Che cos’è e come dovrebbe funzionare la Vaccination Credential Initiative promossa, fra gli altri, da Microsoft, Oracle e Salesforce
Di iniziative che tentato di trovare un sistema per digitalizzare e rendere interoperabili certificati vaccinali ed esiti negativi dei test (sierologici o molecolari e antigenici) ce ne sono molte. Fra le prime a partire c’è stata CommonPass, un’app progettata dal Common Trust Network a sua volta promosso dalla nonprofit ginevrina The Commons Project insieme al World Economic Forum. C’è anche il piano della Iata, l’associazione internazionale delle compagnie aeree, battezzata Travel Pass. Oppure IBM che ha sviluppato la sua Digital Health Pass come prodotto a disposizione delle compagnie (ma anche dei luoghi che ospitano eventi di massa) da personalizzare, includendo i requisiti necessari per l’accesso. E altre soluzioni di portata regionale.
La maxialleanza, da Microsoft a Oracle
Da qualche settimana un gruppo di colossi tecnologici di cui fanno parte anche Microsoft e Salesforce ha lanciato una piattaforma, battezzata Vaccination Credential Initiative, che punta a costruire un sistema universale di standard sulla base del quale consentire alle diverse compagnie dei trasporti e autorità sanitarie di costruire applicazioni dedicate alla certificazione dello stato di un cittadino-viaggiatore e dunque alla mobilità. Un po’ come accaduto la scorsa primavera ma solo con Apple e Google per le app di tracciamento tipo Immuni, l’infrastruttura open source che dovrebbe nascere da questa collaborazione (ci sono anche molte aziende sanitarie come la non-profit Mayo Clinic, Cerner Corp e Oracle per un totale di circa duecento membri) dovrebbe poter consentire alle più diverse applicazioni per smartphone, basate sugli stessi principi, di parlarsi e consentirci così di fornirci l’accesso non solo agli aeroporti ma anche a ristoranti, cinema, altri luoghi al chiuso.
Integrazione col Digital Green Certificate?
Ad aprile dovrebbero essere resi disponibili, in formato libero, i primi standard tecnologici, almeno stando a quanto ha spiegato di recente il Wall Street Journal. Parametri per applicazioni in grado di verificare se e quando qualcuno si è vaccinato contro Covid-19. Un’operazione diversa da quella appena presentata dalla Commissione Europea, il Digital Green Certificate, con la quale bisognerà evidentemente pensare a un programma di eventuale integrazione e interoperabilità.
Chi sperimenterà per primo gli standard
Le applicazioni che sperimenteranno per prime i nuovi standard messi a punto dai colossi della tecnologia saranno proprio CommonPass e CommonHealth. “L’obiettivo è fornire alle persone accesso ai loro dati sulle vaccinazioni in modo sicuro, verificabile e che rispetti la privacy” ha spiegato un portavoce di Microsoft. Anche Google starebbe tenendo d’occhio l’iniziativa, pronta a fare quello che sarà necessario per adeguare i propri sistemi operativi e le proprie applicazioni a framework universali di verifica dell’avvenuta vaccinazione.
Quali dati serviranno
I dati necessari saranno nome e data di nascita associati a un codice univoco per la vaccinazione, visualizzato tramite QR Code anonimo. Per come la vedono negli Stati Uniti, l’applicazione dovrebbe collegarsi in modo blindato direttamente ai database dei sistemi sanitari ogni volta che è necessario e recuperare l’informazione sull’immunizzazione. A quel punto, un po’ come abbiamo visto accadere in diversi paesi del mondo e perfino in Europa (ma grazie a quest’alleanza potremmo utilizzare tutti lo stesso standard), basterebbe mostrare l’app al personale incaricato o avvicinare il cellulare all’ingresso di qualsiasi mezzo o attività, facendolo leggere da un apposito lettore.