Non è la prima volta che la BCE commenta e critica Bitcoin. Nelle scorse ore la presidente della Banca Centrale Europea Christine Lagarde è tornata sull’argomento, precisando un aspetto. «L’opinione del consiglio è che le riserve delle banche centrali debbano essere liquide e sicure e libere da sospetti di riciclaggio di denaro sporco o altre attività illecite, per cui posso affermare che i Bitcoin non entreranno nelle riserve di alcuna banca centrale dell’eurosystem». Di nuovo dunque una porta in faccia alla criptovaluta più famosa.
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I piani di Trump su Bitcoin
Intanto nel mondo diversi soggetti stanno adottando altre strategie. Il presidente USA Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che dà anzitutto avvio a un gruppo di lavoro che si occuperà di valutare la possibilità di aprire riserve strategiche in Bitcoin. Si tratta di una mossa attesa dal tycoon, che nel corso della campagna elettorale aveva promesso di trasformare gli Stati Uniti nella capitale globale delle cripto.
Nei giorni scorsi ha fatto notizia anche il commento di Larry Fink, il Ceo di BlackRock. Dopo aver attivato un ETF legato alla criptovaluta, l’amministratore delegato del colosso finanziario ha previsto che il valore dell’asset digitale potrebbe raggiungere i 700mila dollari.
La posizione della BCE su Bitcoin
Su posizioni opposte è invece la BCE, da anni. Nel 2022 in un post sul sito della Banca Centrale Europea si leggeva del fatto che, secondo Francoforte, l’asset digitale sarebbe destinato alla «irrilevanza». In un altro articolo del 2024 Ulrich Bindseil e Jurgen Schaaf scrivevano: «L’ultima approvazione di un Etf non cambia il fatto che Bitcoin non è adatto come mezzo di pagamento o come investimento». In Italia, infine, ha fatto discutere la dichiarazione del leader di Azione, Carlo Calenda: «Bitcoin è uno schema Ponzi. Tutta quella roba esploderà a un certo punto».