La recensione di un titolo esplorativo, senza troppi punti di riferimento. Dobbiamo nutrire una magica betulla
Sviluppato da Bryce Bucher, Fatum Betula è disponibile anche su Nintendo Switch, dove ci siamo immersi in un titolo avvolto da una patina di mistero. Realizzato in grafica retro, come se ci trovassimo a bordo di una console degli anni ’90, il videogioco è in prima persona e procede attraverso una sequenza di diversi puzzle da risolvere. L’obiettivo ultimo del nostro protagonista è trovare il cibo per nutrire una betulla magica. Nelle atmosfere essenziali e pixelate che si susseguono l’elemento surreale e, in certi casi, horror fa da filo conduttore all’intera esperienza di gameplay.
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Fatum Betula: un vero prodotto indie
Fatum Betula è un prodotto indie sotto tutti i punti di vista e come tale va giudicato. Il genere di riferimento è quello esplorativo, ricco di enigmi e momenti di analisi. Disponibile in lingua inglese, lo abbiamo testato rimanendo in parte colpiti dalla fedeltà al retro gaming con cui Bryce Bucher ha inteso il lavoro, quasi buttandoci in una macchina del tempo per riassaporare quei gameplay essenziali fatti di corsa, spostamenti e semplice interazione con gli oggetti. Tutti aspetti che, d’altra parte, potrebbero alla lunga stufare.
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La carica enigmatica del titolo si mantiene comunque grazie a incontri con figure surreali e a messaggi che dovremo interpretare lungo il nostro cammino. Le ambientazioni ricreate restituiscono una fredda sensazione di solitudine e assenza di vita. A garantire una certa longevità al titolo ci sono poi i dieci finali a disposizione che potrebbero ingolosire i gamer più curiosi a capire come le cose cambiano in base alle scelte compiute. Infine, alla base di questo titolo c’è se volete anche una riflessione filosofica ed esistenziale, che va a toccare tematiche profonde come il nichilismo, il rapporto con la morte e l’aldilà.