Decisione che segue quella di tanti altri paesi in giro per il mondo. Secondo Ottawa «presenta un livello di rischio inaccettabile per la privacy e la sicurezza»
Non sono mesi facili per TikTok. L’app della Big Tech cinese ByteDance, che sta spopolando anche in Occidente, sembra preoccupare numerosi paesi. Al punto che istituzioni, parlamenti, governi e università hanno già messo in atto provvedimenti per bandire l’app dagli smartphone aziendali. Il penultimo caso riguardava l’Unione Europea e nelle scorse ore si è aggiunto il governo del Canada dal momento che, come ha spiegato un portavoce, «presenta un livello di rischio inaccettabile per la privacy e la sicurezza». I ban di TikTok seguono anni di dibattito e polemiche soprattutto tra le due sponde del Pacifico: è dai tempi della presidenza Trump che Washington (seguita ora da molti alleati) lancia accuse contro ByteDance, il suo modo di trattare i dati degli utenti e i legami con il governo comunista di Pechino.
Negli USA università, la Camera dei Rappresentanti, e decine di Stati hanno approvato ban di TikTok su smartphone e device dei funzionari pubblici (si parla di 4 milioni di utenti a fronte di 80 milioni di utenti mensili che atterrano sull’app negli Stati Uniti). La questione potrebbe complicarsi, con nuovi paesi ad accordarsi a una scelta drastica che, al momento, non ha colpito la massa degli utenti.
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Il tema dei social network e del loro rapporto con i dati è cambiato nell’ultimo decennio. Se all’inizio le piattaforme come Facebook venivano intese come innocue e positive per la loro capacità di connettere le persone, scandali come quelli di Cambridge Analytica hanno svelato l’uso massiccio di dati sensibili senza alcun consenso da parte degli utenti. Il fatto che ora sotto la lente di autorità e governi sia finito TikTok non deve distogliere l’attenzione dal quadro generale. Anche le Big Tech a stelle e strisce hanno basato il proprio modello di business sulle informazioni cedute gratuitamente dagli utenti. Resterà da capire se processi alternativi di monetizzazione (come l’ultimo annunciato da Meta) ridurranno o meno la dipendenza dai dati.