Risorse fondamentale per lanciare sul mercato NEO. In tutto l’azienda ha ricevuto finanziamenti per 125 milioni di dollari. L’obiettivo: affidare alle macchine parte del lavoro
Intelligenza artificiale non significa soltanto software in grado di produrre testi e immagini o effettuare calcoli complessi. Con i robot umanoidi (e non) le Big Tech stanno esplorando un terreno ancora vergine per lanciare sul mercato device sempre più autonomi e, in alcuni casi, sempre più simili agli umani. 1X, startup norvegese fondata nel 2014, ha annunciato la chiusura del round Serie B da 100 milioni di dollari. Al round Serie A, nel marzo 2023, avevano partecipato la società OpenAI di Sam Altman e il fondo Tiger Global. Come spiega 1X il finanziamento contribuirà a produrre il nuovo modello di robot umanoidi su scala commerciale. Non è la prima volta che sul nostro magazine compaiono tecnologie simili.
Nel 2023 Tesla ha svelato quel che può fare Optimus 2, confermando la visione di Musk secondo cui la sua multinazionale non sarebbe impegnata soltanto nell’automotive, ma anche nella robotica. Non è da meno Amazon, il gigante dell’ecommerce che ha introdotto in uno dei suoi stabilimenti americani Digit, il robot sviluppato da una startup e che dà una mano con i pacchi. Forse però il caso più noto è quello di Boston Dynamics, ex startup acquisita anni fa da Hyundai, e che ha maturato un certo know how nel settore. Dal momento che è ancora in corso il CES di Las Vegas ricordiamo che anche l’Italia è attiva in questo verticale.
Tornando a 1X, la società norvegese ha raccolto in tutto 125 milioni di dollari e il suo prossimo robot, NEO, è stato ideato per sopperire alla carenza di manodopera globale. Al momento l’azienda ha in vendita EVE, robot che si muove su due ruote. In un periodo in cui si parla molto di robot e AI che sostituiranno le persone, la visione delle startup sembra decisamente più ibrida: alle macchine saranno affidati i compiti più ripetitivi e rischiosi, lasciando a noi più tempo per concentrarci su altre mansioni più gratificanti e creative. Per quanto riguarda la presenza di OpenAI tra gli investitori, ricordiamo che il Ceo Sam Altman è a sua volta un angel investor da molti anni, avendo imparato a conoscere parecchie startup fin da quando era presidente di Y Combinator, il più importante acceleratore al mondo.