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Solo negli Stati Uniti si spendono ogni anno miliardi in formazione sulla leadership. Eppure, errori basilari sono comuni in molte aziende
Essere soddisfatti, fare del proprio meglio, porsi obiettivi sfidanti ed evitare di “sopravvivere”: ogni azienda ha bisogno di dipendenti motivati per prosperare e fare meglio dei concorrenti, e un clima propositivo è la condizione essenziale.
Ma qual è il fattore determinante per ottenere un atteggiamento mentale proattivo che aumenti le possibilità di successo?
Le ricerche mostrano che c’è una caratteristica che pare essere più decisiva di altre: l’abilità di leadership. Avere manager che sappiano guidare i collaboratori verso la crescita personale e dell’organizzazione è la base di partenza per vincere la sfida della competizione globale. Come un corpo per funzionare ha bisogno di un cervello sano che diriga le membra e gli organi, allo stesso modo le organizzazioni necessitano, infatti, di una guida che abbia l’autorevolezza e la capacità di dirigere i reparti, evitando sovrapposizioni, ridondanze, verificando i risultati, insegnando come si fa, ispirando una visione.
Ascolto attivo e apertura i segreti della leadership
Solo negli Stati Uniti si spendono ogni anno miliardi in formazione sulla leadership. Eppure, errori basilari sono comuni in molte aziende. Come, ad esempio, quello di non fornire feedback di valore e apprezzamento per il lavoro svolto dai collaboratori: il mito del capo “tutto d’un pezzo” stenta a tramontare.
Quanti, poi, praticano davvero un ascolto attivo? Anche a chi tiene aperta la porta dell’ufficio, metafora per indicare disponibilità ed accoglienza, può capitare di adottare un atteggiamento autoreferenziale. I collaboratori si specializzano nel trovare strategie di sopravvivenza di corto respiro tese a evitare il peggio piuttosto che avere il coraggio di proporre soluzioni per i problemi che intravedono, e l’azienda non gode di tutte le opportunità che derivano dal confronto aperto.
Ma quali sono le competenze necessarie per creare organizzazioni di successo?
In che modo possiamo migliorare la nostra capacità di guidare i collaboratori?
Dale Carnegie, società specializzata nella formazione, ha individuato quattro “punti ciechi”, zone d’ombra della leadership.
Ci sono una notizia cattiva e una, invece, positiva. Ogni azienda presenta delle criticità, errori che chi guida un team commette senza rendersene conto e che possono arrivare a nuocere all’intera squadra.
Fortunatamente, grazie agli studi sul management è stato possibile individuare quelli più comuni e oggi esistono strumenti per superarli, migliorando gli output. Ogni cambiamento comincia con il primo passo. I risultati, con costanza e impegno, arriveranno.
E tu, sei sicuro di non essere un “caso da manuale”? Scopri le quattro zone d’ombra della leadership scaricando il white paper qui sotto.