L’artista e tech founder spiega come l’esperienza food, oggi dematerializzata, può diventare più reale che mai. “Diversi marchi stanno già inventando un entusiasmante mix di esperienze virtuali fisiche e coinvolgenti, in cui è possibile ottenere ricompense nel mondo reale”
Da una parte ci sono numerose nazioni africane preoccupate dalla crisi del grano causata dal conflitto russo-ucraino. Dall’altra, ci sono aziende di ogni tipo, anche agroalimentari, che stanno investendo milioni di dollari per assicurare la propria presenza in un pezzetto di Metaverso.
Dal romanzo alla dispensa
Il termine Metaverso fu coniato da Neal Stephenson nel romanzo cyberpunk Snow crash (1992), per indicare uno spazio tridimensionale all’interno del quale persone fisiche possono muoversi, condividere e interagire attraverso avatar personalizzati.
Molte persone (celebrità come Reese Witherspoon comprese) sono convinte che presto potremo fare davvero tutto nel Metaverso, persino incontrare l’amore della nostra vita. Ma riusciremo a mangiare? A sentire il sapore e gli odori anche lì?
Secondo Carlos Mats, tech founder, artista, designer e speaker, “il Metaverso (almeno nella sua prima versione) è un’esperienza puramente virtuale, non fisica. Quindi l’atto di mangiare e nutrirsi dal ‘cibo virtuale’ non è ovviamente possibile”.
“Tuttavia, ci sono molte opportunità per i marchi alimentari, i ristoranti e l’intero settore di approfondire la loro connessione con i propri clienti. È qui che tutti i marchi, non solo l’industria alimentare, possono eccellere attraverso la costruzione del marchio, programmi fedeltà, attivazioni nel Metaverso ed esperienze gamificate che portano ad aumentare il coinvolgimento nel mondo reale”.
I primi progetti relativi alla ristorazione nel Metaverso mostrano come il cibo non sia solo mera soddisfazione di un bisogno fisico. Va oltre. È un pretesto per costruire relazioni nella vita reale. Ed ecco fiorire i supper club abilitati alla blockchain, gli investitori interessati ad aziende alimentari, le bevande NFT. Non un pasto reale, certo, ma un surrogato socialmente utile.
Gli impatti del Metaverso sul mondo reale
Le possibilità per i marchi alimentari nel Metaverso sono molteplici. “Diversi marchi, tra cui Chipotle e Wendy’s, stanno già inventando un entusiasmante mix di esperienze virtuali fisiche e coinvolgenti, in cui è possibile ottenere ricompense nel mondo reale”, spiega Mats.
“Le catene globali di fast food come Burger King e McDonald’s stanno entrando attivamente nel Metaverso, dove l’obiettivo principale di queste esperienze immersive è la Generazione Z. Sono cresciuti con Snapchat, oggi leader della realtà aumentata con il suo popolarissimo Filtri AR e anche il loro hardware Spectacles. Si tratta di persone particolarmente aperte e preparate per questa nuova era di interazione con le informazioni”.
La ricetta sembra semplice. Vai in un ristorante del Metaverso, gioca, vinci un dessert o un pasto del mondo reale. Ma non è l’unica.
OneRare ha conquistato per sé il titolo di primo cibo nel Metaverso. È possibile visitare un ristorante virtuale, con tanto di menu creato da un celebre chef. Grazie ad alcuni accordi con degli agricoltori digitali, si possono acquistare gli ingredienti e combinarli tra loro per una cacio e pepe, patatine fritte NFT o un pollo con riso alla maniera di Singapore.
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Si possono anche fare donazioni a un frigo comunitario virtuale, che però ha una corrispondenza nel mondo reale. Infatti, l’unica differenza tra OneRare e un mondo tipo The Sims è che ciò che si fa nel Metaverso ha un vero impatto sulla vita reale.
Wiv, un’azienda vitivinicola norvegese, ha investito nella produzione NFT. Le sue vigne sono in Europa e, grazie al Metaverso, vende vere bottiglie di vino, spedite solo al momento giusto dell’invecchiamento. Gli acquirenti possono anche svolgere tour virtuali in vigna, per apprendere qualcosa in più sui processi di vinificazione. Per il CEO di Wiv, Tommy Nordam Jensen, questo è solo un modo alternativo di finanziare i vignaioli.
Chef perfetti dal Metaverso
Le scuole di cucina nel Metaverso potrebbero risolvere il problema della formazione etica degli chef. Secondo Mats, qui si potrebbero formare “chef esperti a tempo di record”.
“VR e AR sono strumenti eccellenti per l’istruzione e la formazione, in quanto offrono fedeltà percettiva, monitoraggio e valutazione dei progressi in tempo reale. Esercitarsi nella preparazione di un piatto complicato più volte, avere le istruzioni dal vivo in tempo reale in AR, in modo che quando lo si prepari per davvero la prima volta, risulti perfetto, nessun ingrediente sprecato, nessuna energia in eccesso spesa: la simulazione crea la perfezione”.
E a proposito di chef, tra i primi a sperimentare un approccio nel Metaverso, c’è stato il tre stelle Michelin Heinz Beck. Durante la cena “dine wine and art experience”, nel suo ristorante di Dubai Social by Heinz Beck, ha presentato il primo NFT (non-fungible token) in collaborazione con Crypto Dine Wine Art, società specializzata nella creazione di NFT nell’enogastronomia. In questo modo, lo chef ha unito la sua passione per l’arte con quella per la cucina.
Quali occasioni per l’Italia?
L’Italia è una terra elettiva per il buon cibo e la condivisione a tavola. Forse l’esperienza dematerializzata potrebbe avere poco senso, qui. Ma secondo Mats, nel Metaverso ci sono occasioni anche per la valorizzazione dei prodotti Made in Italy.
“Più conosci qualcosa, più puoi apprezzarla. Informazioni educative, nutrizionali e persino storiche davvero coinvolgenti possono migliorare l’esperienza di mangiare un piatto tradizionale italiano. Puoi vedere interattivamente il processo e l’origine della tuo piatto di pasta o della tua pizza preferita, e come si è evoluta nel corso dei secoli, proprio mentre la mangi. L’industria culinaria sta per abbattere i suoi confini, diventando più divertente e più interconnessa che mai”.
Cibo reale, funzione anche immateriale
In questo momento, i marchi stanno implementando luoghi Metaverso in cui la partecipazione porti a premi e vantaggi nella vita reale, “ma dobbiamo ricordare che mangiare è un’esperienza sociale ed emotiva, tanto quanto fisica. Quindi possiamo immaginare che in un futuro non troppo lontano saremmo in grado di pranzare e incontrarci con amici da tutto il mondo in un luogo virtuale, dove una catena alimentare globale può consegnare il vero cibo a ciascuno nelle case della vita reale dei partecipanti nello stesso momento. Poi potremo divertirci insieme, virtualmente. Avremo appena mangiato un vero pasto, insieme ai nostri amici virtuali”.