Il dispositivo lanciato dalla PMI innovativa, Atlas IFM, riesce a misurare le emissioni in ambienti interni di C02 e VOC (Composti Organici Volatili), illuminandosi come una lampada
«Il cambiamento deve partire prima in te e solo dopo potrai portarlo nelle aziende», spiega Edwige De Rosa a Startupitalia Napoletana, 33 anni, ricopre il ruolo di sustainability manager per Atlas IFM, PMI innovativa che offre servizi di innovative facility management e che recentemente ha lanciato in partnership con Nexus, Qubee, un cubo intelligente che riesce a misurare le emissioni in ambienti interni di C02 e VOC (Composti Organici Volatili).
Il cubo che può essere usato all’occorrenza come una lampada si illumina (verde, giallo, rosso); colori che sono associati a differenti livelli di respirabilità dell’aria: «Quando si fa innovazione nel campo della sostenibilità, bisogna essere capaci di adattarsi alle specifiche richieste del mercato. Quello che abbiamo fatto con Qubee è di creare un dispositivo che può essere personalizzato. Per esempio, su richiesta, le aziende potrebbero usarlo anche per determinare i livelli di i monossido di carbonio, polveri sottili PM2.5, particolato PM10, formaldeide, ozono, oltre che di definire fattori come temperatura e umidità», continua Edwige.
Come nasce un’innovazione sostenibile su misura
Edwige guida un team di giovani che in Atlas creano internamente e in collaborazione con enti e altre aziende (oltre a Nexus, il brevetto di Qubee è verificato dall’Università Federico II di Napoli) innovazioni sostenibili sulla base delle esigenze delle aziende loro clienti:
«Ogni forma di innovazione nel campo della sostenibilità non ha alcun valore se imposta dall’alto. Quello che abbiamo voluto fare in Atlas è di lavorare in collaborazione con le aziende nostre clienti per aiutarle a capire dove possono migliorare il loro impatto sull’ambiente e realizzare poi dei dispositivi sulla base delle necessità che sono emerse dai nostri incontri».
Qubee non è l’unica innovazione lanciata in Atlas. La PMI ha creato una piattaforma, che si chiama Smart Clean, che ha ideato altri prodotti come Visionando, una piattaforma che monitora in tempo reale anomalie e guasti negli stabilimenti di produzione via app, e ancora WControl, che si occupa di automatizzare e gestire i cicli di pulizia dei bagni.
Identikit di un sustainability manager
Oggi quella del sustainability manager è una figura sulla bocca di tutti con molti giovani che aspirano a diventarlo. D’altronde, le aziende ne hanno sempre più necessità in un contesto in cui alcuni tra i più investitori privati e istituzionali, tra cui BlackRock, valutano i propri investimenti in base a criteri ESG (i fondi di investimenti focalizzati su fattori ESG hanno raccolto nel 2020 circa 347 miliardi secondo IlSole24Ore).
Per diventarlo occorre formarsi e poi mettersi in discussione personalmente, come racconta Edwige: «Ben prima che la figura del manager della sostenibilità diventasse una realtà affermata, io da sempre mi ero occupata nelle aziende in cui ho lavorato di sensibilizzare i miei colleghi sui temi ambientali, per esempio. Poi per scelta ho deciso di essere vegetariana. Con questo non dico che chi vuole aspirare a questa professione deve fare scelte radicali, ma che deve fare prima un lavoro su se stesso per capire come può ridurre l’impatto della sua vita sull’ambiente».