Paolo Murenu, CCIAA Sassari: «Fondamentali le iniziative per la formazione aziendale e la fase di testing dei prototipi. Il nostro compito è accompagnare le imprese nella digital transformation»
La consueta rubrica del giovedì con “Viaggio in Italia” torna in Sardegna, poco dopo la nostra tappa di #SIOS23 Sardinia, per scoprire l’ecosistema che si è creato attorno all’I-Lab di Sassari. Uno spazio virtuale e fisico che permette a imprese innovative e startup di incontrare gli esperti della Camera di Commercio in un confronto sui temi della digitalizzazione, dell’innovazione tecnologica e dello sviluppo organizzativo. Ne abbiamo parlato con Paolo Murenu, rappresentante del comparto commerciale della Camera di Commercio di Sassari, che ha seguito il progetto sin dagli esordi.
Leggi anche: Viaggio in Italia | Press start to play. Al Bologna Game Farm i videogiochi sono una cosa seria
Cosa succede nell’I-Lab
Da giugno dello scorso anno, all’interno dell’I-Lab di Sassari sono stati avviati diversi servizi gratuiti dedicati a imprese, startup e neet. In particolar modo, attraverso una serie di seminari e workshop tenuti dai mentor della Camera di Commercio, con laboratori e percorsi dedicati all’innovazione tecnologica, le startup hanno anche la possibilità di creare in loco – e testare – i propri prototipi, oltre a poter usufruire di aree coworking e piattaforme online. Al termine, gli esperti della Camera di Commercio elaborano una valutazione della maturità digitale dell’azienda e dell’imprenditore. «I percorsi che proponiamo sono volti alla formazione e all’accompagnamento delle imprese nella digital transformation, compresi gli incontri di orientamento one to one – racconta Paolo Murenu – Possiamo dire che, sinora, nei nostri progetti sono stati coinvolti oltre un migliaio di imprenditori e manager».
La mission dell’I-Lab è quella di fare il possibile per colmare il gap della digitalizzazione delle imprese sarde rispetto alla media nazionale. «L’Italia, nel 2022, si è posizionata al 18esimo posto tra le nazioni dell’UE in tema di digitalizzazione delle imprese – afferma Paolo Murenu – E la Sardegna si colloca al di sotto a livello nazionale. Per questo, l’Innovation Lab di Sassari persegue l’obiettivo di diffondere la cultura digitale nelle imprese al fine di colmare questo gap. Lo fa attraverso una serie di incontri grazie ai quali le aziende vengono a conoscenza delle tecnologie disponibili per poter reinventare i processi aziendali nell’ottica della digitalizzazione». Tra i temi affrontati ci sono la robotica, l’intelligenza artificiale, la realtà virtuale e aumentata e i campi più complessi in cui è necessario comprendere i processi aziendali in un’ottica digitale.
Le startup dell’I-Lab
A ottobre 2021 è stato inaugurato il progetto, promosso da Sardegna Ricerche e finanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale, e l’anno successivo, nello stesso periodo, sono iniziati i corsi. Tra i best case di startup che sono passate dall’I-Lab di Sassari si annoverano Milk Brick, che partendo dall’osservazione dei cicli di produzione dei caseifici ha avuto l’idea di rivalutare gli scarti della lavorazione del latte e dei residui liquidi che contengono elementi affini alla lega cementizia. Una soluzione che punta a risolvere anche un problema di risorse idriche avendo brevettato un sistema per la realizzazione di calcestruzzi con le acque residue che contengono la caseina: l’elemento legante nei calcestruzzi. «Da questa idea è nata un’impresa che oggi è ritenuta importante per il mondo dell’edilizia – spiega Paolo – La startup ha creato un tipo di mattone molto resistente da un punto di vista termico che punta a risolvere una serie di problemi nel settore dell’edilizia».
Tra le startup di I-Lab ci sono anche MR8 srl, con sede a Olbia, che si occupa della realizzazione di droni e di progettazione nel settore industriale-spaziale; Green Social Bench, di Sassari, una srl attiva nello studio, progettazione, design e produzione e/o commercializzazione di prototipi di arredo urbano ad alto valore tecnologico; VT SISTEMI, anche questa con sede a Sassari, che si occupa di progettazione, realizzazione e manutenzione di sistemi integrati di sicurezza in settori come quelli delle infrastrutture critiche (aeroporti, produzione energetica, ferrovie, siti governativi, sicurezza municipale, caserme, banche e università. Infine, Unblended, srl sassarese impegnata nello sviluppo di un software per il tracciamento alimentare basato sulla blockchain.
Il mare non è più un limite
La geografia del territorio è un altro elemento centrale che influenza il processo di digitalizzazione delle imprese sassaresi. «La sostenibilità e il digitale consentono di risolvere una serie di criticità che derivano dalla geografia del territorio: i confini del mare, infatti, influiscono sulla produttività delle imprese – spiega Paolo – Ma attraverso la rete digitale, le aziende riescono a fare business senza varcare i confini marini e a riprodurre il proprio sistema in altre parti del mondo». Se, infatti, da un lato il mare è limite per le imprese, soprattutto per quanto riguarda i prodotti fisici, in maniera disintermediata il canale online offre una visibilità che va oltreconfine.
«Si vuole offrire un’opportunità nuova alle imprese che auspico si possa replicare, magari con maggiore intensità, anche al di fuori del territorio sassarese, per coinvolgere ancora più imprese e aspiranti imprenditori – conclude Paolo – Oggi la digitalizzazione comanda su tutto e rappresenta un asset per le imprese. Chi non investe nell’asset, rischia di essere tagliato fuori. Questo vale per tutti i settori, che devono guardare a nuovi sistemi che si interfacciano e si interconnettono».