Non c’è solo Microsoft nella corsa alla fusione nucleare, ma anche tante altre aziende e startup. Tra queste, la tedesca Proxima Fusion, che ha incassato un maxi investimento da 130 milioni di euro per costruire il primo impianto dimostrativo entro il 2031 e l’americana Commonwealth Fusion Systems, supportata da Google, che punta a utilizzare magneti superconduttori per confinare il plasma.
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Il piano di Microsoft per la fusione nucleare
Microsoft, dopo un accordo storico con Helion Energy, startup americana specializzata in fusione nucleare, dal 2028 consumerà almeno 50 megawatt di elettricità generata dalla tecnologia di fusione nucleare della stessa startup. L’obiettivo è quello di alimentare mediante energia pulita i propri data center nello Stato di Washington per raggiungere la neutralità carbonica entro la fine del decennio. È il primo contratto al mondo tra una grande azienda e un produttore di energia da fusione. Helion utilizza una configurazione chiamata field-reversed configuration, che comprime il plasma con campi magnetici fino a oltre 100 milioni di gradi Celsius. Tramite un processo detto “di conversione diretta”, l’energia generata viene convertita direttamente in elettricità, evitando il tradizionale ciclo a vapore. Helion è stata finanziata da investitori come Sam Altman (CEO di OpenAI), Peter Thiel e Reid Hoffman per oltre 425 milioni di dollari.
La mappa dei progetti in corso
Una mappa, disponibile su Clean Air task Force riassume i progetti portati avanti da aziende multinazionali e startup classificate per ammontare di investimenti: dai progetti più “piccoli” (così si fa per dire), che hanno incassato sotto i 20 milioni di dollari a quelli da 100 milioni fino a quelli da 500 milioni.

La cartina evidenzia anche dove si trovano i siti di produzione, le iniziative di fusione commerciale e i progetti R&D. Secondo la Fusion Industry Association, a oggi ci sono 53 aziende attive nel settore.