A Roma l’idea è stata presto abbandonata. Troppo costosa. A Berlino è appena divenuta realtà
L’idea tedesca di uscire dal pantano spronando i consumi per mezzo di un consistente taglio dell’IVA, una delle imposte più odiate tanto dai consumatori quanto dai commercianti, ha tenuto banco anche in Italia per 3-4 giorni. Rilanciata dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per chiudere forse con il botto gli Stati generali è stata però sommersa dalle critiche (tanto da Bankitalia quanto dal presidente del Parlamento europeo) e presto – pare – abbandonata.
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Del resto, è stato calcolato che in Italia alle casse dello Stato scontarci un solo punto dell’aliquota ordinaria al 22% farebbe venir meno qualcosa come 4,37 miliardi, un punto dell’aliquota al 10% le alleggerirebbe di circa 3 miliardi. L’ipotesi del taglio dell’IVA, per quanto seducente, sembra destinata a restare chiusa in un cassetto. Non in Germania, invece, dove ha appena concluso con successo l’iter parlamentare.
La votazione al Senato
Il pacchetto congiunturale del ministro delle finanze tedesco Olaf Scholz per contrastare gli effetti economici del Coronavirus è stato appena approvato anche dal Bundesrat, la Camera alta tedesca. Via libera definitivo, quindi, alla riduzione dell’IVA per sei mesi, dal 19 al 16% e al bonus per le famiglie che prevede versamenti una tantum di 300 euro per ogni figlio. Si è trattato di una votazione fulminea: il piano era stato approvato in mattinata dal Bundestag.
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Il taglio dell’IVA alla tedesca
Il taglio dell’IVA farà parte di quel pacchetto di misure noto come “Der Wumms”. Ovvero Big Bang. Il piano varato da Angela Merkel è stato soprannominato così dai giornali tedeschi e, vista la portata, pari a 130 miliardi di euro, l’enfasi non è certo fuori luogo. Il Paese, che deve vedersela con la caduta degli ordini all’industria ad aprile del 25,8% (il peggior calo dal gennaio 1991) e del 36,6% su base annua, proverà il rimbalzo con varie misure che vanno da importanti tagli al costo dell’energia elettrica a 50 miliardi per l’econonomia sostenibile, fino ai 25 miliardi di sostegno alle PMI, passando per un bonus di 300 euro per figlio. I costumi verranno incentivati intervenendo con un deciso taglio dell’IVA dal 19% al 16%.