Nel 2021 El Salvador, piccolo Paese del centro America governato da un presidente influencer come Nayib Bukele (in foto), è diventato il primo Stato al mondo in cui Bitcoin fungeva da valuta legale. Ciò ha comportato che la criptovaluta più famosa è stata accettata come forma di pagamento al pari del dollaro (El Salvador non ha una moneta nazionale).
Le cose però non sono andate secondo i piani: da una parte la popolazione ha faticato ad adottare il nuovo sistema di pagamento, dall’altra il Paese è andato vicino alla bancarotta, con un aumento del debito del 52% tra 2019 e 2024. Ma a far calare il sipario sul progetto di Nayib Bukele è stato soprattutto l’intervento del Fondo Monetario Internazionale. Nel frattempo Bitcoin non è più valuta legale.
Cosa è successo a El Salvador con Bitcoin?
Non è un segreto che Bitcoin non abbia grandi sostenitori tra le istituzioni. In Europa, ad esempio, la BCE ribadisce ogni volta le proprie critiche: lo ha fatto nelle scorse settimane di fronte alla proposta di Trump di attivare una riserva strategica USA in cripto, criticando per l’appunto la linea della Casa Bianca. Il Fondo Monetario Internazionale si è reso disponibile a fornire un prestito a El Salvador, pari a 1,4 miliardi di dollari, ma dietro pesanti condizioni riguardanti l’asset digitale.
L’FMI ha infatti imposto come condizioni al prestito la cessazione di acquisti di nuovi Bitcoin e l’interruzione di attività di mining. Va ricordato che, come riferisce il Post, nel 2024 appena l’8% della popolazione dichiarava di utilizzare il portafoglio digitale, Chivo, con cui fare acquisti. Peraltro questo strumento è stato criticato per via di numerosi bug.
Come si legge sulla newsletter Bitcoin Train, il problema è che il presidente Bukele ha continuato ad acquistare nuove cripto, approfittando delle recenti correzioni. Al momento, secondo Reuters, nelle casse statali giacciono oltre 6.100 Bitcoin, pari a 550 milioni di dollari. Se anni fa l’esperimento di El Salvador ha entusiasmato e incuriosito, quanto sta accadendo è secondo alcuni esperti il segnale che l’adozione della cripto non può avvenire attraverso una decisione del potere centrale, essendo l’asset fondamentalmente decentralizzato e concentrato su concetti come privacy e indipendenza finanziaria degli individui.