Campionessa di atletica under 20 e under 23, ha vestito la maglia azzurra a Mondiali ed Europei. Oggi studia per diventare biologa. Sarà tra gli ospiti di SIOS22 Winter Edition (12-13 dicembre)
I cambiamenti climatici sono un tema di cui governi e organizzazioni sovranazionali si stanno occupando. Alcuni con maggior coraggio, altri con misure ancora inefficaci. La pressione da parte dell’opinione pubblica, soprattutto dei giovani, rappresenta comunque una spinta in più per fare meglio. Chi studia le ricadute del riscaldamento globale sul pianeta e sugli ecosistemi può aiutarci non tanto a semplificare, ma a comprendere la posta in gioco. «Quando ho spiegato l’importanza della biodiversità a mio padre, lui ha fatto un paragone perfetto: è come quando investi e bisogna diversificare il proprio portafoglio. Lo stesso vale per l’energia: se la ricevi da un’unica fonte sei in difficoltà. Così è per la biodiversità». Abbiamo intervistato Sofia Bonicalza, campionessa di atletica under 20 e under 23, e oggi prossima alla carriera da biologa, dopo anni di studio e impegno con organizzazioni ambientaliste. Sarà anche lei tra gli ospiti di SIOS22 Winter Edition (qui il link per i biglietti) in collaborazione con Università Bocconi, in programma a Milano il 12 e il 13 dicembre.
Sono tante le storie di atleti e sportivi che raccolgono grandi risultati in carriera e poi cambiano vita per seguire la propria passione. Di recente vi abbiamo raccontato il percorso di Beatrice Adelizzi, ex campionessa del nuoto sincronizzato nella Nazionale italiana e oggi attiva all’interno di una scaleup francese. Sofia Bonicalza, classe 1998, ancora non sente chiuso il capitolo con l’atletica, ma ha le idee chiare su quel che vuol fare. «Al momento sono in una fase di transizione. Sono sempre stata molto studiosa e il mio obiettivo non è mai cambiato: volevo e voglio lavorare a contatto con gli animali. Lo sport si è messo in mezzo ed è diventato parte integrante della mia vita».
Sul palco di SIOS (qui il link per scoprire l’agenda della due giorni in Bocconi), Sofia Bonicalza parlerà insieme al ricercatore Stefano Pogutz di impatto ambientale in un panel intitolato “Blue Factor”. «Mi sto interessando tantissimo al sistema capitalistico, a come funziona e come andrebbe corretto sulla via della sostenibilità. A SIOS22 penso ci sarà anche l’occasione per imparare». La passione per i grandi mammiferi, l’atleta l’ha sviluppata fin da bambina durante le vacanze in montagna con la famiglia. In parallelo agli studi, lo sport ha significato molto nella sua crescita. «Da cadetta ho vinto il primo titolo nazionale di categoria e poi ho continuato. Ho poi vestito la maglia azzurra ai campionati Europei, ai Mondiali e ai Giochi del Mediterraneo». Se ripensa a quegli anni, corsa e studio richiedevano impegno, ma non erano in contrasto l’una con l’altro.
Leggi anche: Countdown #SIOS22 | Una vita da gamer. Intervista al pro player Riccardo “Reynor” Romiti
«Per quanto mi riguarda tendo a rendere meglio quando faccio più cose. Penso sia possibile portare avanti lo sport e lo studio». Fino a un certo punto, ovviamente, quando le circostanze impongono una scelta di vita. E quel momento per Bonicalza è arrivato nel suo anno d’oro, il 2017. «Ho fatto il record nazionale under 20 sui 200 metri indoor, prima italiana in quella categoria a scendere sotto i 24 secondi al coperto. È stato l’anno dei cambiamenti dal punto di vista sportivo. Tante proposte, a molte delle quali ho detto di no». Non che proseguire con l’atletica non le fosse mai mulinato in testa. «Ci ho pensato, ovviamente, ma ho preferito dare priorità agli studi. Ora sto continuando ad allenarmi e a livello di impegno è lo stesso. Ma mentalmente sono focalizzata su altro».
Leggi anche: Countdown #SIOS22 | L’esperienza come valore e come potere. La nostra intervista a Joe Zadeh, ex VP Product di Airbnb
L’ambiente, appunto. Sofia Bonicalza ha studiato Scienze della vita all’Università di Nizza, in Francia e al momento è vicina al prossimo traguardo. «Sto frequentando un master a distanza all’Università di Edimburgo. Mi occupo della salute della biodiversità». Spesso la chiamano biologa marina proprio per il suo impegno nella tutela della foca monaca, ma vuole tenersi aperta ancora varie strade. «Chissà se inizierò un dottorato di ricerca».
Leggi anche: Countdown #SIOS22 | La testa fa la differenza. Intervista alla mental coach Nicoletta Romanazzi
Oltre all’impegno accademico, ha declinato la sua passione per l’ambiente lanciando un’iniziativa come Plastic Hunt, evento virtuale che prende origine dalla prima edizione fisica organizzata in Sardegna. «Si chiamava “Caccia alla plastica” e l’abbiamo fatta nel 2019 per raccogliere rifiuti all’Isola della Maddalena. È stato talmente bello che avremmo voluto rifarlo negli anni successivi, ma poi è scoppiata la pandemia». L’opportunità di spostarsi sul digitale è stata colta al volo.
«Lo abbiamo reso internazionale: squadre da tutto il mondo ripuliscono le spiagge locali e ci sono anche delle competizioni fotografiche. Ho coinvolto una giuria di fotografi di National Geographic, che valutano vari tipi di scatti: il rifiuto più strano, il prima e il dopo la pulizia, la località più bella». Iniziative che veicolate anche attraverso i social trasmettono messaggi positivi in un web dove non sempre il green viene spiegato con autorevolezza e competenza. «In generale i social hanno troppa importanza nelle nostre vite». Al di là delle fake news, l’altro problema è che non sempre i content creator veicolano al meglio i concetti corretti legati alla sostenibilità. «Bisogna unire le forze. C’è chi è portato allo studio puro e chi è molto bravo a comunicare. Ognuno deve dare il proprio contributo».