Cessione del credito e altre misure per sostenere il settore edilizio
Nell’imminente (e tanto atteso) Decreto Maggio, ribattezzato Decreto Rilancio, è quasi certo che si sarà l’ecobonus al 110%, con un incentivo choc per i privati. A spingere Palazzo Chigi su questa misura c’è la volontà di sostenere il settore dell’edilizia, forse tra i più colpiti dalla crisi economica scoppiata dopo 2008 e che, negli ultimi anni, aveva faticato parecchio a rialzarsi. L’ecobonus non riguarderà qualsiasi lavoro di cantiere, ma soltanto tutte quelle operazioni di miglioria di un edificio dal punto di vista energetico e antisismico. In sostanza, un privato potrà recuperare una somma superiore addirittura alla spesa effettuata nel giro di cinque anni grazie a uno sconto fiscale.
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Ecobonus: le ipotesi
Finora si è parlato di ipotesi, che però andrebbero a rafforzare e potenziare gli sgravi fiscali per l’ecobonus che già è previsto per chi ristruttura casa in ottica green. Se dovesse essere confermata la bozza del Decreto Rilancio, l’ecobonus dovrebbe coprire anche le spese per installazione di pannelli solari o fotovoltaici. Per quanto riguarda gli interventi antisismici sugli edifici la cifra massima potrebbe essere fissata a 96mila euro, da portare a 136mila euro se il cantiere effettuerà anche delle migliorie dal punto di vista energetico sul condominio.
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Bonus facciate e cessione del credito
Previsto nella Legge di Bilancio 2020, il bonus facciate dovrebbe rientrare nell’ecobonus del Decreto Rilancio: in sostanza anche per il rifacimento dei prospetti – le facciate degli edifici – verrebbe garantito un bonus del 110% con un recupero in termini fiscali superiore alla somma spesa. Per tutte queste agevolazioni il Decreto Maggio darà – se tutto viene confermato – la possibilità di cessione del credito fiscale all’impresa, che a sua volta potrà cederlo a una banca. Come si spiega su una rivista di settore, «è previsto che il contribuente, avente diritto alla detrazione, possa optare (facoltà) per un contributo pari al 100% delle spese sostenute, nella forma di sconto sul corrispettivo, dovuto all’impresa che ha realizzato l’intervento, la quale potrà a sua volta ottenere un credito d’imposta maggiorato (pari al 120%) delle spese sostenute».