Sviluppato da Polygonal Wolf. Un’esperienza che merita perché fa riflettere
Drowning non è un videogioco, eppure viaggia anche su Nintendo Switch. Dopo averci speso poco più di un’ora prima di arrivare ai titoli di coda l’unica nostra considerazione è che il mondo gaming, grazie a piccoli progetti indie simili, può presentarsi come un settore sempre più maturo e in grado di affrontare le tematiche più delicate. Sviluppato da Polygonal Wolf, il titolo è un’esperienza in prima persona molto vicina a una visual novel, in cui dobbiamo soltanto camminare in ambienti spesso ameni e silenziosi, senza anima viva, quasi ci trovassimo in un sogno. Sul nostro cammino, passo dopo passo, compariranno frasi: è la voce del protagonista che confida la sua storia di adolescente ai primi anni delle superiori. Per tanti ragazzi e ragazze quel segmento di vita è un dolce ricordo, custodito e riscoperto ogni volta che si passa davanti alla vecchia scuola. Per altri, invece, le cose non sono state così semplici.
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Drowning: nella mente di un ragazzo
Da oltre un anno la didattica a distanza e la lontananza dai banchi ha significato per molti giovani un momento di ansia e difficoltà. Ne abbiamo parlato in una nostra recente intervista alla Ceo di Unobravo, in cui ci concentriamo sull’importanza del chiedere aiuto quando se ne ha bisogno, cercando di battere la vergogna. Drowning, alla fine, vuole trasmettere un messaggio analogo, che scoprirete a fondo nelle ultime battute dell’esperienza in console. Non è un vero e proprio walking simulator, ma una storia che si sfoglia camminando lungo facili e prevedibili sentieri su isole paradisiache. Sviluppato in capitoli, che coincidono con diversi anni della vita del protagonista, il titolo è in lingua inglese.
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Salute mentale: bene che se ne parli
Se vi raccontassimo quali sono i drammi vissuti dal protagonista rischieremmo lo spoiler. Vi anticipiamo soltanto che al termine della nostra camminata ci siamo sentiti come se avessimo completato un titolo autobiografico, dove lo sviluppatore ha messo tanto di sè e del proprio vissuto adolescenziale. Aspetto che ci sentiamo di evidenziare in grassetto, soprattutto perché il dibattito sulla salute mentale subisce ancora atavici pregiudizi sociali secondo i quali andare dallo psicologo significhi non farcela con le proprie forze. Se qualcuno si è preso la briga di proporre un titolo che parli delle difficoltà passate, senza pietismi retorici, ebbene ha tutta la nostra stima.
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Grafica e audio
Nella recensione di Drowning abbiamo volutamente lasciato per ultimi grafica e audio, elementi solitamente primari nel gameplay. Non che in questa esperienza siano del tutto insignificanti. Lo sviluppo delle ambientazioni sono discrete e l’idea di camminare all’interno di paesaggi senza anima viva è senz’altro azzeccata perché ci immerge in percorso interiore e di crescita, nel quale il protagonista sempre di più finisce con l’isolarsi e nel convincersi che quella sia l’unica soluzione. Molto di più, a nostro avviso, poteva essere fatto nel lato audio: le melodie sono spesso ripetitive e qualche aggiunta avrebbe arricchito ancora di più l’esperienza, soprattutto in alcuni momenti decisivi della storia. Al netto però di questo ci sentiamo di suggerire un titolo del genere: costa poco (2,99 euro) e fa riflettere.