Junior Achievement Europe lancia il progetto ICEE sul tema dell’educazione all’imprenditorialità per avvicinare gli studenti al mondo del lavoro
Il progetto ICEE, (Innovation Cluster for Entrepreneurship Education) è promosso dal consorzio guidato da Ja-Ye Europe di cui è partner anche il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – Direzione generale per gli Ordinamenti scolastici e per la valutazione del sistema nazionale di istruzione. Insegnare l’imprenditorialità agli studenti italiani è l’obiettivo di questa task force europea che da questo mese ha messo piede anche nelle scuole italiane. L’iniziativa è frutto di una partnership comunitaria che vede coinvolti cinque stati dell’Unione Europea: Finlandia, Estonia, Lituania e Fiandre, gli istituti di ricerca Eastern Norway Research Institute, The Foundation for Entrepreneurship – Young Enterprise Denmark, Josip Juraj Strossmayer University in Croazia, e le strutture nazionali di JA-YE di Belgio, Finlandia, Italia, Estonia e Lituania.
L’iniziativa ICEE e’ nata per promuovere l’educazione all’imprenditorialità tra gli studenti, tramite creazione di mini-imprese,”cluster di innovazione” con i docenti, lezioni sul campo e database europeo con le migliori pratiche didattiche. Una risposta concreta ai dati sulla disoccupazione giovanile e soprattutto una proposta che le scuole Italiane non possono che cogliere in maniera positiva dal momento che non esiste una reale capacità ad insegnare a fare impresa.
Le scuole coinvolte in Italia saranno 20 tra licei e istituti tecnici e professionali; nei tre anni di durata del progetto, lo scopo è quello di coinvolgere il maggior numero di docenti e studenti. Altrettante per ciascuno degli altri Stati del Consorzio.
Attraverso l’uso di gruppi di controllo, sondaggi quantitativi, focus group qualitativi e interviste, un gruppo di ricercatori guidati dall’”Eastern Norway Research Institute” analizzerà i risultati di apprendimento degli studenti partecipanti, l’impatto sociale, il ruolo dell’insegnante e della scuola, e gli effetti sul sistema di educazione.
L’analisi approfondita delle strategie nazionali, degli strumenti in uso, la formazione e la valutazione dei docenti, formeranno la base dei “cluster di innovazione” che caratterizzeranno lo sviluppo di un “modello progressivo” che possa chiarire come l’educazione all’imprenditorialità possa essere realizzata a partire dalla scuola primaria, fino alla secondaria superiore. L’obiettivo è quello di creare un vero e proprio database di buone pratiche.
Numerose ricerche di settore hanno evidenziato l’impatto positivo dell’educazione all’imprenditorialità tra i banchi. I giovani che hanno partecipato a iniziative formative di questo tipo si sono successivamente rivelati più propensi a creare nuove imprese e più agevolati nello sviluppo di competenze che ne incrementano l’occupabilità. E la creazione di una “mini-impresa” è considerata come una delle più efficaci esperienze imprenditoriali che possono essere realizzate tra i banchi.
“Il tema dell’educazione all’imprenditorialità è presente in numerose iniziative promosse da questa Direzione generale -ha spiegato il direttore generale Carmela Palumbo del Miur -. In un momento di crisi nel settore lavorativo occorre guidare i giovani verso una visione versatile del lavoro che non può più essere lo stesso per tutta la vita ed occorre cercare forme di lavoro autonomo e diversificato.
Già l’alternanza scuola-lavoro – aggiunge il direttore generale del Miur – introdotta nel curriculum della scuola secondaria di secondo grado, è un passo per fare in modo che la scuola prepari i giovani a questa nuova frontiera”.