Deja vu a gogo. La recensione di un videogioco cult
Difficile immaginarsi che un videogioco sugli skateboard potesse attivare una serie di ricordi strappa lacrime sulla nostra giovinezza e su quanto fosse bella la vita quando, per piacere alle ragazzine, noi maschietti si credeva bastasse avere il giusto modello di scarpe, ascoltare la musica punk, calzare Converse e, magari, avere in garage una tavola pronta da maltrattare (insieme alle nostre ginocchia) su marciapiedi e viuzze. Mentre scriviamo la recensione di Tony Hawk’s Pro Skater 1+2 abbiamo scelto di riavvolgere il nastro e mettere in sottofondo un certo brano di Avril Lavigne – vediamo se siete bravi – il cui video è stato girato in uno skate park pieno di bella gente, molto più brava di noi negli ollie e con i trick. Ma ora basta con i ricordi, torniamo ai nostri trent’anni (sob!) e concentriamoci sulle emozioni provate nel titolo di Actvision, testato sulla nuova generazione di Microsoft.
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Torniamo alle origini
Tony Hawk’s Pro Skater 1+2 è il ritorno di un videogioco cult che ha segnato, forse molto più di quanto si immagini, l’immaginario collettivo di questo sport. Anche in Italia, dove il mondo degli appassionati di skate resta una nicchia, è probabile che il nome di Tony Hawk stampi subito nella mente del nostro interlocutore l’immagine di un ragazzo americano – oggi ha 52 anni – che in bermuda e maglietta fa acrobazie da togliere il fiato su rampe che metterebbero le vertigini anche a chi pratica parapendio. Il brand di Tony Hawk ha attraversato le generazioni e il fatto che Activision abbia scelto di proporlo anche per la next gen significa che l’onda lunga ancora non è finita.
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Raccogliere in una collection i due capitoli Tony Hawk Pro Skater e Tony Hawk Pro Skater 2 permette anche ai rappresentanti della generazione Z, di toccare con mano uno dei grandi classici delle passate generazioni di console. Grazie a un lavoro di ottimizzazione grafica, che rende le ambientazioni e i colori very cool, il prodotto finale merita un sonoro clap clap da noi boomer. Per chi fosse a digiuno dal titolo, l’impostazione di gioco è semplice, con un menu a schede tra cui scegliere per giocare in locale o buttarsi nel multiplayer. Noi che, modestamente, ci avevamo già giocato abbiamo preferito farci meno male possibile e ripartire come se nulla fosse mai accaduto. Prima di tutto: le basi.
Tony Hawk’s Pro Skater 1+2: vediamo che mi ricordo come si fa
Il tutorial di Tony Hawk’s Pro Skater 1+2 è dinamico e immediato. Se avete bisogno soltanto di recuperare confidenza con i tasti e rispolverare le combo per i migliori trick per aria, basteranno pochi minuti; in alternativa, prendetevi tutto il tempo a disposizione per saltare, cadere, sbagliare, sfracellarvi e infine gasarvi. Da imparare c’è molto e, cosa peggiore, il tempo a vostra disposizione non sarà tantissimo. I vari livelli dei due capitoli vi costringeranno ad alzare l’asticella della difficoltà ora dopo ora, richiedendo prima di tutto a voi stessi tanto coraggio e voglia di osare, senza accontentarvi del compitino.
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Il dinamismo è lo stesso di quando – deja vu in arrivo – dovevate fare i compiti ma volevate concedervi ancora 5 minuti per superare il record e collezionare più punti possibili. Per completare ogni tracciato, skate park e circuito di cui è composto il menu di Tony Hawk’s Pro Skater 1+2 è necessario tenere sott’occhio la lunga lista di obiettivi da completare: si va dai più semplici come collezionare le lettere della parola “skate” sparse in giro fino al completare serie di acrobazie difficiline.
Il roster di atleti è ricchissimo, con i grandi nomi del passato e le nuove leve internazionali che Activision ha realizzato alla perfezione, con brand, stili e look originali per dare quel senso di autenticità al titolo. Nulla da dire neppure sulle ambientazioni, vere e proprie cartoline dai luoghi più scenografici e ideali per divertirsi con la tavola. Ora che posiamo la matita ci rendiamo davvero conto di quanta sia stata bella la nostra adolescenza.