In collaborazione con |
Cosa manca alle città italiane per essere “smart”? Quali sono i progetti di Acea per la sostenibilità? Se ne è parlato ad Acea Innovation Day
Un’importante occasione di confronto tra istituzioni, aziende e player di settore sui temi della sostenibilità, della digitalizzazione e delle smart cities. Acea Innovation Day, giunto alla sua seconda edizione, è nato proprio con lo spirito del Gruppo di trovare nuovi spunti su come coniugare la sua vocazione, industriale e sostenibile, con le sfide del futuro. Alla luce del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, i temi principali affrontati sono stati quelli del fare innovazione in molteplici campi e settori. “Il PNRR rappresenta una grande opportunità per accelerare i percorsi di innovazione e transizione ecologica – afferma la presidente di Acea, Micheala Castelli – Percorsi che sono ispirati all’essenzialità e che hanno bisogno di essere sostenuti da parte delle istituzioni. Per una ripresa duratura del Paese è fondamentale, infatti, la collaborazione tra attori pubblici e privati, insieme ad un piano di riforme strutturali che consentano di andare oltre gli obiettivi indicati dal PNRR”.
Le smart cities del futuro ad Acea Innovation Day
Si parla tanto di creare “città smart” ma che cosa significa questo? Ed è possibile ovunque? Partendo da questa riflessione sono tanti gli spunti interessanti emersi dal confronto tra il sindaco di Roma, Virginia Raggi, che ha evidenziato l’importanza della tecnologia nella gestione del bene comune come, ad esempio, l’app Waidy che permette di ricevere e trasmettere informazioni sui vari nasoni di Roma; i progetti smart di Acea per la rete idrica e per la mobilità elettrica; la fibra, altro punto centrale nella smartizzazione delle città. Un tema che, come evidenziato anche da Gianmatteo Manghi, CEO di Cisco Italia, è stato sempre più centrale soprattutto in questo ultimo periodo, quando la pandemia ha costretto un gran numero di cittadini allo smartworking. Un campo che, inevitabilmente, intreccia quello della cybersecurity. “Valorizzare le informazioni garantendo la sicurezza della rete e sviluppando soluzioni per il mercato sempre più performanti è un importante passo verso la costruzione di una città digitale, inclusiva e sostenibile – afferma Massimo Tedeschi, Chief Technology Officer di Leonardo – Non si può guardare alle rinnovabili senza guardare alla digitalizzazione delle reti”. Sarà proprio l’intelligenza artificiale, secondo quanto affermato da Stefano Rebattoni, General Manager di IBM Italia, a supportare gli innovatori con il quantum computing: tecnologia che permette di aggregare le competenze anche grazie al PNRR. Ma cosa manca, quindi, alle città italiane affinché possano dirsi davvero smartizzate?
Cosa manca alle città per essere smart
Tra le criticità evidenziate durante il panel “Transizione ecologica e smart cities”, a cui hanno partecipato Fabio Fregi, Country Manager Google Cloud Italia, Claudio Arcudi, Responsabile Energy & Utility di Accenture Italia e Giuseppe Gola, CEO di Acea, c’è la necessità di avere a disposizione un sistema più avanzato per permettere a data center e pubbliche amministrazione di poter condividere dati e informazioni e, al contempo, la garanzia che, soprattutto i dati sensibili, siano protetti. In questo senso, il capitale umano, oltre a quello tecnologico, è centrale e per questo è indispensabile, da parte delle strutture scolastiche e delle amministrazioni lavorare allo sviluppo di professionisti sempre più competenti in quelle che vengono definite le “materie STEM”. “Sensibilizzare i ragazzi e gli studenti alle tematiche digitali è un altro punto fondamentale”, afferma la presidente Castelli. Lo scioglimento dei ghiacci e i cambiamenti climatici hanno portato alla consapevolezza di rendere le città sempre più sostenibili per essere vissute. Il passaggio verso la decarbonizzazione, allo stesso tempo, non dovrebbe, però, sgravare nelle tasche dei consumatori con rincari in bolletta. In questo senso, le priorità evidenziate sono quelle di costruire edifici e strutture orientate all’efficientamento energetico, che permette di risparmiare fino al 50% di quell’energia che oggi, invece, viene consumata. In tutto questo, il ruolo della tecnologia è sempre più centrale con sistemi automatizzati e robot che faranno parte del nostro futuro non sostituendosi all’essere umano ma aiutandolo a creare un mondo più ecosostenibile. E per fare tutto questo, il supporto che le startup possono garantire è fondamentale non soltanto nello sviluppo di una tecnologia piuttosto che un’altra, ma nella creazione di un intero ecosistema virtuoso fatto, sempre più, di piattaforme open e servizi digitali, connettività e possibilità, per tutti, di avere gli strumenti adatti per essere digitalizzati. Questi strumenti devono guardare allo sviluppo di un piano cittadino: oggi una priorità anche perché, nel futuro prossimo, l’80% della popolazione vivrà nelle città urbanizzate.
I progetti di Acea per la sostenibilità
Tra i temi portati all’attenzione durante il pomeriggio negli interventi di Luciano De Propris, Responsabile Sostenibilità & Open Innovation Consorzio di ELIS, Stefano Molino, Responsabile Fondo Acceleratori di CDP Venture Capital SGR, Davide Dattoli, CEO Talent Garden e Alberto Onetti, Presidente Mind The Bridge, e da Ivan Vigolo, Chief Innovation & Information Officer del Gruppo Acea, ci sono i progetti che Acea porta avanti nella direzione della sostenibilità. Tra questi, nell’ambito della distribuzione elettrica, ad esempio, l’azienda ha adottato, per il monitoraggio delle reti, foto satellitari e droni che riducono le emissioni di CO2, e per l’individuazione di guasti sulla media tensione un sistema basato su intelligenza artificiale e machine learning. Nel settore idrico, il modello di riferimento è quello della Smart Water Company, caratterizzato, grazie alla digitalizzazione della rete, da una gestione ancora più responsabile e sostenibile della risorsa idrica. Sul fronte della mobilità elettrica, Acea ha avviato un piano che prevede, entro il 2024, l’installazione di 2.200 colonnine elettriche e attivato una app che consente di gestire la ricarica tra gli oltre 10.000 punti abilitati in Italia.
Per l’economia circolare, sta lavorando sul compostaggio di prossimità grazie a un mini-impianto a chilometro zero dotato di tecnologia sensoristica. Tutti questi progetti si inquadrano nelle strategie di sviluppo previste dal Piano Industriale di Acea 2020-2024 che ha destinato 615 milioni di euro agli investimenti in innovazione e tecnologia.