Al progetto Powercoders, volto all’inclusione sociale con corsi di programmazione informatica, prenderanno parte, a Milano, 20 rifugiati
Inclusione sociale e tecnologia: due ambiti che si fondono in Powercoders, l’Accademia di programmazione informatica che offre ai rifugiati l’opportunità di seguire corsi intensivi di 3 mesi e lavorare in aziende del settore IT. Dopo Torino, nel mese di febbraio, Powercoders arriverà anche a Milano, con il secondo corso in Italia destinato a una ventina di studenti rifugiati. “Siamo felici che il progetto continui a crescere anche sul territorio italiano, perseguendo l’ambizioso obiettivo di facilitare l’integrazione dei rifugiati nel mondo lavorativo delle Information Technologies, un settore in forte crescita e alla ricerca di nuove professionalità – afferma Stella Gianfreda, Social Lead di Powercoders Italia – Ogni giorno incontriamo persone provenienti da tanti paesi diversi, con background di studio differenti, alla ricerca di nuove opportunità per dare una svolta al proprio futuro personale e professionale. Powercoders è innovazione e sociale e lavora al fine di promuovere il concetto che la diversità fa bene a tutti.”
Il nuovo progetto in partenza a Milano, reso possibile grazie al sostegno da parte di Reale Foundation in partnership con Fondazione Italiana Accenture e Lenovo, e in collaborazione con l’UNHCR, Le Wagon e il Comune di Milano, si terrà da remoto grazie all’utilizzo della piattaforma digitale ideatre60 di Fondazione Italiana Accenture. “Come amministrazione siamo felici di sostenere il progetto Powercoders, poiché siamo convinti che l’integrazione di tanti giovani rifugiati passi non solo attraverso la condivisione di linguaggi e valori comuni, ma, soprattutto, tramite la messa in comune di conoscenze e competenze – dichiara Cristina Tajani, assessore alle Politiche per il Lavoro, Attività produttive e Commercio del Comune di Milano – Investire, oggi, sulla formazione e sull’implementazione delle skills tecnologiche di questi ragazzi significa renderli autonomi e artefici del proprio futuro, capaci di essere vere e proprie risorse per la società in cui vivono e le imprese in cui lavoreranno”.
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Powercoders: i risultati finora ottenuti
Dal 2017, Powercoders ha l’obiettivo di promuovere l’inclusione e l’inserimento lavorativo dei rifugiati più talentuosi contribuendo all’ innovazione digitale del paese in cui opera. Un progetto nato in Svizzera che ha, poi, varcato le frontiere, per consolidarsi anche a Torino, dove ha coinvolto più di 200 studenti. “L’idea che sta alla base di Powercoders è quella di promuovere talenti in un campo in cui c’è molta richiesta – spiega Stella Gianfreda – In questo senso, i rifugiati sono risorse e rappresentano asset strategici per le aziende del settore IT. L’80% dei nostri studenti, al termine del percorso di studi, è entrato nel mondo del lavoro“. Il 60% degli alunni ha, infatti, ottenuto un tirocinio formativo retribuito al termine del proprio percorso di studi. “Quattro donne su venti sono state scelte dalle aziende – afferma la Social Lead di Powercoders Italia – il doppio rispetto allo scorso anno. Questo è già un ottimo risultato, considerate le difficoltà che queste giovani hanno dovuto, e devono, affrontare”.
Ma chi può partecipare ai programmi offerti da Powercoders? Lo ha spiegato la stessa Social Lead: “Per partecipare ai corsi, i rifugiati non sono obbligati ad essere in possesso di un background in informatica. Quello che è davvero importante è la valutazione della reale passione e motivazione per questo lavoro. Una skill che, come Powercoders, consideriamo requisito fondamentale. Abbiamo diversi esempi di persone che non avevano mai avuto a che fare con un PC ma che, con impegno, desiderio e forza di volontà ce l’hanno fatta comunque”. L’età media dei partecipanti, di cui il Il 90% dei partecipanti sono richiedenti asilo, rifugiati o titolari di protezione internazionale provenienti principalmente da Libia, Guinea, Gambia e Siria, va dai 40 ai 18 anni. Tra gli ex alunni di Torino c’è Asem Alakabani, Junior Technical Consultant di Aubay Italia. Nella sua vita precedente, Asem era un soldato dell’esercito siriano, poi fuggito in Libano, a piedi, e arrivato in Italia grazie ai corridoi umanitari.
“Powercoders ha cambiato la mia vita – racconta il ragazzo – Senza documenti non potevo nè studiare nè lavorare. Con il programma di Powercoders, in 6 mesi sono riuscito ad acquisire un bagaglio di conoscenze che mi ha dato la possibilità di andare avanti e trovare un lavoro. Questo progetto mi ha aiutato a riorganizzare me stesso; mi ha cambiato la vita e mi ha dato nuove chances. E’ qualcosa che va aldilà delle parole, ti indica una strada”.
I programmi di Powercoders
“Il primo step che questi giovani devono superare è la preselezione, con test di logica e di cultura generale sul mondo dell’Information Technology, e la stesura di una lettera motivazionale che ci permetta di capire quale sia la reale spinta dei candidati al programma – spiega Stella Gianfreda – Dopodiché si passa alla fase del colloquio, durante la quale si valuta il tipo di attitudine del candidato al lavoro e al programma”.
Nella prima parte del corso, i partecipanti imparano i principali linguaggi della programmazione web e prendono parte a un percorso di formazione sulle competenze trasversali. A metà corso, Powercoders organizza il Career Day, che quest’anno si terrà nel mese di marzo, durante il quale le aziende incontrano gli studenti. L’ultima parte del corso è dedicata all’approfondimento delle competenze richieste, così da preparare al meglio gli studenti al tirocinio in azienda.
Partner e sostenitori
Tra i partner e i sostenitori del progetto ci sono: Reale Foundation, Fondazione Italiana Accenture, Lenovo, l’UNHCR, Le Wagon e il Comune di Milano. A causa delle circostanze in cui ci troviamo, quest’anno il programma si svolgerà da remoto, grazie al supporto che Fondazione italiana Accenture ha fornito con la piattaforma digitale ideatre60.
“La piattaforma ideatre60 è nata con l’obiettivo di usare la tecnologia come acceleratore sociale che Accenture gestisce per iniziative di crowdsourcing e formazione digitale – afferma Massimiliano Livi di Accenture Italia – Lavorando in tutti i paesi del mondo, con la capacità di coniugare talenti diversi, Accenture ha messo le basi per poter crescere e innovare. Lavoro, formazione, inclusione e tecnologia sono i pilastri su cui fa leva l’iniziativa, in linea con i valori fondanti dell’azienda. Crescere assieme, partendo da questo primo nucleo di persone per arrivare anche in altri paesi sia a livello europeo che internazionale è la mission del progetto, che crea sinergie tra profili professionali e richieste dal mercato di matrice tecnologica e porta avanti un processo di inclusione sociale rivolto, in particolar modo, a quelle classi che hanno più bisogno di attenzione e di supporto”. Tra le prossime mete, secondo quanto affermato da Virginia Antonini, direttore Comunicazione Istituzionale e Sostenibilità di Reale Group, per Powercoders ci sono Madrid e Parigi. “Stiamo lavorando per portare il progetto anche in Spagna, dove siamo presenti con Reale Seguros Generales. Siamo convinti che l’inclusività e l’apertura alla diversità siano ingredienti essenziali non soltanto per il successo dei processi di integrazione economica dei rifugiati, ma anche per tutte le imprese che, come noi, vogliono che la sostenibilità sia fattore fondamentale del loro modello di business.”