Dopo Google, Microsoft e Spotify, la riorganizzazione aziendale investe anche una delle fintech storiche della Silicon Valley
La stampa di settore continua a riportare gli aggiornamenti sul fronte licenziamenti nelle Big Tech. L’ultima in ordine di tempo a dare questa spiacevole comunicazione ai propri dipendenti è stata PayPal, fintech storica, che manderà a casa circa 2mila persone. Le ragioni sono molteplici, ma nel raccontare questo trend in corso nelle società tecnologiche si ravvisa un cambio di marcia rispetto agli scorsi anni. L’inflazione, il caro vita, il calo dei consumi di servizi digitali stanno spingendo le aziende a riscrivere i propri piani.
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I circa 2mila dipendenti che PayPal licenzierà nel giro delle prossime settimane rappresentano il 7% della forza lavoro a livello globale. A sentire diversi osservatori – e anche noi di StartupItalia lo stiamo riscontrando nelle nostre interviste – la sensazione è che queste riorganizzazioni interne non siano definitive o segno di una decrescita inevitabile, ma che ci si potrebbe aspettare nel futuro prossimo una nuova campagna di assunzioni da parte delle Big Tech. Fondata alla fine del secolo scorso, PayPal ha tra i propri fondatori personalità di spicco della Silicon Valley come Peter Thiel ed Elon Musk ed è stata una delle prime fintech al mondo a puntare sui pagamenti digitali.
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Può sorprendere inoltre che questa marea di licenziamenti stia avvenendo durante un periodo non propriamente nero per l’economia statunitense. Il tasso di disoccupazione negli USA è al 3,5%, il livello più basso degli ultimi 50 anni come ricorda Engadget. Eppure Google ha licenziato 12mila persone, Microsoft 11mila, Spotify 600; vale lo stesso per le grandi società che gestiscono social network come Twitter e Meta, così come per il gigante dell’ecommerce Amazon.