È il personaggio più discusso del pianeta. Ha fondato SpaceX per portare l’umanità su Marte. Ha acquisito Twitter per trasformarla in X. Ha lanciato Neuralink per curare malattie neurologiche. Ha una paura sincera di cosa potrebbe farci l’intelligenza artificiale. Buon viaggio nella nuova puntata di “Vite Straordinarie – Ritratti fuori dal comune”
Arrivare prima di altri e fare la differenza. In fondo è questa la ricetta vincente di quegli innovatori che battono sentieri inesplorati per spingersi oltre, realizzando vere e proprio Vite Straordinarie. Certo, ci vogliono competenze specifiche, visione allargata, dedizione estrema, coraggio da vendere e una squadra che poi riesca a tirare la volata. Ma le storie che state per leggere e ascoltare su StartupItalia in questo mese di agosto racchiudono tutto questo e molto di più. Parte la rubrica estiva “Vite Straordinarie – Ritratti fuori dal comune” con le storie di Brian Chesky, Serena Williams, Daniel Ek, Elon Musk, Paul Graham, Sam Altman, Licypriya Kangujam, Maya Gabeira, Samantha Cristoforetti, Masih Alinejad, Jeff Bezos, Malala Yousafzai. Dal 7 agosto ogni lunedì, mercoledì e venerdì come cover story un longform scritto dalla redazione centrale di StartupItalia e con le firme di Alessandro Di Stefano, Chiara Buratti, Gabriella Rocco e Carlo Terzano. Ogni ritratto è accompagnato dalle illustrazioni di Giulio Pompei. E poi c’è un podcast da ascoltare con la voce del direttore editoriale Giampaolo Colletti. Leggi qui sotto la nuova puntata o ascoltala su Spotify. Per saperne di più leggi il pezzo di lancio.
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Da piccolo non era particolarmente socievole, al punto che i medici si erano convinti avesse problemi di udito. L’operazione di adenoidi non dà però i frutti sperati al punto che nella prima adolescenza il ragazzo resta un tipo solitario, vittima di bullismo. Dopo aver fondato diverse aziende, vissuto successi e costruito un’immagine pubblica da vero Iron Man, oggi Elon Musk è uno dei personaggi mediatici più magnetici e discussi a livello mondiale. «Nessuno ha cambiato il mondo lavorando 40 ore a settimana», ha detto una volta. Musk è quella persona che durante una recente intervista alla BBC ha incalzato il giornalista non molto preparato sulla questione Twitter e fake news dicendogli «hai mentito». Musk è quel tipo che molti definirebbero come il villain di un film su 007, un anarco-capitalista che non ha paura di postare e attaccare, uno che ha definito il lockdown una misura fascista. Altrettante persone, con eguale convinzione, pensano invece sia il villain di cui abbiamo urgente bisogno.
L’infanzia in Sudafrica
Ma facciamo un passo indietro. Anzi, più d’uno. Elon Musk ha compiuto 52 anni il 28 giugno 2023. Nasce a Pretoria, in Sudafrica, nel 1971 e vive i primi anni nel drammatico clima dell’apartheid, rimanendone profondamente influenzato. Ha quattro anni quando c’è la rivolta di Soweto, la protesta in cui centinaia di studenti neri vengono uccisi mentre protestano contro i decreti del governo. Musk non vive nulla di tutto questo in prima persona, godendo invece dei privilegi dell’essere bianco in una terra dove vige il razzismo di Stato. «Non era insolito che leggesse per dieci ore al giorno e nel week-end arrivava a leggere due libri al giorno», racconta oggi di lui il fratello Kimbal. Il Signore degli Anelli di Tolkien, tra i suoi preferiti in assoluto, insieme senza dubbio a Guida galattica per autostoppisti di Douglas Adams, di cui una copia è custodita nel cruscotto di un Tesla decollata nel 2018 direzione spazio profondo. Oltre a questa, Elon Musk coltiva anche la passione per la tecnologia.
Nel 1984 la rivista sudafricana PC and Office Technology mette in pagina le 167 linee di codice sorgente di Blastar, il videogioco da lui sviluppato e ambientato guarda caso in un futuro distopico nel quale il gamer deve abbattere astronavi aliene che tentano di distruggere la Terra con bombe a idrogeno. «Mi piacciono molto i videogiochi – avrebbe detto in seguito – ma se anche ne progettassi di bellissimi, che influenza avrei sul mondo? All’epoca non riuscivo a pensare di farne il mio lavoro». Abituato fin da giovane ai viaggi, Musk conosce ben presto il fascino della Silicon Valley e della tecnologia che da lì pulsa ogni giorno. Prima però di atterrare in California, fa tappa in Canada grazie a una nuova legge del Paese che consentiva ai genitori di trasferire la cittadinanza ai figli. Maye, la mamma, gli dà così l’opportunità di cambiare vita. E forse il mondo.
Le prime startup
Musk è un cinquantenne che fiuta prima di molti altri le potenzialità del web. Nel 1995 fonda insieme al fratello Kimbal quella che si sarebbe chiamata Zip2, startup che offriva un servizio oggi indispensabile per noi cittadini digitali, ma che all’epoca veniva visto come poco utile. Perché mai le aziende avrebbero dovuto farsi trovare online? Compaq Computer acquisisce la prima startup di Musk per 307 milioni di dollari. Buona parte di quelle risorse Elon Musk le destina al suo successivo progetto, X.com, pionieristico nel campo dell’online banking. La sede a Palo Alto, in California. Oltre vent’anni fa non c’era ancora nulla di simile, ma l’imprenditore sudafricano non era il solo in quel fazzoletto di terra. Confinity, lanciata da Max Levchin e Peter Thiel, si rivela ben presto un competitor agguerrito, pronto a lanciare un servizio chiamato PayPal. Tuttavia la guerra dura poco perché nel 2000 i due team decidono di dare il via a una fusione: Confinity aveva dalla sua PayPal, un prodotto migliore per inviare e scambiare denaro, ma non aveva la liquidità di X.com e così dopo una stretta di mano la startup di Musk ottiene un finanziamento da Deutsche Bank e Goldman Sachs da 100 milioni di dollari per far decollare il business. PayPal non solo supera lo scoppio della bolla delle dot.com, ma raggiunge un’exit da 1,5 miliardi di dollari, facendosi acquisire da eBay nel 2002.
Dalla vendita di PayPal a eBay, Elon guadagna 180 milioni di dollari netti, risorse che ancora una volta non spende per godersi la vita, ma per creare da zero una nuova impresa. All’inizio del nuovo millennio il trentenne si guarda intorno capendo che nessuno più mirava alle missioni spaziali. Uno dei motivi che ha spinto Musk a lanciare SpaceX deriva dal fatto che sul sito della NASA non si trovava nulla sull’esplorazione di Marte. Nel 2002, a El Segundo, sobborgo di Los Angeles, è stata così data alla luce Space Exploration Technologies tra le mura di un edificio impolverato di 7mila metri quadrati.
Razzi riutilizzabili
In un video si può apprezzare quello che per alcuni oggi è la normalità, ma che per la maggior parte delle persone è ancora fantascienza. Il Falcon 9, un gigante alto quasi 70 metri che pesa oltre 500mila kg alimentato da ossigeno liquido e kerosene, è in grado di decollare e poi lasciarsi cadere dal cielo, controbilanciando il suo stesso immane peso per atterrare delicatamente al suolo. Negli ultimi vent’anni Musk non ha soltanto rivoluzionato il settore aerospaziale, ma anche dato una spinta all’elettrificazione di quello automobilistico. In tantissime sue interviste il Ceo ribadisce che l’automotive è tra gli ambiti più regolamentati, dove è più difficile muoversi e fallire molto facile. Le auto sono un’innovazione relativamente recente. Di nuovo Musk: «Quando Henry Ford ha creato automobili affidabili e a basso costo, la gente ha detto: ‘No, cosa c’è di male in un cavallo?’. È stata una grande scommessa che ha fatto, e ha funzionato». Lui, però, le ha fatte elettriche.
Prima di passare all’ultima venture di Elon Musk – Twitter, o meglio, X.com – non possiamo non citare altre due aziende del miliardario. The Boring Company è stata fondata nel 2016 e il suo obiettivo è risolvere il problema del traffico realizzando una fitta rete di tunnel sotterranei dove le auto potrebbero spostarsi più velocemente. L’azienda ha raccolto nel 2022 un round da 675 milioni di dollari e ha ottenuto approvazioni unanimi a Las Vegas per ampliare il proprio network. Sempre nel 2016 Musk dà vita a Neuralink, una biotech e forse il progetto più visionario che abbia mai lanciato. La società riceve l’approvazione dalla FDA americana per avviare i test sull’uomo dei chip da impiantare nel cervello. L’obiettivo è anzitutto la cura di determinate malattie e patologie invalidanti: curando gli aspetti neurologici l’obiettivo di Neuralink è di migliorare la vita delle persone. L’imprenditore non perde mai l’occasione per dire che con un chip nel cervello l’umanità potrebbe difendersi dallo strapotere dell’intelligenza artificiale.
L’acquisizione più folle di Musk
A fine ottobre 2022 il Ceo di Tesla spicca il volo, comprandosi l’uccellino blu, Twitter, e dando il via a una rivoluzione interna. Licenziamenti di massa, notti passate in ufficio (in base ai suoi racconti) per salvare l’azienda dalla bancarotta, stravolgimento del business con la spunta blu a pagamento e l’algoritmo truccato per spingere i post dello stesso Musk. Poche settimane fa il rebranding: addio Twitter e addio uccellino blu. Benvenuta X.com. Questo è stato finora Elon Musk, l’imprenditore Iron Man, l’uomo che sogna un futuro per l’uomo su altri pianeti e tiene in piedi società da miliardi di dollari gestendo le sue giornate a ritmi inimmaginabili. Una figura che non lascia indifferenti e divide l’opinione pubblica tra fan sfegatati e oppositori spaventati dal suo atteggiamento. Walter Isaacson, biografo di Steve Jobs, è l’autore di un libro in uscita a settembre nel quale è molto probabile emergeranno altri elementi utili per capirne la personalità. Nel frattempo noi su StartupItalia continueremo a seguire quello che, in un modo o nell’altro, è uno dei personaggi più visionari degli ultimi decenni.