La realtà innovativa ha vinto il Radio 105 Special Award durante il nostro SIOS23 in Borsa Italiana a Milano. Si era già aggiudicata il titolo di startup sarda dell’anno nella tappa di Cagliari. La nostra intervista alla co-founder Andrea Farina
«Abbiamo sviluppato le nostre prime bobine in un impianto industriale. Questo ci permette di testare il materiale per il packaging. Stiamo creando il top film delle vaschette che conterranno alimenti». Andrea Farina è co-founder e CTO di Relicta, startup sarda già salita sul palco di SIOS. Prima di vincere il 105 Special Award a SIOS23, pochi giorni fa a Milano, l’azienda si era infatti aggiudicata il titolo di startup sarda dell’anno a SIOS23 Sardinia, a Cagliari. L’abbiamo intervistata poco dopo la premiazioni al Palazzo della Borsa, per fare il punto sullo stato d’avanzamento del progetto tecnologico, che punta a dare alternative più sostenibili alla plastica.
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Cosa fare con gli scarti?
«Stiamo personalizzando le soluzioni di packaging per le aziende con cui collaboriamo». Ad Andrea Farina abbiamo chiesto come funziona questo processo, basato sul lato blu dell’economia circolare. «Utilizziamo gli scarti della lavorazione del pesce per creare una bioplastica idrosolubile, biodegradabile e compostabile. La particolarità principale è proprio l’idrosolubilità che pensiamo possa permettere al consumatore finale di smaltire il tutto all’interno delle mura domestiche, ad esempio sciogliendolo nella lavastoviglie».
Relicta ha chiuso a fine 2022 un round da mezzo milione di euro, guidato da Scientifica Venture Capital. Fondo che su StartupItalia abbiamo raccontato con l’intervista al managing partner Riccardo D’Alessandri, convinto della necessità per le startup impegnate su ricerca e sviluppo di disporre non soltanto di risorse economiche, ma anche di laboratori dove testare le proprie soluzioni. «E infatti non abbiamo sede solo a Sassari, perché abbiamo una sede operativa a L’Aquila. Il nostro lead investor ci ha dato la possibilità di utilizzare gli spazi del Tecnopolo d’Abruzzo».
Il prossimo round di Relicta
Relicta ha al momento un team di cinque persone, tutti co-Founder che si sono conosciuti all’interno del Contamination lab dell’Università di Sassari per poi decidere, nel 2020, di costituire la startup. «Abbiamo competenze in ambito scientifico e tecnologico, ma anche in ambito manageriale ed economico». Tornando alla finalità di questa bioplastica idrosolubile, Andrea Farina di Relicta ci ha spiegato che l’azienda ha in programma di testare il prodotto non soltanto per il packaging alimentare.
«Pensiamo possa essere applicato anche al settore della cura della casa. Come sostituto, ad esempio, della plastica che contiene i detersivi pods per la lavastoviglie. Attualmente questa plastica è di origine sintetica». Se a SIOS è sempre tempo di bilanci, l’occasione è stata preziosa anche per capire quali sono i piani di Relicta, soprattutto in ottica del prossimo round. «Servirà sicuramente per la raccolta di capitale necessario alla costruzione dell’impianto pilota che ci permetterà di avere una prima produzione delle bobine». Il 2023 è stato un anno in cui molte aziende hanno investito sulla transizione energetica, ma è sempre più chiaro quanto dalle startup possano arrivare soluzioni game changer. «Pensiamo che il nostro materiale sposi alla perfezione il concetto di economia circolare. Stiamo collaborando con un’azienda di acquacoltura di salmone che vorrebbe utilizzare gli scarti per produrre bioplastica con cui confezionare i prodotti finiti. Pensiamo di poter arrivare sul mercato nel 2025».