Seguiamo sempre con attenzione le mosse della startup videoludica meneghina 3DClouds, non solo per mero campanilismo, ma anche e soprattutto perché negli anni ci ha regalato davvero alcuni bei titoli, come il recentissimo Trindent’s Tale. Eravamo perciò curiosi di scoprire come se la sarebbe cavata in Formula Legends, racing game dall’aspetto fumettoso ma dalle grandi ambizioni.
Formula Legends sulla griglia di partenza
Potrebbe sembrare un titolo per bimbetti, con quella grafica scarna, quel suo stile da bimbetti e, diciamocelo, un sistema di controllo almeno sulle prime piuttosto scanzonato e arcade che ha la sua massima espressione nel minigame da eseguire velocemente ai box per ridurre la sosta, invece Formula Legends ripercorre 60 anni di campionati – dagli anni ’60 a oggi o quasi – celebrando come si deve alcune competizioni entrate nel mito.

La mancanza delle licenze castra un pochino il carattere enciclopedico del titolo ma in fondo è facile intuire che con la Ferenzo (gioco di parole che abbiamo amato) si faccia riferimento alla Ferrari, con Mc Lauden alla McLaren, con Will Win alla Williams, con Bonton alla Benetton e così via.
Anche i nomi dei piloti sono pensati per strappare più di un sorriso (Ivan Capelli diventa Renato Capellone, il mitico Ayrton Senna Byron Renna) mentre la cura per i dettagli, a tratti maniacale, si riverbera persino nelle livree, con alpaca pronti a prendere il posto dei cammelli usati da un noto marchio di sigarette, per esempio.

A livello ludico tutto ciò significa un intrattenimento eccezionalmente duraturo per un Indie, proprio come già accaduto col titolo piratesco che ci ha rapito il cuore a ridosso dell’estate. Sono davvero tanti gli sbloccabili che gli sviluppatori italiani hanno centellinato qua e là per spingere i gamer a esplorare il gioco in ogni sua formula. Ma l’aspetto che più sorprende è il fatto che, se si disattivano tutti gli aiuti, si scopre un modello di guida capace di regalare più soddisfazioni di tanti giochi blasonati e con licenze ufficiali, anche se l’usura dei componenti e la gestione dei danni e degli impatti è piuttosto prevedibile e dozzinale.

Aspetti che speriamo vengano patchati quanto prima. Specie su Nintendo Switch dove il titolo soffre di un comparto tecnico che pare di molto inferiore rispetto alle altre console e non si comprende il perché dal momento che Formula Legends non è certo un gioco esoso sul fronte grafico. Ovviamente quanto detto vale (ed è ancora più difficilmente perdonabile) per la Switch 2, che dispone di una maggiore potenza di calcolo. Davvero un peccato perché le piattaforme Nintendo difettano sempre di racing game che sappiano barcamenarsi tra il simulativo e l’arcade, dunque il videogioco tricolore si sarebbe potuto instradare, ma in questo caso meglio acquistarlo per console Sony, Microsoft o direttamente via Steam.