La società di Google ha completato l’obiettivo nella città di Logan e annuncia di guardare ai centri sotto i 500.000 abitanti (compresa Firenze). Ma l’espansione del servizio su ampia scala resta complessa e lontana
Wing sta per tagliare il traguardo delle 100.000 consegne effettuate via drone e professa ottimismo per allargare il servizio in più città e paesi del mondo. Un dato significativo alla luce delle promesse verso i droni postini, nate al principio dello scorso decennio con il moltiplicarsi dell’uso dei velivoli senza pilota e l’ambizione di Amazon con il progetto Prime Air, circa la consegna di prodotti via drone su scala globale.
Consegne attive in 3 paesi
A quasi dieci anni di distanza, il piano di Amazon è ancora su carta e si scontra con una serie di limiti tecnici e licenziamenti che hanno ridotto gli investimenti e circoscritto i test ad aree molto piccole e dotate di particolari condizioni per la buona riuscita delle consegne. Chi sembra viaggiare più spedito, invece, è appunto Wing Aviation, azienda sotto l’egida di Alphabet, la holding che raggruppa tutti i business attivi e in fase di studio di Big G. I droni bianchi con dettagli in giallo della società californiana stanno sorvolando dal 2019 alcune aree specifiche di località in Australia (la capitale Canberra e Logan, nel Queensland), Usa (Christiansburg, in Virginia) e Finlandia (Helsinki), in virtù di accordi con i rispettivi organi di competenza e all’insegna delle norme che regolano il volo dei droni nei diversi luoghi.
Il successo australiano
Il caso eclatante che ha attirato le attenzioni della stessa azienda è stata la risposta dei residenti nei 19 sobborghi di Logan attirati dal servizio, disponibile nel complesso per circa 110.000 abitanti della città che ospita circa 300.000 persone. Nell’arco di due anni, anche a causa della diffusione di incendi boschivi e della pandemia, la crescita degli ordini è stata costante, con una netta accelerata negli ultimi mesi (anche perché nel frattempo sono aumentate le zone coperte): alle 50.000 consegne a domicilio dei primi 15 mesi sono susseguite altrettante richieste nei primi 8 mesi dell’anno in corso. Tazze di caffè caldo, polli arrosto, pane, sushi e snack sono stati i prodotti più gettonati (i rispettivi numeri sono riportati nel video qui sotto), recapitati con successo grazie a un sistema efficace, automatizzato, rapido e per ora sicuro.
Due tratti distintivi: previsione e facilità di carico e rilascio del pacco
Parte della buona riuscita delle operazioni è dovuta al processo che precede il decollo sviluppato da Wing, che utilizza software per stabilire il velivolo migliore per eseguire la consegna per ogni singolo ordine ricevuto via app, con la partenza preceduta dall’analisi ambientale e simulazioni in relazione a condizioni meteo e percorso. Altro tratto distintivo è il meccanismo di carico e consegna del pacco: non c’è bisogno che il drone debba atterrare in fase di consegna, perché Wing ha previsto il rilascio di un filo dall’altezza di 7 metri (rispetto ai 45 metri raggiunti nel corso del viaggio, alla velocità massima di circa 105-110 km/h) per il deposito automatico del pacco che include il prodotto richiesto. Una scelta che almeno a Logan si è rivelata vincente, poiché come riporta la stessa Wing le consegne vengono portate a termine nell’arco di 10 minuti.
Resta da capire, però, se quello australiano è un caso particolare, magari limite, oppure possa essere replicato altrove. “Il servizio è sicuro e scalabile”, ha affermato a The Verge Jonathan Bass, portavoce di Wing. “Ci sono centinaia di città nel mondo con le dimensioni di Logan, come New Orleans, Manchester o Firenze e oltre 2 miliardi di persone vivono in luoghi con una popolazione pari o inferiore a 500.000 abitanti. Per questo crediamo che più avanti le consegne via droni possano essere replicate”.
Gli ostacoli per la diffusione dei droni postini
Parole che lasciano trasparire, intanto, un limite per il servizio, incapace di poter funzionare in grandi centri metropolitani e aree con alta densità abitativa. Tra le condizioni ideali, poi, la stessa Wing parla di “piccole aree senza alberi sporgenti, linee elettriche o altri ostacoli simili” come condizioni ideali per i luoghi che il drone deve raggiungere prima di rilasciare il pacco. Un identikit che cozza con il panorama fiorentino e in generale, volendo guardare in casa nostra, con molte cittadine italiane (al di là delle aree di campagna). L’ipotesi di una diffusione su ampia scala del servizio deve scontrarsi anche con le differenti normative riguardo il volo dei droni in vigore nei vari paesi, e quindi con la necessità di trovare ogni volta accordi per avviare la fase di test. Senza dimenticare le difficoltà del settore nel tenere fede alle promesse di un decennio fa, con un percorso che sembra per molti versi simili allo sviluppo delle auto a guida autonoma: tanto entusiasmo, grandi investimenti e traguardi (teorici) a porta di mano, che poi si tramutano in ostacoli da superare, regole da rispettare in nome della sicurezza e possibilità di successo rimandate a un domani incerto e lontano.