Una coppia di ricercatrici statunitensi è riuscita a produrre latte umano da cellule mammarie fatte crescere in un bioreattore. Una svolta per milioni di mamme
Il latte materno, si sa, è l’alimento perfetto per i neonati. L’allattamento al seno viene consigliato da tutti i pediatri in quanto apporta al bambino tutti gli elementi nutritivi di cui ha bisogno. Inoltre l’evoluzione lo ha disegnato esattamente sulle esigenze del bambino. Si tratta quindi di un alimento che non provoca allergie o intolleranze.
Tuttavia in molti casi le mamme non possono allattare i propri figli. Talvolta si tratta di un problema fisico, molto più spesso di una incompatibilità dell’allattamento con i ritmi di vita lavorativi o sociali.
La soluzione che molti adottano è quella di dare al bambino con il biberon la formula, un latte artificiale contenente proteine di latte vaccino o della soia, arricchito con tutti gli elementi necessari al corretto sviluppo del neonato. Si tratta tuttavia di un latte che non è altrettanto ‘buono’ come quello materno e che non di rado è mal tollerato dall’organismo umano.
Il latte materno prodotto in vitro
Per dare un’alternativa concreta a tutte quelle mamme che vorrebbero alimentare i propri figli con latte materno ma non possono allattare, due ricercatrici statunitensi, Leila Strickland e Michelle Egger, hanno fondato Biomilq. Una startup che attraverso le moderne biotecnologie ha come obiettivo quello di isolare e far crescere in sofisticati bioreattori cellule mammarie (prelevate cioè dal seno di donatrici) e metterle nelle condizioni di produrre latte. Un latte che, si spera, sarà del tutto e per tutto identico a quello materno.
Pochi giorni fa Leila e Michelle hanno annunciato di essere riuscite a produrre lattosio e caseina nel bioreattore in cui stanno ‘allevando’ le cellule umane. Si tratta di un primo importantissimo passo, visto che questi due composti sono alla base del latte umano. Ora dovranno riuscire a produrre tutti gli altri nutrienti e iniziare dei test su animali e, infine, sugli uomini. Alla fine l’obiettivo è quello di rimpiazzare i latti in polvere oggi in commercio con un prodotto del tutto simile al latte materno.
Oltre alle proprie vicende personali, le due ricercatrici sono state ispirate dai lavori del professor Mark Post, di cui vi abbiamo parlato in questo articolo, il pioniere della cultured meat, la carne coltivata in vitro. Un’innovazione che promette di rivoluzionare il modo in cui il cibo viene prodotto e consumato.
Una rivoluzione che negli Stati Uniti è già in corso visto che lo scorso anno è stato lanciato Perfect Day, il primo latte di mucca prodotto non dalle vacche ma da lieviti.