La startup è attiva a Bologna e presto a Firenze e in una terza città. Gallerie smart, raccontate con l’app, dove è possibile acquistare i capolavori
«Vogliamo portare gli artisti emergenti nei luoghi di vita quotidiana: dai coworking ai bistrot fino alle strutture ricettive. Cerchiamo un approccio diretto per dare loro la possibilità di raccontare al meglio le loro opere». A spiegare cosa fa Taldeg è Silvia Rigo, CEO e Co-Founder di una startup che mette in contatto pittori, scultori e illustratori di talento con chi ha spazi pubblici o privati da mettere a disposizione per accogliere una galleria smart e ricca di stimoli, dove i clienti possono conoscere un nuovo artista e comprarne le opere. Fondata a Bologna nel 2017, Taldeg è tra le startup selezionata da Hubble, il programma di venture building di Nana Bianca, Fondazione CR Firenze e Fondazione per la ricerca e innovazione dell’Università di Firenze. «Taldeg si ispira al dialetto bolognese: t’al dég significa “te lo dico” e rappresenta bene il nostro modo di intendere l’arte come un racconto diretto e informale dell’artista».
Come funziona Taldeg
Attiva per ora su Bologna, la piattaforma serve sia agli artisti emergenti che vogliono trovare nuovi modi di esporre, sia agli host che puntano ad offrire un’atmosfera diversa ai clienti di un bar, di un ristorante o di uno spazio di lavoro. «Quando abbiamo iniziato a pensare a Taldeg siamo partiti dai tanti luoghi che frequentiamo ogni giorno – ha spiegato la CEO – a quel punto io e Francesca ci siamo chieste perché non portare quadri e sculture in quei posti». Grazie al lavoro con Nana Bianca, la piattaforma potrebbe presto sbarcare anche a Firenze. «E intanto stiamo già lavorando su una terza città».
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Mettiamoci nei panni di un artista emergente: vogliamo proporre le nostre opere, ma non con il classico metodo delle compravendite. Uno dei canali possibili è proprio quello di Taldeg, su cui possiamo caricare le immagini di quadri, sculture e quant’altro. A quel punto la piattaforma passa il materiale a un comitato composto da esperti di arte che valutano la qualità dei lavori.
«Cerchiamo di mantenere sempre alto il livello – ha detto Silvia Rigo – e gli artisti stessi sono più che felici di essere valutati da persone competenti». Superato questo passaggio Taldeg trova gli spazi ideali a disposizione sulla piattaforma per ospitare le opere nelle location più indicate. «In media ogni spazio accoglie 10 opere di due o tre artisti diversi». Grazie a un’app personalizzata ogni spazio viene raccontato con contenuti (anche video) in cui è l’artista a spiegare il proprio lavoro.
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Facendo invece la parte degli host, Taldeg può essere utile per migliorare spazi. «Il nostro claim è Sharing art in local business: finora l’80% delle esposizioni che allestiamo si trova in spazi pubblici, il resto in B&B e locali privati». Sono 150 gli utenti attivi tra artisti emergenti e host registrati sulla piattaforma. «Quando abbiamo iniziato il percorso in Nana Bianca eravamo già sul mercato – ha raccontato la CEO – ma è un’esperienza che ci sta aiutando molto a focalizzarci sugli obiettivi, anche grazie alla contaminazione positiva nell’ecosistema startup. Se stiamo per arrivare anche a Firenze con la nostra piattaforma è grazie soprattutto a Hubble».