Altro che ultimo samurai. Il mercato è davvero affollato di guerrieri armati di katana pronti ad affettare i nemici. Dai tripla A come Ghost of Tsushima ai titoli indie come Samurai Riot: Definitive Edition, il menu è ricco e variegato. Si è aggiunto da poco The Spirit of the Samurai, videogioco targato Digital Mind Games disponibile su Steam. Nei panni di un eroe non così tridimensionale per quanto riguarda la personalità, affrontiamo un viaggio in schermate a scorrimento orizzontale con una grafica in stop motion. Caratteristica intrigante su carta ma rischiosa nella pratica quando si ha a che fare con spadaccini abituati alla velocità e all’eleganza letale nei movimenti.
The Spirit of the Samurai, la recensione
Purtroppo la trama di The Spirit of the Samurai non è all’altezza di altre produzioni. Chi è appassionato di storie medievale giapponese non troverà una lore granché sviluppata, se non magari nei boss e nel bestierio. Quel che invece va evidenziato in positivo del lavoro di sviluppo è la caratterizzazione dei biomi di gioco. Ambientazioni, fondali e atmosfere sono accattivanti, ai limiti del gotico (se non del grottesco).

Il protagonista di The Spirit of the Samurai si chiama Takeshi ed è chiamato a difendere il proprio villaggio da un attacco degli Oki. L’incipit è di quelli già visti e rivisti. Dopo un tutorial non proprio efficace, iniziamo un’avventura che se dal punto di vista grafico ha la sua originalità è nel gameplay che fatica a decollare.

Le schermate 2D non sono poi così soddisfacenti per combattimenti con la katana, ma è l’esperienza complessiva che risulta male eseguita. Citiamo due problemi: movimenti legnosi e fatica nel piazzare il colpo nel punto esatto in cui il nemico ci presta il fianco. The Spirit of the Samurai ha una natura anche platform, in cui dovremo infiltarci, strisciare e saltare.

La varietà ci sarebbe anche su carta: oltre a governare il protagonista c’è la possibilità nel corso dell’avventura di vestire i panni di altre due creature, un gatto e un kodama. Ma nemmeno questo ventaglio consente al titolo di raggiungere la sufficienza. A nostro avviso è stata la scelta dello stop motion ad aver ingarbugliato il videogioco. Le cinematiche, i mostri e gli scenari avrebbero senz’altro meritato un gameplay più fluido. E invece neppure nei salti si ha modo di maneggiare una materia da leggenda come un samurai: la goffaggine e la legnosità dei movimenti regnano sovrane.