Un gioiello scritto da Rhianna Pratchett, ora disponibile anche su Xbox Series X/S
Quante storie può contenere un videogioco? Ce lo siamo chiesti perché Lost Words: Beyond the Page sembra ripercorrere l’epica de La Storia Infinita, con una trama simile a quella che ha intrecciato le vicende ordinarie di un timido fanciullo amante dei libri con la leggenda degli eroi letti in pagina. La vita si confonde col romanzo e un autore non potrebbe pretendere di più dalla sua opera. La medesima cosa vale per l’ideatore di un videogioco che riesce a mettere in console un titolo che racconta la stessa storia di crescita umana proponendo due storie distinte, una reale e una inventata. Entrambe arrivano alla medesima conclusione: le parole, nella vita, sono fonte di verità, conforto, dolore, dramma. Conoscerle e saperle usare può essere un modo per diventare grandi giorno dopo giorno.
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Tutto parte da un foglio bianco
Scritto da Rhianna Pratchett e sviluppato da Sketchbook Games, Lost Words: Beyond the Page era uscito lo scorso anno come esclusiva di Google Stadia. Per fortuna di noi gamer il titolo ha esteso il proprio pubblico, arrivando addirittura sulla next gen (noi lo abbiamo provato su Xbox Series S). Il genere è quello di un semplice e abbordabile platform, dove oltre a far saltare e camminare le nostre protagoniste, dovremo utilizzare la levetta destra per spostare parole che attiveranno particolari meccanismi, completando il quadro narrativo.
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Le storie che andremo a scoprire in Lost Words: Beyond the Page sono due. Da una parte c’è la vita reale, raccontata dalla voce narrante: Izzy è una bambina che ha appena iniziato a riempire le pagine del suo diario, un quaderno che si anima pagina dopo pagina di piccoli grandi eventi. La passione per la scrittura e le parole è il filo rosso che lega tutto. Oltre a voler mettere su carta tutto quello che le succede intorno, a cominciare dalle tante avventure fatte insieme all’amata nonna, Izzy ha il desiderio di raccontare una storia. E così inizia ad abbozzare quella di Robin, la guardiana delle lucciole.
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Le storie di…
Si dice che ogni storia nasconda in realtà una sorta di autobiografia dell’autore. Le vite di Izzy e Robin, non appena iniziamo a conoscerle, sembrano entrambe felici e spensierate. All’improvviso un lutto sconvolge tutto, togliendo di bocca le parole più dolci, creando vuoti incolmabili e sentimenti che mai dovrebbero albergare nei cuori dei più piccoli. Il viaggio, meglio, i viaggi di Lost Words: Beyond the Page procedono in piccoli capitoli con due stili di gameplay non troppo dissimili, ma che evitano del tutto la sensazione di giocare due volte la stessa storia.
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Izzy…
Con Izzy giocheremo letteralmente sulle pagine del suo diario, usando frasi e parole come piattaforme per passare al foglio successivo. Il nostro personaggio è la bimba disegnata. In questa dimensione, lo ammettiamo, la carica emotiva è oltre la media videoludica (già molto alta) quando vengono affrontate tematiche serie come la morte. Tutto è profondo e al tempo stesso delicato, per un’esperienza che mamme e papà potranno fare senz’altro insieme ai loro figli. Scrittura sublime e animazioni splendide aiutano il gamer a scoprire la storia in una maniera matura e consapevole. Al netto dell’estrema facilità del titolo, dove non esiste la morte intesa come penality, a tenerci incollati è la stessa dinamica che riesce a generare un ottimo romanzo da cui è impossibile staccarsi.
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… e Robin
Robin, invece, si manifesta in un mondo colorato, dove la giovane ragazza scopre di essere la prescelta per custodire le lucciole. Un ruolo che le consegna poteri magici, sempre legati alle parole. Anche in questo caso una tragedia sconvolge la sua vita, costringendola a fare più di una scelta. La parole usate come strumenti da Izzy per completare la propria pagina di diario, per Robin diventano chiavi che risolvono problemi, spengono incendi e riparano oggetti rotti. La potenza delle parole, nel caso ancora non fossimo stati abbastanza chiari, sprigiona anche nel gamer una partecipazione emotiva all’evoluzione delle trame. Fino al fine, quando scopriamo qualcosa di più sulla vita come al termine di ogni bellissima fiaba.