Vienna traccia il solco: “Ci rifiutiamo di finanziare prestiti non rimborsabili, invece sono necessari investimenti per il futuro, non per coprire i costi dei debiti passati”
Deflagra in serata la bomba del Recovery Fund. Questa volta, a fare da capofila non l’Olanda di Mark Rutte e del suo ministro delle Finanze Wopke Hoekstra, ma l’Austria di Sebastian Kurz e del ministro del Tesoro Gernot Bluemel. Questi ha espresso una posizione insolitamente dura con cui ha fatto intendere che il fondo verrebbe usato per appianare i debiti pubblici dei Paesi mediterranei. Un chiaro riferimento al debito sovrano italiano. Vienna però dice: “Non con i nostri soldi”, creando non solo una divisione politica ma anche una possibile frizione diplomatica.
Gernot Bluemel
Cosa ha detto l’Austria
“Ci rifiutiamo di finanziare prestiti non rimborsabili, invece sono necessari investimenti per il futuro, non per coprire i costi dei debiti passati”. Così il ministro Bluemel, secondo cui la proposta franco-tedesca di trasferimenti ai Paesi più colpiti di 500 miliardi euro sarebbe “una mutualizzazione del debito”. Anche Danimarca, Olanda e Svezia sono in disaccordo con l’idea finalizzata ieri da Emmanuel Macron e da Angela Merkel per il Recovery Fund che non prevede prestiti non rimborsabile bensì trasferimenti agli Stati più colpiti e la restituzione in quota da parte di tutti i 27 o attraverso il bilancio Ue. Lo Stato beneficiario restituirebbe in percentuale in base al suo apporto al bilancio europeo, quindi. Nel caso italiano, potremmo accedere a una cifra attorno agli 80 miliardi restituendone in via diretta almeno 8.
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La Commissione europea blinda il patto franco – tedesco
Nel pomeriggio era intervenuto il numero 2 della Commissione europea Valdis Dombrovskis, rilanciando l’entità del piano siglato tra Merkel e Macron: “Rinforzeremo sia la parte sovvenzioni che la parte prestiti dello strumento per la ripresa dell’economia”, ha detto il vicepresidente della Commissione europea nella conferenza stampa al termine della riunione Ecofin specificando che la Commissione sta discutendo “sul livello di ambizione dello strumento per la ripresa”, si tratta di “aumentare il finanziamento non in termine di centinaia miliardi ma di oltre un migliaio di miliardi, in questo caso parliamo sia di prestiti che di sovvenzioni”.
Valdis Dombrovskis e Paolo Gentiloni
Dopo l’intervento di Vienna è invece intervenuto il commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, blindando il patto: “La trattativa si farà naturalmente sulla proposta della Commissione, che avremo la settimana prossima. Non credo però si possa sottovalutare quello che è successo ieri, cioè un Paese come la Germania che accetta l’idea di 500 miliardi di sovvenzioni attraverso un prestito che la Commissione cercherà sui mercati. Credo che sia una svolta senza precedenti”. Così Gentiloni, intervistato dal Tg3. Anche il membro italiano ha auspicato raddoppi rispetto alle attuali previsioni: “siccome il fondo sarà un mix tra sovvenzioni, crediti agevolati e prestiti di lunga durata, alla fine non saremo molto lontani da quelle cifre di cui abbiamo parlato in queste settimane, attorno al migliaio di miliardi”.
Giuseppe Conte
Telefonate tra Conte e Merkel e Macron
L’attacco dell’Austria è stato probabilmente al centro delle serate serali tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, Angela Merkel ed Emmanuel Macron. Palazzo Chigi in due note comunica: “Il Presidente del Consiglio e la Cancelliera della Repubblica Federale di Germania, Angela Merkel, hanno esaminato stasera in una conversazione telefonica le prospettive del negoziato sul Recovery Fund quale componente fondamentale per una risposta economica europea tempestiva ed efficace alla sfida senza precedenti del Covid-19”. E: “Il Presidente del Consiglio e il Presidente della Repubblica francese, Macron, hanno esaminato in una conversazione telefonica le prospettive del negoziato sul Recovery Fund in direzione di un risultato davvero ambizioso e di una risposta economica europea all’altezza della sfida rappresentata dalla crisi da Covid-19”.