A marzo del 2020, nel pieno della prima ondata di Covid, dieci tech company europee decidono mettere le proprie risorse a disposizione delle organizzazioni non profit e Ong. Oggi il progetto ha coinvolto oltre 250 aziende e 300 associazioni benefiche
Sulla home del sito di Tech to the Rescue, si possono scegliere due opzioni: richiedere assistenza o offrire il proprio supporto come esperto. È attraverso queste due possibilità che, da marzo del 2020, un progetto unico nel suo genere intende far dialogare il mondo dell’innovazione e quello del sociale, con l’obiettivo di creare nuove attività e iniziative digitali di associazioni non profit, incluse le Ong, tramite collaborazioni gratuite con aziende tecnologiche.
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Tech to the Rescue, cos’è e perché può essere importante
Lanciata nel mezzo della prima ondata di Covid da più di dieci tech company dell’Europa centrale, l’idea della fondazione Tech to the Rescue si deve a Tomasz Karwatka, Ceo di Divante, una società polacca specializzata nell’e-commerce. Lo scopo dell’iniziativa è proporre un cambiamento culturale nell’ecosistema delle imprese innovative: rendere le collaborazioni gratuite fra aziende e organizzazioni non profit una prassi del settore. E liberare così un potenziale ancora inespresso, in grado di moltiplicare progetti ad alto impatto sociale. Il tutto in un momento storico di grande difficoltà, che ha reso ancora più evidente l’importanza delle associazioni benefiche.
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Dalla nascita a oggi, in poco meno di due anni, hanno aderito alla fondazione oltre 250 compagnie tecnologiche e circa 300 organizzazioni non profit. Una rete sempre più ampia, che consente alle associazioni senza scopo di lucro di ricevere supporto in diversi ambiti. Tra questi, lo sviluppo di app, blockchain, cybersecurity, machine learning e data science. I risultati, comunica Tech to the Rescue, sono positivi: oltre un milione di persone in 12 Paesi ha beneficiato dei nuovi servizi.
I progetti già realizzati
Fra i progetti più importanti finora realizzati grazie alla rete promossa da Tech to the Rescue, la fondazione People and Medicine, con il supporto della società Skyrise Tech, ha realizzato Patients4Patients, un’app che aiuta i pazienti affetti da malattie croniche a dialogare e convivere convivere con la patologia. L’azienda specializzata in soluzioni digitali Tooploox ha invece curato il design e la mappa interattiva del Rainbow Index of Cherchez in Europe, un report sui cristiani LGBT in Europa. Lo studio, commissionato dallo European Forum of LGBT Christian Groups, potrebbe interessare una comunità di 15 milioni di persone.
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Il WindAid Institute, un ente peruviano che ospita studenti e offre corsi universitari e workshop di approfondimento sulle energie rinnovabili, ha stretto una partnership con Vazco, una compagnia specializzata nello sviluppo di software. La collaborazione, siglata grazie all’azione della fondazione, ha permesso di includere volontari per costruire delle turbine eoliche che contribuiranno a elettrificare 20 comunità nelle aree rurali del Perù.
In arrivo un piano di finanziamenti per tre anni
Lo scorso 31 gennaio, la fondazione ha ufficializzato un nuovo piano di investimenti triennale, lanciato per espandere ulteriormente la rete di aziende e organizzazioni aderenti. L’obiettivo, secondo Jacek Siadkowski, cofounder e managing director di da Tech to the Rescue, è portare il numero di aziende tecnologiche coinvolte da 250 a 2mila. I nuovi progetti genererebbero, entro il 2025, un impatto positivo per milioni di persone. “Siamo contenti del successo del round di finanziamenti, che ci permette di continuare a guidare un cambiamento strutturale positivo nel settore dell’information technology nei prossimi tre anni”, ha sottolineato Siadkowski.