Il più importante fondo americano – già protagonista degli investimenti più significativi in Spotify, Uber e Airbnb – ha deciso di investire nella data company italiana. Su StartupItalia intervista esclusiva a Max Ciociola
È una storia italiana che però parla tutte le lingue del mondo. E in fondo le scrive. Perché Musixmatch, la piattaforma globale più completa per i testi delle canzoni – oggi nel catalogo conta 8 milioni di testi tradotti in oltre 80 lingue – pur nascendo in Italia ha da sempre pensato in grande, e oggi segna un ulteriore punto di svolta: TPG entra nella società, segnando una nuova fase per la creatura nata sotto le Due Torri dall’intuizione geniale di Max Ciociola, fondatore e amministratore delegato. “Abbiamo da sempre scommesso sul talento italiano, anche quando in tanti mi dicevano che questa iniziativa non poteva avere successo nel nostro Paese. Negli ultimi dieci anni il nostro team ha costruito Musixmatch da zero con l’ambizione di rappresentare al meglio cantautori e artisti, consentendo ai loro testi di raggiungere una comunità globale di amanti della musica. Oggi siamo entusiasti di dare il benvenuto a TPG”, afferma Max Ciociola.
La storia e l’ingresso di TPG
Tutto nasce nel 2010 a Bologna con Max Ciociola, Giuseppe Costantino, Gianluca Delli Carri, Francesco Delfino e Loreto Parisi. Tra gli investitori che hanno creduto in questa avventura imprenditoriale ci sono Michele Associati, Paolo Barberis, P101 Ventures e United Ventures. In dodici anni Musixmatch ha assemblato il catalogo di testi più grande del mondo. Oggi fornisce i suoi metadati ai fornitori di servizi digitali, tra cui Amazon Music, Apple Music, Google, Instagram, Spotify e Tidal. Il contenuto è generato e continuamente aggiornato da una comunità globale di oltre 20 milioni di curatori, una sofisticata intelligenza artificiale, una rete di oltre un milione di artisti verificati e un team di specialisti. L’azienda ha rapporti con oltre 100.000 editori musicali in tutto il mondo, tra cui BMG, Kobalt, Sony Music Publishing, Universal Music Publishing e Warner Chappel. “L’investimento strategico permette di dare vita ad una partnership che accelera la fase due”, si legge nella nota diffusa alla stampa. “Lo streaming di musica digitale è diventato la forma predefinita di consumo e continua a registrare una forte crescita. Ammiriamo da tempo l’impressionante lavoro che Max e il suo team hanno costruito e crediamo che l’impareggiabile catalogo di Musixmatch, il motore di sourcing dei testi proprietario e le ampie relazioni con piattaforme di streaming e colossi di IP continueranno a posizionare l’azienda per il successo in questo mercato ampio e in crescita”, ha affermato nella nota stampa Jacqui Hawwa, Business Unit Partner di TPG Growth.
Barberis e Di Camillo, i primi commenti degli investitori
“La straordinaria storia di successo di Musixmatch racconta come il modello di business debba sempre evolvere nel tempo insieme alla società legandosi ai bisogni emergenti degli utenti e come la competenza del team faccia la differenza nel fiutare il mercato e nel fornire risposte rapide. Le dinamiche legate alle data company portano necessariamente ad una crescita esponenziale, quando ci si mette in ascolto del mercato. Grazie al più grande database mondiale di testi e dati sulla musica riesce a dare dei superpoteri alla musica stessa, creando una terza dimensione e raggiunge una profondità mai vista prima e interpretando così la missione che si è data l’azienda sin dall’inizio”, afferma Paolo Barberis, uno dei primi investitori della società.
“Questo ulteriore traguardo di Musixmatch è la conferma di come la via italiana all’innovazione possa fare la differenza nel mondo, capitalizzando idee che si traducono in modelli di business vincenti. Tutto questo sfata quel mito legato all’errata convinzione che imprese di successo nate e cresciute da noi non possano scalare mercati e generare interesse globale. Invece la storia di Musixmatch è la dimostrazione di come capitale umano e tecnologie evolute sviluppate in Italia possano competere su uno scacchiere digitale, oggi ancora di più che in passato interconnesso e mondiale”, afferma Andrea Di Camillo, founder e CEO di P101.
In merito all’ingresso del fondo TPG, Paolo Gesess, Managing Partner di United Ventures ha affermato: “Max e Gianluca sono stati molto bravi, investendo molto nelle persone e sviluppando un prodotto particolarmente efficace. Il lavoro fatto insieme a loro e agli altri membri del board in questi otto anni ha portato Musixmatch, nata con dna bolognese, a rimanere una società di Bologna ma con un reach globale. Questo penso sia un buon segnale per l’ecosistema del Venture Capital italiano: la capacità di far diventare delle aziende italiane, leader globali senza lasciare il nostro Paese.”
L’intervista. “Musixmatch come Ducati e Ferrari”
Max Ciociola, la vostra fase due, citata anche oggi dalla stampa, su cosa sarà incentrata?
Con TPG, il fondo più importante in Silicon Valley, acceleriamo lo sviluppo, puntiamo ad acquisizioni e alla crescita organica. L’obiettivo è consolidare e far crescere i risultati finanziari. Dopo dodici anni è la fase più importante e più eccitante. Da imprenditore è un traguardo incredibile, ma siamo ancora all’inizio del nostro percorso.
La musica è sempre stata ascoltata, con voi si è iniziata a leggere, generando un nuovo tipo di engagement. Quando hai compreso che quell’intuizione iniziale avrebbe fatto la differenza?
Abbiamo di fatto creato un’interfaccia nuova, una UI della musica. Prima ascoltavi la musica con il telefono in tasca e gli auricolari o magari correndo, adesso l’esperienza è “eyes on screen”: guardi lo schermo, salti da una strofa all’altra e la condividi sui social. Soprattutto diamo valore finalmente a chi la musica la scrive, ossia agli autori che remuneriamo. Era un mercato 100% illegale che abbiamo legalizzato assieme all’industria. Le lyrics, mentre ascolti musica, sono la feature più utilizzata in assoluto.
“Oggi l’esperienza è eyes on screen: guardi lo schermo, salti da una strofa all’altra e la condividi sui social. Soprattutto diamo valore finalmente a chi la musica la scrive, ossia gli autori che remuneriamo”
Siete una data company. Cosa conta oggi di più per scalare? Capitale umano, economico, tecnologie o altro ancora?
Il 90% del nostro successo è capitale umano. Siamo tra le realtà che hanno raccolto meno in termini di capitali in Italia. La differenza la fanno i nostri ingegneri e le nostre donne in azienda. Quello che conta è quell’1,3 Kg di cervello. Passione, resilienza e voglia di fare. Non ci siamo mai guardati indietro né abbiamo perso tempo nel guardare ciò che non ci andava del nostro Paese come molti altri. Questo ha fatto la differenza.
“Il 90% del nostro successo è capitale umano. La differenza la fanno i nostri ingegneri e le nostre donne in azienda. Quello che conta è quell’1,3 Kg di cervello. Passione, resilienza e voglia di fare”
Sin dagli esordi avete raccontato l’italianità – e aggiungerei la bolognesità – con orgoglio. In un mondo globale e connesso il talento italiano quanto vale?
Ducati è a Borgo Panigale, la Ferrari a Maranello e questa cosa ha mai fatto la differenza nel mondo? Assolutamente no. È sempre stata solo un’insicurezza tutta italiana della mia generazione quella di non poter riuscire a creare valore da qui e di non essere competitivi. In Ducati e Ferrari la differenza la fanno le tecnologie, gli ingegneri, il design. Musixmatch è come Ducati e Ferrari.
“È sempre stata solo un’insicurezza tutta italiana della mia generazione quella di non poter riuscire a creare valore da qui e di non essere competitivi”
Possiamo dire che rispetto a tanti altri che dall’Italia desideravano andare in Silicon Valley, voi avete portato la Silicon Valley qui?
Il nostro modello di business è sempre stato internazionale, ma con base qui. Adesso poi con la pandemia si sono abbattute tutte le barriere. Il 70% del nostro team è fully remote: non so nemmeno dove siano le persone, ma l’efficienza è incredibile. Anche questo non è ancora compreso come fenomeno soprattutto dalle grandi aziende. Noi abbiamo portato l’eccellenza italiana nel mondo. E TPG, che peraltro aveva anche investito in Ducati nel passato, ha apprezzato questo. Musixmatch è più conosciuta in Silicon Valley che non qui. Bologna però è meglio di Palo Alto.
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