla»
Anche la numero 1 della Commissione europea, la tedesca Ursula von der Leyen, ha spronato proprio oggi il nostro Paese ad agire: «Il programma Next generation Eu avrà successo solo se l’Italia prenderà palla». «Fin dai primi giorni della crisi – ha ricordato la presidente – ho lavorato perché l’Europa venisse in soccorso dell’Italia», adesso però la palla è ai piedi del governo italiano: «Abbiamo fornito delle linee guida», ha scandito von der Leyen, ma toccherà ai singoli Paesi dar sostanza al piano di ricostruzione post pandemica.