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Su 14.000 startup italiane soltanto il 13% vanta una CEO donna e nella PA solo il 35% ricopre posizioni apicali. E’ la conferma di un ecosistema ancora troppo maschile. Ne abbiamo parlato nel nostro evento in Casa Emergency
In Italia, su più di 14.000 startup solo il 13% vanta una CEO donna. E il tasso di occupazione femminile, secondo i numeri ISTAT, è del 51,3%, contro una media europea del 62,7% I dati emersi nella sesta edizione di Unstoppable Women, l’appuntamento di StartupItalia organizzato con Intesa Sanpaolo, non sono molto incoraggianti. Anzi. Perché riflettono un quadro che, più o meno, è sempre lo stesso da anni. E anche per quanto riguarda le pubbliche amministrazioni, le donne al vertice sono solo il 35%. Unstoppable Women è stata un’occasione di confronto e riflessione sull’attuale situazione che ancora vede un gender gap molto accentuato in Italia. All’interno di Casa Emergency, a Milano, si è parlato di medicina di genere, pedagogia, inclusione e opportunità di leadership con diversi ospiti.
StartupItalia ha colto l’occasione per lanciare anche il nuovo corso di Upacademy per la parità di genere nelle aziende e il nuovo Premio Luce! Startup Inclusiva, realizzato in collaborazione con REKEEP, per le startup più inclusive. Inoltre, tutti possono partecipare al nostro sondaggio per analizzare scelte, opportunità e criticità del mondo del lavoro.
Partecipate al nuovo sondaggio 2023 di StartupItalia
Pedagogia e inclusione
Il gender gap nasce, prima di tutto, in tenera età. «Bisogna educare alla parità di genere i bambini sin da piccoli e quello che ancora spesso avviene è che, invece, in casa si distinguono ruoli diversi tra maschi e femmine – spiega Annalisa Falcone, pedagogista e formatrice – Il bambino impara quello che gli insegnano gli adulti e io ho voluto portare un contributo con diversi programmi che tengo nelle scuole. L’obiettivo è quello di orientare e supportare insegnanti e genitori coinvolgendo oltre 2.500 scuole».
E i pregiudizi si confermano centrali nel tema del gender gap. «Dobbiamo insegnare a riconoscere i pregiudizi ed evitare gli stereotipi insegnando ai più piccoli il valore dell’inclusione e l’importanza di saper riconoscere la diversità – ha affermato Cristina Favini, chief designer officer e owner di Logotel – In questo senso, si devono creare ambienti e spazi che favoriscono l’ascolto».
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Parità di genere e medicina
La medicina è un altro settore che ha risentito molto del gender gap. «Fino a poco tempo fa si trattava la medicina soltanto da un punto di vista maschile – ha spiegato Mauro Moreno, direttore sanitario all’ospedale Niguarda – Ma i sintomi delle malattie cambiano in base al genere e sono distinti tra uomini e donne». E secondo quanto emerge dagli ultimi sondaggi, le donne vivono più a lungo degli uomini, ma peggio, e spesso sono coloro che rivestono il ruolo di caregiver in famiglia. «Senza dubbio, la genetica, le abitudini quotidiane e l’ambiente in cui si vive sono fattori determinanti nell’aspettativa di vita – ha spiegato il direttore – E come non parlare del fatto che le condizioni economiche incidono nell’accesso alle cure mediche. Ci vuole un cambio di passo per far sì che la qualità della vita delle donne sia migliore di quella di adesso».
Della stessa opinione è Silvia De Francia, professoressa associata in Farmacologia all’Università di Torino: «In Italia è stato introdotto il concetto di “medicina di genere” soltanto nel 2016, quando all’estero se ne parlava dal ‘91. Oggi sto lavorando alla ricezione di una serie di trattamenti farmacologici sui transgender: un genere che non è ancora stato studiato». E in medicina, secondo quanto affermato dalla professoressa, i dirigenti sanitari under 45 sono per il 68% donne.
Impegno sociale contro il gender gap
Tra gli enti impegnati in progetti a carattere sociale volti ad abbattere il gender gap c’è il Gruppo Intesa Sanpaolo, che ha messo in atto una serie di iniziative. «La nostra Banca promuove con forza l’empowerment femminile e il contrasto alla povertà, che vede nelle donne le categorie più fragili, attraverso l’attuazione di misure che abbiamo messo a sistema – spiega Elisa Zambito Marsala, responsabile Social Development and University Relations di Intesa Sanpaolo – Siamo quotidianamente impegnati in programmi di inclusione di genere e sviluppiamo iniziative di women empowerment, in partnership con associazioni e organizzazioni, per rendere le donne esempi ‘Unstoppable’».
A volte, le esperienze negative di discriminazione di genere servono a maturare e approcciare la vita da un’altra prospettiva, come ha spiegato Paola Mascaro, Marketing & Communications Director di Accenture: «Dopo aver subito un’ingiustizia professionale ho cambiato completamente prospettiva: non ero più quella che doveva essere scelta tra tante ma ho imparato a scegliere io quello che reputavo più giusto per me – e conclude – I numeri sull’inclusione delle donne in Italia sono ancora bassi e il Paese è affetto da problemi cronici ma grazie alla creazione di ecosistemi, progetti e valori, gli ostacoli si possono superare».