Il 30 giugno, a Firenze, in occasione dello StartupItalia Open Summit Summer Edition 2022, sarà presente anche l’azienda toscana che ha realizzato un impianto automatizzato e gestito da remoto in grado di raccogliere e smaltire i rifiuti galleggianti in acqua
La tecnologia a sostegno dell’ambiente. È il caso di Blue Eco Line, azienda toscana fondata nel 2018 dall’ingegnere Lorenzo Lubrano, insieme ai colleghi e allora compagni di corso all’Università di Firenze, Olimpia Rossi, Michele Mugnai e Camilla Cantiani. La startup ha brevettato la tecnologia River Cleaner, un impianto automatizzato e gestito da remoto di raccolta dei rifiuti galleggianti nei fiumi, in grado anche di smaltirli. Un modo per evitare che plastiche e microplastiche finiscano nei mari e negli oceani, al quale l’azienda ha aggiunto il sistema di monitoraggio fluviale River Eye. L’obiettivo di questo strumento è l’identificazione e la classificazione dei materiali inquinanti e distinguere quelli organici dalla plastica.
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Cinque domande al ceo di Blue Eco Line
StartupItalia: Di cosa si occupa Blue Eco Line?
Lorenzo Lubrano: «Blue Eco Line si occupa di sviluppare soluzioni per il contrasto del fenomeno dell’inquinamento marino da plastiche, agendo sui fiumi».
SI: Quando e come nasce l’idea?
LL: «Blue Eco Line nasce a fine 2018 dalla volontà di quattro ragazzi di salvaguardare la salute degli ecosistemi marini. Dall’unione di questo comune desiderio e delle loro conoscenze ingegneristiche ha preso vita il progetto di raccolta rifiuti River Cleaner, con l’obiettivo di prevenire l’inquinamento marino da plastica andando ad intervenire a monte. L’80% della plastica che si trova in mare arriva infatti dai fiumi. Nel 2020 è stato poi realizzato River Eye, un programma di monitoraggio dei rifiuti fluviali».
SI: Qual è la caratteristica che vi distingue dai competitor e che potrà essere la chiave del vostro successo?
LL: «Quello che ci contraddistingue è la completa automatizzazione dei nostri impianti. Gestire le operazioni da remoto e raccogliere i rifiuti fluviali convogliandoli direttamente al piano stradale consente di integrare la raccolta di tali rifiuti nel regolare processo di raccolta urbana. Portando così significativi vantaggi in termini di costi di gestione. Il tutto è reso possibile dall’unione di automazione industriale, intelligenza artificiale e computer vision».
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SI: A che punto è il vostro progetto e quali sono gli obiettivi per il futuro?
LL: «Dopo una fase di test sul fiume Po, Blue Eco Line è pronta a lanciare River Eye sul mercato. L’obiettivo è creare una rete di monitoraggio che analizzi il flusso di rifiuti plastici dei corsi d’acqua, per avere a disposizione dati precisi sulla dimensione del fenomeno e individuare luoghi che necessitano di intervento. Il passo successivo sarà creare un database con i dati raccolti da condividere con aziende, istituzioni e centri di ricerca. Per quanto riguarda River Cleaner, dopo aver concluso con successo tutti i test, siamo pronti a installare i primi impianti di raccolta in Italia nel 2022, grazie alla collaborazione con Anbi Toscana, l’Autorità di Bacino Distrettuale Appennino Settentrionale e Estra Spa. È inoltre fondamentale la collaborazione con il settore privato, come quella con CentroStyle, azienda del settore ottico che realizza prodotti sostenibili. Il passo successivo sarà la realizzazione di installazioni in altre regioni italiane e all’estero».
SI: La vostra realtà è stata selezionata per far parte di #SIOS22 Summer: cosa vi aspettate da questa esperienza?
LL: «Siamo molto orgogliosi di essere stati selezionati per questo importante evento a livello nazionale. Ci aspettiamo di conoscere nuove realtà interessanti e poter sviluppare collaborazioni o partnership. Ma, soprattutto, ci auguriamo di riuscire ad accendere – ancora una volta – le luci sulla tematica del marine litter e sensibilizzare le realtà presenti nel processo di contrasto al problema».