L’aveva lanciata nel 2023 – ne abbiamo scritto qui – per regalare al mondo una nuova forma di pagamento. Questo almeno era il piano di Sam Altman, il Ceo di OpenAI, per Worldcoin, una nuova criptovaluta che a differenza di altre soluzioni presenti sul mercato prevede una particolare modalità di accesso al proprio wallet digitale. Invece di inserire un codice alfanumerico o una serie di parole, è necessario l’utilizzo dei propri dati biometrici. Circostanza che ha preoccupato non poche autorità in giro per il mondo, dove Worldcoin non se la sta passando bene.
Come funziona Worldcoin
Worldcoin è una criptovaluta coniata dal fondatore di OpenAI per delineare e assegnare a ciascuno un’identità digitale globale attraverso la scansione dell’iride. Per ottenere un World ID, gli utenti devono sottoporsi a una scansione dell’iride tramite un dispositivo chiamato Orb. La scelta di questo dato biometrico deriverebbe da un ragionamento legato alla maggior sicurezza e protezione.
Gli utenti, una volta registrati, ottengono così un piccolo compenso in forma di token digitali (50 dollari). Il progetto è gestito da Tools for Humanity e si basa su blockchain. Al momento il progetto avrebbe coinvolto circa 6 milioni di persone nel mondo per un valore totale di 15 miliardi di dollari. L’azienda ha sede alle isole Cayman.
Quali Paesi stanno indagando su Worldcoin
Partiamo dall’Italia. Al momento Orb non è disponibile per il mercato nazionale, ma intanto si è già mosso il Garante della Privacy secondo cui, data l’opacità di alcune questioni, il progetto rischia di non essere in regola per quanto riguarda normative e GDPR.
La preoccupazione è tale anche in Spagna, dove le autorità chiedono un chiarimento rispetto al rischio dello sfruttamento di dati di minori. In Germania invece, dove ha sede Tools for Humanity, potrebbe arrivare entro fine settembre una decisione sul futuro di questo progetto digitale, in merito al quale è stata aperta un’indagine in Baviera.
Sifted ha pubblicato nei giorni scorsi un articolo che ipotizza la cacciata dal Vecchio continente, in un momento in cui Bruxelles ha alzato l’asticella su tutela della privacy e rispetto delle regole da parte delle tech company. Hong Kong è stata al momento la più severa nei confronti di Worldcoin: ha deciso infatti il ban per un decennio non appena 8mila dei propri cittadini si sono iscritti tramite la scansione dell’iride. L’Argentina infine ha avviato indagini per verificare che il progetto rispetti gli standard di trasparenza.