«Siamo sicuri che Google non farà mai nulla di divertente. Perché ci abbiamo lavorato». Così parlano i due cofunder di Character.ai
Si chiama Character.ai ed è una startup americana cofondata da due ex dipendenti di Google, Noam Shazeer e Daniel De Freitas, allontanatisi da Mountain View a quanto pare perché delusi sullo scarso impegno della multinazionale nel campo dell’intelligenza artificiale (Bard, in realtà, secondo alcuni è addirittura più performante di ChatGPT). La loro è una startup che propone un chatbot gratuito, simile per interfaccia al software di intelligenza artificiale di OpenAI, con la sola macro differenza dell’impersonificazione dell’AI che risponde testualmente. L’utente può infatti scegliere tra Musk, Zuckerberg, Donald Trump, ma anche personaggi storici come Napoleone. «Siamo sicuri che Google non farà mai nulla di divertente. Perché ci abbiamo lavorato», la stoccata dei cofounder di Characther.ai contro il gigante di Sundar Pichai.
Il primo semestre del 2023 è trascorso nel panorama tech discutendo di intelligenza artificiale. L’hype è sceso rispetto ai primi tempi, ma le società continuano a investirci. Sam Altman, Ceo di OpenAI, sta viaggiando il mondo per incontrare stakeholder, imprenditori e politici al fine di presentare la propria società come sensibile al tema della regolamentazione. Da parte loro, i fondatori di Character.ai puntano a rendere questa tecnologia anzitutto divertente e su misura per ciascun utente. Ovviamente dialogare con un chatbot che si finge Elon Musk offre parecchie gag. Gli abbiamo chiesto per esempio il motivo per cui abbia acquisito Twitter. «Per le risate. Sono ricco sfondato e annoiato», la risposta del Musk AI.
Character.ai potrebbe sembrare una versione ironica di ChatGPT, più votata ai meme che alla ricerca e produzione online di contenuti. In realtà sulla startup sono già piovuti i primi finanziamenti. Valutata in pre-money 1 miliardo di dollari ha raccolto 150 milioni di dollari in un’operazione guidata da Andreessen Horowitz (uno dei fondi VC più noti). I numeri dell’azienda sono notevoli: nella prima settimana in cui l’app è arrivata sugli store di Google e Apple è stata scaricata più di 2 milioni di volte. L’obiettivo della giovane realtà è di puntare sul mobile.
L’altro elemento che colpisce è che, stando ai dati ripresi da Axios, da febbraio scorso il tempo medio di utilizzo di Character.ai è dalle tre alle cinque volte superiore a quello speso su ChatGPT. Se tuttavia guardiamo al numero di utenti registrati ne hanno il 90% in meno rispetto al gioiello di Sam Altman, su cui Microsoft ha investito 10 miliardi di dollari.
Difficile capire se Character.ai potrà mai impensierire ChatGPT, che per ora compete con altri giganti come Bard di Google. Nel frattempo sappiamo che OpenAI è alla costante ricerca di startup in cui investire per migliorare il proprio prodotto attraverso un fondo specifico. Altman farà come ha fatto Zuckerberg in passato e acquisirà i potenziali competitor invece che sfidarli in campo aperto?