Lorenzo Cappannari, Ceo di AnotheReality, ci ha parlato di un insieme di tecnologie (che ancora non esistono)
L’hype comunicativa creatasi attorno al concetto di metaverso ha pochi precedenti. A inizio 2021 tutti (almeno quelli attivi nella bolla di chi scrive) parevano su Clubhouse. Ma la differenza tra le due situazioni è evidente: il social dell’audio era reale e le persone potevano sperimentarne le caratteristiche. Chi può oggi dire lo stesso sul metaverso? Su StartupItalia abbiamo seguito il dibattito fin dallo scorso anno, quando l’ex gruppo Facebook ha deciso di diventare una metaverse company e mettere da parte il focus sui social network. Da mesi è la buzzword più usata nel mondo tech, un prezzemolo sempre a portata di mano da spolverare su ogni innovazione e proiettarla (davvero?) nel futuro. A volte, dobbiamo ammetterlo, l’effetto comunicativo è bizzarro. Per capirne di più ci siamo rivolti a Lorenzo Cappannari, Ceo di AnotheReality, azienda che accompagna le imprese nella transizione digitale.
Come in un film
«Il metaverso è un insieme di tecnologie che ancora non esistono – ha premesso -. La parola indica un internet tridimensionale, interoperabile. A mio avviso è un paradigma molto vicino a quello rappresentato dal film di Spielberg Ready Player One». Per chi non l’avesse visto (qui trovate il trailer), è ambientato in un futuro distopico, dove la solitudine e le disgrazie della quotidianità vengono come anestetizzate in un mondo virtuale, Oasis, dove le persone vanno e restano grazie al potere della tecnologia. Invitante, vero?
Leggi anche: NFT presto su Instagram: la mossa di Zuckerberg
I mondi del metaverso
Ma queste sono solo suggestioni. La nuova ondata tecnologica prevista da Mark Zuckerberg, il Ceo di Meta, dovrebbe arrivare nel giro del prossimo decennio, quando tecnologie e device potrebbero essere diversi rispetto a quanto offre oggi il mercato. Gli ex visori Oculus (l’azienda acquisita sempre dal gruppo di Menlo Park) sono una porta per il metaverso? Per Cappannari la questione non si deve ridurre al dispositivo. «Il metaverso potrebbe essere rappresentato da mondi virtuali che, invece di essere chiusi, consentono agli utenti di spostarsi da uno all’altro». Ecco un esempio pratico: «Se sei dentro Fortnite, puoi andare su Sandbox. E in questo viaggio mantieni l’identità digitale, il tuo avatar e lo storico degli acquisti online».
Leggi anche: Pico, la startup comprata da ByteDance (TikTok) per entrare nella realtà virtuale
NFT, web3, decentralizzazione
Il valore crescente dei beni digitali, molto spesso associati al settore gaming (pensate a come si possono personalizzare gli avatar con vestiti e oggetti), si potrebbe spiegare anche con il crescente interesse verso l’ambito degli NFT. Instagram, società del gruppo Meta, ha infatti espresso la propria intenzione di aprirsi ai non fungible token. Se mai dovesse succedere non è improbabile a quel punto l’adozione di massa. «Il valore della tecnologia nel metaverso è la smaterializzazione degli oggetti fisici».
Leggi anche: NFT, comprare e vendere cose finora impensabili? Intervista all’esperto
Tutto il dibattito sul metaverso porta in dote anche altri ragionamenti sulle prospettive per internet. Abbiamo già citato gli NFT, ma si potrebbe anche discutere del web3. «Il web3 – ci ha spiegato Cappannari – raggruppa l’infrastruttura blockchain, comprende gli smart contract, gli NFT. Il web 3.0, invece, è l’equivalente del metaverso basato però su infrastrutture decentralizzate». Con le Big Tech che continueranno a proporre soluzioni centralizzate, sta crescendo un dibattito attorno alla necessità di una decentralizzazione per custodire dati, identità, storici degli acquisti. Questo a maggior ragione se il punto di arrivo sarà vivere online in una maniera ancora più immersiva.
Arriva Apple
Metaverso o metaversi, dunque? La questione al momento potrebbe sembrare di lana caprina, ma ci permette anche di scrutare le potenzialità di un’innovazione di cui ancora non sappiamo nulla. «Se intendiamo metaversi come giardinetti in cui le aziende tenteranno di trattenere il cliente, allora sì: ci saranno più metaversi – ha concluso Cappannari -. Ad oggi il riferimento più vicino che abbiamo è quello del gaming e dell’intrattenimento online. Per altri casi d’uso bisognerà aspettare che i dispositivi indossabili come i visori inizino a entrare nella quotidianità delle persone. Apple lancerà presto il suo».