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Nata in Germania, la startup opera anche in Francia, Spagna, Regno Unito e nel nostro Paese. Sara Galvagna, General manager Italia: «Occorre stimolare la percezione del fornitore di servizi logistici come partner». Cresce il commercio online in Italia: previsti un +13% e acquisti per 54 miliardi di euro nel 2023
A maggio dello scorso anno la startup berlinese Hive faceva il suo ingresso in Italia, aprendo un ufficio a Milano e un magazzino di oltre 17mila metri quadri in provincia di Pavia. Solo pochi mesi prima, l’azienda specializzata nel settore della logistica a servizio dell’e-commerce lanciata da tre soci fondatori, Oskar Ziegler, Ceo, Franz Purucker e Leo von Kleist, annunciava l’ultimo round di investimento di 34 milioni di dollari.
I primi dodici mesi sono appena trascorsi e Sara Galvagna, General manager per l’Italia di Hive, tira le somme di «un anno complesso che ci ha dato però grandi soddisfazioni. Abbiamo messo in piedi una squadra forte di professionisti giovani e costruito un portafoglio di oltre 30 clienti, nazionali e internazionali soddisfatti, che ci hanno scelto per curare la logistica del loro brand sul territorio italiano».
Hive in Italia (e non solo)
A volerla riassumere, l’attività di Hive in Italia è un flusso che viaggia su due binari. Il primo parte dal nostro Paese e si dirige all’estero. «Abbiamo aiutato tante aziende italiane a espandersi in mercati internazionali, grazie alla nostra impostazione pan-europea», spiega Galvagna. Tra queste c’è Small Giants, startup milanese che produce e distribuisce in dieci Paesi snack a base di insetti con elevati valori nutrizionali. Una collaborazione improntata sull’impegno condiviso sulla sostenibilità e la promozione di pratiche aziendali responsabili.
Il secondo binario compie il percorso inverso: «varie imprese straniere hanno utilizzato i nostri servizi per svilupparsi in Italia. Uno degli ultimi esempi è KoRo, società nata in Germania ed espansa in Europa, che dal 2022 a oggi ha raccolto decine di milioni di euro da investitori istituzionali e a breve gestirà la logistica degli ordini italiani dal nostro magazzino vicino a Milano».
Il centro logistico lombardo sarà presto affiancato da «nuovi magazzini che stiamo aprendo in Italia, con l’obiettivo di offrire una maggiore scelta ai nostri clienti e di specializzarci su alcuni verticali finora poco esplorati, come il fashion».
C’è però dell’altro. Per supportare lo sviluppo del commercio online in Italia, Hive punta sulla «creazione di scambio e l’interazione tra top manager e imprenditori, provenienti anche da brand che non sono nostri clienti. Organizziamo eventi e momenti di incontro in cui le aziende di e-commerce possono scambiarsi opinioni, esperienze, consigli e, soprattutto, dare inizio a nuove sinergie».
«Quello britannico è un mercato chiave per il commercio online, diventato più complicato dopo Brexit»
Uno degli obiettivi per Hive è quello di continuare a sviluppare la propria piattaforma tecnologica, aggiungendo nuove caratteristiche e semplificandone l’utilizzo. «A livello internazionale abbiamo introdotto molte funzionalità nella nostra Hive App, per consentire alle società maggiori personalizzazione, efficienza, velocità e controllo, migliorando così l’esperienza dei loro clienti finali».
I servizi che Hive offre in Italia sono disponibili anche negli altri quattro Stati in cui la startup tedesca ha le sue filiali. Oltre alla Germania, dove tutto è iniziato, dal 2022 Francia e Spagna e, da quest’anno, Regno Unito. «Quello britannico è un mercato chiave per il commercio online, diventato più complicato dopo la Brexit, e anche se siamo appena partiti gestiamo già clienti molto importanti».
Più in generale, sottolinea la manager, «l’espansione internazionale può essere un passo molto complicato per le aziende di e-commerce. Noi semplifichiamo al massimo questo passaggio permettendo ai brand di mettersi in pari con i competitor su panorami esteri, offrendo ai clienti finali tempi e costi di spedizione locali».
Come funziona il modello Hive
Ma in che modo l’azienda tedesca vuole provare a riscrivere il rapporto tra logistica ed e-commerce, ponendo la prima in funzione del secondo? Per rovesciare la prospettiva attuale, secondo cui sono le aziende a doversi adattare alle esigenze logistiche, urge un’evoluzione del modo di intendere il comparto. «Manca la percezione del fornitore di servizi logistici come partner», evidenzia Galvagna.
«Il cambio di paradigma stiamo cercando di anticiparlo e guidarlo, a livello europeo, ma soprattutto nazionale». Per dieci anni, Galvagna ha gestito e-commerce di diversi settori, dal settore vinicolo all’automotive, al pharma&beauty e conosce da vicino le sfide organizzative, logistiche, di costruzione del brand e fidelizzazione dei clienti che gli stessi e-commerce affrontano ogni giorno.
Secondo la General manager Italia di Hive, «ai marchi e-commerce la logistica tradizionale sta stretta, ma allo stesso tempo non è immediato il collegamento tra una logistica efficiente e il miglioramento dei kpi tipici del commercio online», fra cui il tasso di ritorno del cliente, ossia la sua fidelizzazione, e il tasso di conversione da utente a cliente. «Non da ultimo, la nostra tecnologia consente di ridurre tempi e costi di gestione», come il tempo speso in attività di customer service o di riordino e trasporto della merce in magazzino.
«La logistica deve essere un servizio abilitatore per l’e-commerce, in particolare per le aziende native digitali»
«Al centro della nostra visione c’è il concetto secondo cui la logistica debba essere un servizio abilitatore per l’e-commerce e, in particolare, per i brand nativi digitali». Le parole d’ordine, secondo Galvagna, sono due. «Scalabilità e personalizzazione cessano di essere concetti incompatibili, grazie all’utilizzo della tecnologia sviluppata internamente».
La principale novità risiede infatti nell’impiego di una piattaforma attraverso la quale «le società e-commerce possono fornire ai consumatori finali un’esperienza post-acquisto di qualità, grazie a processi logistici efficienti», ma anche creando mail e una pagina web personalizzate, dove gli stessi clienti possono sempre ritrovare le informazioni relative allo stato dell’ordine. «Anche questo contribuisce a fidelizzare i propri clienti ed è possibile farlo in pochi click dalla nostra piattaforma».
Le nuove soluzioni aiutano a ottimizzare il flusso della spedizione già a partire dai centri logistici Hive. Da un lato, dice la manager, «i nostri servizi forniscono una visibilità completa sui processi che avvengono all’interno dei magazzini». Dall’altra, «permettiamo di ottimizzare queste fasi e di aggiungere elementi di personalizzazione alla preparazione ed evasione degli ordini».
Tecnologia che, sottolinea Constantinos Calios, Ceo della startup Koro, «Abbiamo apprezzato i processi e il magazzino localizzato in una posizione strategica vicino a Milano, ma quello che ci ha davvero conquistati è stata la tecnologia d’avanguardia che permette di avere visibilità e controllo sulle operations».
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Un altro aspetto innovativo sta nel fatto che, oltre ai servizi di base come lo stoccaggio in magazzino e la preparazione degli ordini, «mettiamo a disposizione delle aziende il supporto strategico di un account manager e una serie di prestazioni opzionali aggiuntive che possano aiutare l’impresa a scalare in tempi più rapidi», specifica Galvagna.
«La spedizione tramite contratti Hive, il packaging standard a disposizione in vari formati e la possibilità di realizzare, insieme ai nostri esperti un imballaggio personalizzato per valorizzare al meglio il brand, e poi la personalizzazione. Con un click il brand può comunicarci di inserire gadget e volantini sulla base di regole automatiche».
Quale futuro per l’e-commerce
Uno dei tratti caratteristici di Hive è il supporto alle aziende che seguono il modello D2C, direct to consumer, un approccio che vede il brand vendere direttamente al consumatore finale attraverso i propri canali, senza passare da intermediari. Tuttavia, non è così scontato scegliere di puntare sulla propria piattaforma di commercio online.
«Aprire un canale diretto permette di avere il pieno controllo su tutto il processo di vendita e post-vendita, maggiori margini di profitto e avere a disposizione la raccolta dei dati degli utenti, per fare azioni di marketing mirate. Tuttavia, in fase iniziale richiede investimenti significativi per guadagnare visibilità e una gestione logistica, interna o esterna che sia», sostiene Galvagna.
Al contrario, affidarsi a un marketplace esterno offre «maggiore visibilità, logistica semplificata e la fiducia del consumatore, legata alla popolarità della piattaforma scelta». Anche in questo caso, però, i contro esistono e sono diversi. «Ci sono commissioni sulle vendite dei propri prodotti, un accesso limitato ai dati dei propri clienti e l’instaurazione di una dipendenza dalla piattaforma esterna».
Dunque, come scegliere? La General manager della startup tedesca consiglia di guardare alle specificità di ogni impresa. «Occorre valutare le esigenze del proprio brand, i suoi obiettivi, gli impatti sui margini e sul valore del marchio, la cosiddetta brand equity. In ogni caso, Hive è integrabile in entrambe le situazioni».
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Intanto, in Italia l’e-commerce rallenta ma non arresta la sua corsa, dopo il forte aumento avvenuto nei due anni di pandemia. Secondo l’osservatorio eCommerce B2c Netcomm della School of management del Politecnico di Milano, nel 2023 gli acquisti online dovrebbero crescere del 13% rispetto allo scorso anno – nel 2022 l’aumento era stato del 20% sul 2021 – e arrivare a toccare un valore complessivo di 54 miliardi di euro. Il 2022 si era concluso a 48,1 miliardi.
A trainare gli acquisti online, dal punto di vista dei prodotti sono i comparti dell’abbigliamento, del beauty e dell’informatica (+10%), mentre, nei servizi, per i settori del turismo e dei trasporti si prevede una crescita del 27%. «Il made in Italy ha un potenziale elevato, soprattutto nei segmenti della sostenibilità, in particolare nella moda, nei prodotti per la casa, nell’alimentazione biologica e nei prodotti personalizzati», conferma Galvagna. «Il comparto del beauty e del benessere ha grande successo sia tra il pubblico, sia tra gli investitori. La stessa Hive è nata in origine per supportare le aziende di questo ramo».