Il punto vendita della catena Ekoplaza ha dedicato un reparto a cibi e bevande che non presentano imballaggi plastici. L’obiettivo è combattere l’inquinamento dovuto a questa sostanza a livello globale
La guerra alla plastica arriva nella corsia di un supermercato. Luogo: Amsterdam, Olanda. Data: 28 febbraio 2018. Una svolta per chi ha sempre pensato, per esperienza e senso comune, che la lotta all’inquinamento passasse anche per la riduzione degli imballaggi con i quali acquistiamo quotidianamente i nostri prodotti, soprattutto quelli alimentari. Il punto vendita in questione appartiene alla catena Ekoplaza che commercializza soprattutto cibo biologico e che ha deciso di dedicare un intero reparto ai prodotti plastic-free. Per il momento ad Amsterdam i clienti potranno vedere sugli scaffali circa 700 prodotti tra carne, riso, frutta, latte, yogurt, cioccolato, salse e vegetali che non hanno bisogno di contenitori in plastica per essere venduti. Entro il 2018 l’intenzione dell’azienda è di far arrivare questa novità anche ad altri punti vendita del paese.
© Ekoplaza
Inquinamento e riciclo
Secondo i dati riportati dal Guardian per il Regno Unito, i supermercati del paese sono responsabili della produzione di una tonnellata all’anno di rifiuti plastici. Un dato allarmante alla luce degli avvertimenti degli esperti sulle conseguenze gravissime che sacchetti e imballaggi vari possono avere sull’ambiente e sulla sopravvivenza delle specie animali, soprattutto quelle marine, che secondo le stime potrebbero trovarsi entro il 2050 a vivere con banchi di bottiglie invece che con i loro simili. In Italia il riciclo degli imballaggi è a livelli molto inferiori rispetto ad altri stati e si ferma al 25 per cento. In Norvegia, per fare un esempio abbastanza lontano dalla nostra portata, il 96 per cento delle bottiglie di plastica viene restituito o riciclato. Le recenti polemiche sull’uso dei sacchetti biodegradabili nei supermercati, poi, dimostra che la sensibilità su questo tema nel nostro paese è ancora molto scarsa. Eppure l’Unione europea ha preso posizione a riguardo chiedendo ai vari paesi di ottenere risultati tangibili entro il 2030.
Materiali alternativi
La campagna che ha portato a questa innovazione è stata lanciata dal gruppo A Plastic Planet. Sian Sutherland, co-founder del gruppo, ha definito l’iniziativa una svolta nella lotta all’inquinamento dato che per anni ci siamo convinti che non potesse esistere la commercializzazione di cibo e bevande senza l’utilizzo della plastica. Questa avventura porterà a sperimentare sempre di più materiali alternativi, soprattutto quelli biodegradabili, ma anche vetro, metallo e cartone. Il tutto, comunque, non dovrà incidere in maniera consistente sui costi: uno degli obiettivi del gruppo è quello di mantenere i prezzi accessibili e convenienti e in grado di poter incentivare l’acquisto e la tendenza.