«Non mi piace il termine nomade digitale. A meno che per “nomadismo” non si intenda lo spostarsi per coltivare i propri interessi e migliorare se stessi. Nel 2024 sono stato un mese a Parigi per seguire le Paralimpiadi. Andavo tutti i giorni allo stadio, frequentavo gli atleti e quell’esperienza serviva per dare valore a me e alla mia impresa. Ecco, dare valore credo sia la parola centrale di tutto quel che faccio».
Prima c’era lo sport, come banco di prova per superare i propri limiti e fare squadra, poi è arrivato l’impegno sulla salute per digitalizzare un settore, quello delle ortopedie italiane, che deve colmare un gap (non soltanto tecnologico) per venire incontro alle esigenze dei pazienti e lasciare un impatto. Andrea Scarinzi, classe 1990, è un imprenditore e Ceo di Orthogether e negli ultimi tempi ha trascorso parecchi mesi in Spagna, tra Barcellona e Malaga.

In questa nuova puntata della rubrica “Italiani dell’altro mondo” lo abbiamo intervistato per farci raccontare il suo percorso alla guida di una società in ambito salute totalmente full remote, da prima della pandemia. Il lavoro agile – da casa o da ovunque si voglia – non ha affatto preso il sopravvento a cinque anni dalla pandemia: molte aziende, da quelle piccole alle grandi corporate, hanno invece deciso di riportare tutti in ufficio 5 su 5.
La divisione non è certo tra chi fa bene e chi fa male. Ma resta il fatto che le aziende full remote sono oggi una rarità. «Una delle cose che mi ha sempre affascinato è il valore sociale dell’impresa. Con la persona al centro, che ha la libertà di decidere come gestire al meglio la propria vita privata e professionale».
Gli incontri decisivi nello sport
Nato a Cremona, Andrea Scarinzi ha coltivato come tanti coetanei la passione per il calcio. Ha giocato nelle giovanili della Cremonese. «Scendevi in campo contro squadre come Inter e Milan. Era un contesto in cui sfidavi te stesso per migliorarti, con avversari che ora vedi giocare in tv». Sport e salute hanno un legame forte, specie per un atleta che fa i conti con benessere fisico, ma anche infortuni.
«Ho avuto come capita spesso in questo sport diversi problemi alle articolazioni, ma quello che ha segnato un mio rigenero fisico è stato risolto con un plantare – ci ha raccontato Andrea Scarinzi -. Questo mi ha permesso di conoscere una serie di professionisti sanitari meno conosciuti rispetto al più famoso fisioterapista, ma che sono figure chiave nel benessere di tutti i giorni. Alla fine negli spogliatoi mi capitava sempre di diventare un punto di riferimento quando i miei compagni si facevano male. Tutti venivano a chiedermi un consiglio, e spesso una fasciatura alle caviglie già che c’erano».

Accantonato lo sport, ha proseguito gli studi all’università frequentando ingegneria gestionale al Politecnico di Milano. La voglia di lanciare un progetto personale è arrivata qualche anno dopo, rendendosi conto delle opportunità del digitale nei settori che più ne avrebbero bisogno. «Aggiungere valore è la chiave per chi fa impresa. Io l’ho individuato nel digitale. Ho iniziato a 25 anni con le prime attività in agenzie di marketing. Poi ho lanciato Orthogether».
I numeri di Orthogether
Fondata come startup innovativa, la società impiega nove collaboratori full remote, più della metà impegnati a tempo pieno. «Il volume d’affari dei dispositivi medici in Italia è sui 4 miliardi di euro, in continua crescita, con un +7% di crescita all’anno». Quando hanno cominciato nel 2018, le richieste dei pazienti erano tante, anche molto specifiche, del tipo “dove posso trovare il plantare ortopedico più vicino a me?”.
Sul portale i pazienti possono prenotare una visita da un tecnico ortopedico oppure comprare un dispositivo in negozio o online. «L’anno scorso sul portale hanno transitato più di 300mila pazienti che potevano contare sul supporto di più di 100 ortopedie sanitarie specializzate presenti su tutto il territorio italiano. A lungo termine l’obiettivo è unire tutto il sistema salute, così da fornire le informazioni che servono al paziente per un cura della patologia a 360 gradi».

Innovare nella salute
In un Paese che invecchia sempre di più, con una crisi demografica allarmante, temi come la salute, l’accesso ai dispositivi medici e alle cure e l’importanza della prevenzione saranno sempre più importanti. Il problema per l’Italia si può affrontare prendendo spunto però da altri ecosistemi. Scarinzi al momento si trova a Malaga, dove lo abbiamo raggiunto in un co-working.
«L’ultimo anno ho percepito la necessità di conoscere cosa accade a livello tecnologico in altre città che non fossero Milano. La mia impresa ne aveva bisogno, soprattutto per capire quali potessero essere le strade da percorrere con l’Intelligenza artificiale da applicare al nostro portale. Malaga e Barcellona, ad esempio, sono all’avanguardia in Europa su questo tema».
Ci sono dunque mete più vicine della Silicon Valley – che gioca un altro campionato – per conoscere di più questa tecnologia. «Quando serve torno in Italia per eventi, fiere e clienti. Avere questa libertà di poter scegliere dove lavorare considerando la fase di crescita in cui si trova l’azienda e delle sue necessità, mi sta dando e ci sta dando tanto valore».
Come si diventa un imprenditore full remote?
Uscire per imparare e contaminarsi. «Gli imprenditori a cui mi ispiro difficilmente stanno sempre nello stesso luogo. Dove sono stato in Spagna mi piace molto l’internazionalità, è senz’altro un Paese più ospitale e aperto». Ma una vita di questo tipo va programmata, senza partire a caso verso una capitale europea. «Il mio interesse era conoscere gente che a livello di tecnologia fosse all’avanguardia e non fosse a Milano. Sono sempre partito dai coworking, partecipando a un sacco di eventi».
Secondo Scarinzi il rischio per il nomade digitale è la solitudine. «Se parti solo per andare in spiaggia lo fai un mese, ma cosa ti ritrovi in mano alla fine? Quello che consiglio a chi vuole fare un’esperienza costruttiva è porsi anzitutto una domanda vera. Quali sono i miei interessi? Per quale motivo mi sto muovendo?». Da lì le risposte si strutturano in città più indicate, luoghi, eventi e opportunità dove assorbire più informazioni possibili e costruire rete.