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Il numeri dal “6° Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile” di LifeGate. L’azienda è in crowdfunding su Mamacrowd: raggiunto il primo goal di 200mila euro
Passi da giganti in soli cinque anni. Dal 2015 gli italiani sono cambiati nelle loro abitudini quotidiane: si fa più raccolta differenziata, si sceglie di utilizzare meno plastica, si pedala di più. E per fotografare la situazione dobbiamo partire da alcuni dati: all’epoca già il 43% dei cittadini riteneva che la sostenibilità andasse promossa e messa in pratica, nel 2020, invece, si è passato al 72%. L’argomento sta a cuore a 36 milioni di persone come spiega il “6° Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile”, ricerca annuale realizzata da LifeGate, in collaborazione con Eumetra MR, su un campione rappresentativo della popolazione maggiorenne. Mentre è in corso la campagna di crowdfunding di LifeGate su Mamacrowd – dove è stato raggiunto il primo goal di 200mila euro – abbiamo approfondito alcuni aspetti che emergono dal report di LifeGate. Quali sono le pratiche più diffuse? Che cosa interessa di più agli italiani quando si parla di ambiente e sostenibilità?
Sostenibilità: i numeri
Pubblicato la scorsa primavera, quando la pandemia aveva già travolto la vita di tutti noi, il “6° Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile” ha evidenziato che l’emergenza sanitaria non ha messo in secondo piano l’interesse e le buone pratiche green tra gli italiani. «Stiamo vivendo un periodo sociale, economico, ecologico e sanitario molto duro – ci aveva spiegato Simona Roveda, Direttrice Editoriale e Comunicazione di LifeGate – Questa esperienza crea confusione e incertezze, ma è anche uno spunto di riflessione e di opportunità».
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Se si guarda alle tematiche green che più interessano agli italiani, le politiche nazionali ed europee contro l’utilizzo della plastica monouso hanno trovato il sostegno dell’86% della popolazione. L’ecobonus per l’efficientamento energetico degli immobili è l’argomento che ha attratto di più (87%) l’attenzione dei cittadini. Inoltre l’onda lunga dei Fridays for Future ispirati da Greta Thunberg continua a ricevere il supporto del 76% degli italiani. LifeGate ha parlato per 20 anni a questo mondo e, ora che punta a diventare la prima public company italiana verticale sui temi green, il pubblico continua ad allargarsi grazie alle sensibilità dei giovanissimi.
Nel grafico ripreso dalla ricerca di LifeGate, la “Z” rappresenta la generazione Z
Generazione Z e ambiente
Sono proprio i neomaggiorenni quelli che masticano di più certi argomenti. Pronti ad acquistare i prodotti che rispettano l’ambiente, anche se costano di più, i rappresentanti della Generazione Z, spesso etichettata come disinteressata alla politica e china sullo smartphone, sono i più preparati sulla sostenibilità, nella teoria e nella pratica secondo il “6° Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile”. Non soltanto sono a proprio agio con termini come riscaldamento globale, mobilità sostenibile, moda sostenibile (il 56% conosce il vocabolario green contro il 46% del restante campione). Il 38% dei ventenni cerca di utilizzare il meno possibile i mezzi di trasporto più inquinanti (come l’auto), a vantaggio di soluzioni più green come bici e mezzi pubblici. Il 35% sarebbe poi pronto ad acquistare soluzioni di domotica intelligente per risparmiare l’energia in casa.
Simona_Roveda, Direttrice editoriale e comunicazione LifeGate
L’ambiente non è più l’argomento di nicchia dei primi anni del nuovo millennio. Oggi la metà degli italiani che fanno acquisti sostenibili, motivano la scelta con il senso di responsabilità che sentono verso le generazioni future. Per quanto riguarda le aziende, anche la percezione della responsabilità sociale delle imprese è aumentata come valore discriminante da parte dei consumatori. In altre parole: si compra sempre di più dai brand che compiono scelte di campo concrete a favore della sostenibilità. «Per le aziende la sostenibilità è diventata imprescindibile soprattutto per restare competitive sul mercato», ci aveva spiegato Simona Roveda nell’intervista che annunciava l’avvio della campagna di crowdfunding di LifeGate. Questo è lo scenario: in attesa di capire come sarà la nuova normalità, il dibattito sull’ambiente e le politiche che ne sono sbocciate hanno già dato ottimi frutti.