L’intervista a Rita Camporeale, Responsabile Servizio Sistemi di Pagamento di ABI, in vista della prossima edizione del Salone dei Pagamenti. A Milano dal 22 al 24 novembre. In programma anche l’Agorà del futuro realizzata insieme a StartupItalia
«I pagamenti sono portatori di innovazione. Per questo sarà centrale essere presenti nella tre giorni a Milano». Rita Camporeale, Responsabile Servizio Sistemi di Pagamento di ABI, ci offre la sua riflessione in vista del Salone dei Pagamenti, appuntamento promosso dall’Associazione Bancaria Italiana e in programma al MiCo (MiCo Milano Congressi) dal 22 al 24 novembre (qui ci si può iscrivere). In questa intervista a StartupItalia Camporeale ci ha aiutato a leggere alcuni trend legati a un aspetto fondativo del fintech: come stanno cambiando i pagamenti? Dalle carte l’offerta si è arricchita col contactless e poi con tutte le opportunità legate ai dispositivi wearable, che negli ultimi anni hanno registrato un’impennata di utilizzo stando ai dati dell’Osservatorio Innovative Payments della School of Management del Politecnico di Milano. Temi che verranno peraltro affrontati nell’Agorà del futuro al Salone dei Pagamenti (qui l’agenda) e realizzata insieme a StartupItalia con un ricco programma di talk e interventi.
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Se parliamo di pagamenti digitali quali sono i trend che nota a livello nazionale e internazionale?
I trend che riscontriamo sono quelli generali a cui assistiamo a livello globale. Dopo la pandemia abbiamo visto consolidarsi di tendenze che erano state accentuate con l’aumento, già in quella fase, di pagamenti elettronici. Questi sono ormai entrati stabilmente nella vita quotidiana della maggioranza dei cittadini. Ciò si inquadra in una crescita europea e mondiale. Il contante mantiene senz’altro la propria importanza. Nel 2022 abbiamo registrato un incremento di oltre il 16% dei pagamenti con strumenti diversi dal contante. La parte maggiore di tale crescita è dovuta alle carte di pagamento e ancora più in particolare all’utilizzo della tecnologia contactless. Non siamo però ai livelli dei paesi nordici, dove le transazioni digitali pro capite sono molto superiori.
Nel 2022 smartphone e dispositivi indossabili sono stati usati per effettuare pagamenti con un transato di 16,3 miliardi di euro (+122% rispetto al 2021). Come legge questo dato?
Sicuramente conferma una tendenza. Mostra pagamenti più veloci, integrati nell’esperienza di vendita. L’obiettivo è facilitare l’atto del pagamento, senza frizioni. Che io esca da un negozio o faccia acquisti online. Un trend altrettanto importante si nota nel rendere il momento del pagamento invisibile. Tutto parte dal concetto che l’atto di acquisto dà soddisfazione, meno l’atto di pagare. Smaterializzare il pagamento lo rende più facile. Il contrappeso però non va messo in secondo piano: la facilità del pagamento non deve far venir meno la sicurezza dell’operazione. Il doppio fattore di autenticazione è stato infatti fondamentale. Ha ridotto le frodi online drasticamente. Alla base dei pagamenti digitali rimane sempre la fiducia.
Crede che i trend vengano traghettati dalle giovani generazioni?
È chiaro che l’attitudine al digitale è maggiore rispetto alle generazioni precedenti. È anche vero che studi della Banca d’Italia e della BCE hanno svelato che ci sono altre variabili. Incidono sulla propensione ai pagamenti digitali, per esempio, il livello di istruzione, il genere – le donne usano più contante – e la distribuzione geografica.
Si parla tanto di AI: quali applicazioni vede nell’ambito dei pagamenti?
Nel suo complesso l’AI è sicuramente un tema trasversale a tutti i servizi bancari. Nel mondo dei pagamenti l’intelligenza artificiale aiuta quelle funzioni a supporto dei pagamenti, quindi ad esempio tutti i meccanismi anti frode. Esser in grado di analizzare con algoritmi di AI la storia delle transazioni di un utente ci dà uno strumento potente per verificare ogni difformità che può esser indice di frode. D’altro canto l’AI può esser sfruttata anche da chi commette frodi. Per questo occorre non abbassare mai la guardia.
Molte di queste innovazioni nei pagamenti sono frutto di startup innovative, anche in Italia
Nel mondo italiano si è senz’altro affermato un paradigma di collaborazione tra banca e startup. Si hanno forme di partnership in cui la startup è in grado di fornire soluzioni di front end per il cliente. Tutto poi si appoggia sulla solidità della banca. Molte soluzioni per PMI ed esercenti come lo smart POS sono sviluppate da startup. E sempre più anche nel settore open banking notiamo collaborazione.
Nel 2023 si è parlato di euro digitale. Che differenza c’è con l’euro che usiamo già nei pagamenti digitali?
È una tematica complessa. Siamo in un momento molto importante perché la BCE ha concluso una prima fase di indagine e se ne è avviata un’altra di preparazione. L’euro digitale verrà emesso Banca Centrale Europea e l’esperienza utente è ancora allo studio. Oggi sappiamo che ogni “moneta” bancaria, vale a dire i depositi, è sempre convertibile in contante; in futuro è possibile che questa convertibilità sia possibile anche con l’euro digitale depositato in wallet, proprio come le banconote nel portafoglio.
Quali sono i temi che affronterete al Salone dei Pagamenti?
Le tematiche sono molte e diamo spazio all’innovazione. I pagamenti, lo diciamo sempre, sono portatori di innovazione. Ecco perché è il Salone dei Pagamenti e dell’innovazione. Dedicheremo molto alle fintech e alle nuove idee. Tratteremo di evoluzione, modalità di pagamento multicanale, e delle novità normative.