Primario di Microbiologia all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, il Dottore, ha sottolineato Zaia in conferenza stampa, “è un riferimento per le novità del mondo digitale applicato alla diagnostica”
Nella consueta conferenza stampa sulla situazione Coronavirus in Veneto, il presidente di Regione, Luca Zaia, ha presentato il kit del test fai da te. Ad affiancarlo nella presentazione del nuovo tipo di tampone è stato il Dottor Roberto Rigoli, primario dell’Unità di Microbiologia e Virologia all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso e coordinatore delle 14 microbiologie del Veneto. La sperimentazione del test che promette di alleviare un po’ la situazione delle strutture sanitarie e aumentare il tracciamento dei casi (ammesso che i veneti usino almeno l’app dal sapore federalista Zero Covid Veneto, su cui dovranno caricare i risultati del tampone fai da te) sarà coordinata nella Regione proprio da Rigoli, Elon Musk del Nord Est.
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“Il dottor Rigoli è un po’ l’Elon Musk del Veneto: è attirato come me dall’innovazione”, ha detto Zaia nella conferenza stampa di ieri, 16 novembre, prima di presentare e sperimentare in diretta il nuovo test fai da te. Sul mondo digitale applicato alla diagnostica, ha evidenziato il governatore del Veneto, Rigoli “è diventato un punto di riferimento internazionale per le novità. Molte aziende fanno oggi riferimento al laboratorio di Treviso”.
© Immagine: Facebook Luca Zaia
L’impegno del dottor Rigoli durante la pandemia
Il dottor Roberto Rigoli, coordinatore delle 14 microbiologie della Regione Veneto, è anche vicepresidente dei microbiologi italiani. Dal 2006 ricopre l’incarico di Direttore dell’Unità Complessa di Microbiologia e Virologia all’Ospedale Ca’ Foncello di Treviso. Più volte a fianco del presidente Zaia nel corso delle conferenze stampa sul bollettino quotidiano dei contagi, il primario è una figura di primo piano nella lotta al Covid-19 in Veneto.
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Intervistato lo scorso 17 ottobre dal Mattino di Padova, Rigoli aveva messo in guardia sulla crescita dei casi e ricoverati, causa Coronavirus. “È cambiato il panorama e la verità è che non ci sono certezze. Non credo sia dovuto solo a un aumento della circolazione del virus, è qualcosa di legato alla tipologia del virus. Che ci sorprende sempre”, aveva commentato il primario, aggiungendo che ogni previsione lascia il tempo che trova. “Andiamo giorno per giorno, abbiamo imparato che ci sono dei picchi, ma che poi improvvisamente si fermano”.
In pieno agosto, però, assicurava che il Coronavirus si fosse ormai spento. Da sempre, comunque, è convinto del fatto che per cercare di circoscrivere quanto più possibile i nuovi contagi, occorra “puntare alla solidarietà della popolazione. Se riusciremo ad arrivare ai test in autosomministrazione, il cittadino dovrebbe essere così ‘cooperante‘ da intervenire in prima persona sul piano della prevenzione”.
Il laboratorio di Treviso e il test fai da te
Rigoli è poi un vero veneto: lavoratore instancabile. Non nei capannoni (per dare un’immagine olistica, sicuramente cara a Zaia) come i suoi corregionali ma in ospedale, a qualunque ora del giorno e della settimana. “Se volete fare una prova, sabato e domenica troverete il dottor Rigoli sempre in laboratorio. Potete chiamare o andare di persona, lo troverete lì, a volte anche all’una o alle due di notte. Lo ringrazio per la sua dedizione”, ha detto Zaia annunciando l’arrivo del nuovo kit per il test fai da te. Secondo quanto riportato dal presidente di Regione, i tamponi autosomministrabili sono in studio dagli scorsi mesi di maggio e giugno. “Abbiamo iniziato a pensare a questa idea oltre cinque mesi fa. Abbiamo deciso di presentare il test fai da te oggi, innanzitutto perché è giusto rendere onore al dottor Rigoli, che per primo ha dato uno sviluppo a questo tipo di diagnostica”, ha commentato a questo proposito il presidente della Regione Veneto.
Proprio grazie agli studi e alle sperimentazioni effettuate nel laboratorio di Treviso, i cui risultati sono stati annunciati oggi dallo stesso Rigoli, si è potuta confermare la validità del tampone fai da te, la cui metodologia è analoga a quella del tampone antigenico rapido. Riguardo questa tipologia di test, “l’affidabilità è notevole”, ha dichiarato il primario. “A Treviso sono stati testati 3.486 soggetti. Di questi, 415 erano positivi, i test fai da te ne avevano individuati 413. La sensibilità sui positivi è del 99,52%. Per quanto riguarda i negativi, su 3.071 testati, abbiamo riscontrato 22 falsi positivi, per una specificità del 99,28%”.
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Attendibilità, che, però, diminuisce drasticamente se non si inserisce il tampone nel reagente subito dopo averlo estratto dal naso. “Non bisogna aspettare mettendo i tamponi in frigo, o congelandoli”, ha avvertito Rigoli. Si attende ora la validazione nazionale da parte del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità per poter procedere successivamente con la messa in commercio nelle farmacie. E il Veneto spera di aver trovato in Rigoli il nuovo Andrea Crisanti, cioè il condottiero che gli permetta di superare prima e meglio delle altre parti d’Italia anche questa nuova ondata. E noi glielo auguriamo.