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Cerchiamo sempre gli errori nel codice ma non ci accorgiamo che la gestione della media library potrebbe rappresentare un problema
Se vi sentite un po’ Sherlock Holmes potete indagare, armati di lente di ingrandimento, la complessità della comunicazione di un brand. Potreste scoprire che c’è un’intera filiera che struttura la gestione dei contenuti e che il colpevole, questa volta, non è il maggiordomo, bensì il CMS!
A monte della filiera possiamo trovare strumenti come i DAM (Digital Asset Management) che si occupano di centralizzare in un unico hub tutti i contenuti aziendali. Forniscono un ambiente sicuro ed accessibile ai vari stakeholder secondo diritti prestabiliti. È possibile disegnare flussi di lavoro attorno all’asset digitale, di cui si possono seguire da vicino i processi di creazione e lavorazione.
A valle della filiera vi sono invece strumenti di natura diversa: i CMS (Content Management Systems) ad esempio, che si occupano della pubblicazione dei contenuti a partire dalla strutturazione delle pagine dei siti web.
Ok, tutto bene fin qui. Ma manca uno step. Si avverte sempre di più la necessità di collegare questi due strumenti. Solo così si può ottimizzare e snellire la propria filiera dei contenuti, evitando di perdere tempo (e soldi) in passaggi inutili.
Le differenze tra DAM e CMS
Abbiamo già visto le diverse destinazioni d’uso di DAM e CMS. Ma c’è una falla nel CMS, che è costituita dalla Media Library.
Sappiamo che i contenuti multimediali sono importanti nell’esperienza di un utente, per questo la loro gestione è fondamentale. Un sito privo di immagini e di video ne esce penalizzato, per cui un occhio di riguardo va alla loro presenza in pagina.
Purtroppo, il CMS non può essere un repository efficace di questi asset perché non consente la ricerca per tag e non permette di condividerli e autorizzarli in flussi di lavoro congiunti. I file si trovano in sistemi di file hosting, sul server dei dipendenti o su DAM, non integrati. Ogni volta, prima di servire la risorsa “lavorata” al CMS, la si carica/scarica più di una volta, creando delle copie dello stesso contenuto e perdendo tempo a ripetere tali operazioni.
Il DAM Intelligente è l’anello mancante nella filiera di gestione dei contenuti. Esso, infatti, riesce a integrarsi al CMS e a snellire la pubblicazione dei file caricati nel DAM sui canali di front end fino ad automatizzarla.
Come un tubo, convoglia l’acqua nella direzione da te voluta!
Integrare THRON al proprio CMS
THRON appartiene a questa categoria e integrarlo al CMS (tramite copia del codice di embed in pagina, browser plugin oppure API per progetti enterprise) comporta questi benefici:
- gli asset, classificati automaticamente dal motore semantico con tag che ne descrivono il contenuto sono facilmente recuperabili dal CMS, senza perdere tra l’altro i diritti di accesso assegnati
- il DAM si configura come unico centro da cui distribuire i contenuti, presenti in una sola versione. Grazie alla sua elastic media delivery, gli asset vengono adattati dinamicamente al canale di destinazione sempre nella risoluzione migliore e secondo la banda disponibile.
- In fase di pubblicazione non dobbiamo più preoccuparci del mantenimento di più player: ci pensa l’Universal Player, che consegna (e condivide) qualsiasi tipologia di file su qualsiasi sistema
Ma il vantaggio maggiore è la possibilità di raccogliere, grazie alla Content Intelligence, dati sugli interessi degli utenti dalla fruizione che fanno dei contenuti pubblicati. E lo si può fare anche a partire dalle pagine HTML, che l’AI di THRON ha prontamente classificato.
L’analisi congiunta dei dati delle pagine HTML e dei contenuti multimediali ci restituisce in tempo reale la profondità dell’interesse manifestato dall’utente: non solo gli argomenti generali per cui ha dimostrato una preferenza ma anche il tempo speso e la natura dell’interesse dimostrato nell’approfondire i contenuti multimediali di ogni singola pagina.