L’indagine di STATION F ha preso in esame gli ecosistemi di Francia, UK, USA, Germania e Israele
Noi di StartupItalia abbiamo già scattato un’istantanea dell’ecosistema startup alle prese con l’emergenza coronavirus e la recessione globale. Ora un’indagine condotta da STATION F, il più grande campus di startup al mondo situato a Parigi, ha reso noti numeri interessanti per il mondo dell’innovazione in cinque paesi – Francia, UK, USA, Germania e Israele – aprendo prospettive non del tutto negative sul futuro dell’occupazione e sul contributo che le startup offrono all’economia reale. Nella ricerca non si parla dell’Italia, è vero, ma i dati confermano l’importanza dell’ecosistema. A rispondere all’indagine non sono state soltanto le startup, ma anche gli investitori di circa cento fondi di Venture Capital. All’esplicita domanda se temessero di dover chiudere l’attività entro fine anno, soltanto il 6% ha risposto di sì.
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Startup: pronte alla tempesta
Se allora il 94% delle startup dei cinque paesi presi in esame pensa di riuscire ad attraversare la tempesta che attende tutta l’economia globale – i numeri dei principali istituti indipendenti non lasciano spazio a interpretazioni: sarà una crisi senza precedenti – ebbene, significa che l’ecosistema dell’innovazione è in generale molto più forte di quanto non si credesse. Al punto che da marzo il 48% delle aziende interpellate ha fatto nuove assunzioni e il 78% ha intenzione di allargare il team entro la fine del 2020. Questo non significa che la crisi non abbia avuto un impatto sul business, tutt’altro: più di nove startup su dieci hanno dichiarato di aver subito colpo dopo lo scoppio della pandemia.
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Proseguendo nell’indagine di STATION F, durante il lockdown il 18% delle startup ha dovuto a reinventarsi una nuova linea di business, esplorando il mercato per non perdere terreno (e fatturato). Le cose, purtroppo, non sono sempre andate bene: il 34% delle startup Serie B ha dovuto licenziare parte del personale. Proprio perché la questione drammatica della crisi occupazionale è cruciale per il presente e il futuro, nell’intervista rilasciata a StartupItalia il ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, aveva indicato la strada scelta dal Governo per investire nell’innovazione, nella ricerca e nelle startup.
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Come uscirne
La resistenza e la resilienza delle startup durante questo periodo di crisi si sono concretizzate non soltanto in nuove idee e nuovi prodotti, ma anche in un inevitabile taglio dei costi. Il 60% ha ridotto le spese su marketing e comunicazione e il 55% sull’HR. La strada per uscire da tutto questo non è però quella di ridimensionarsi o guardare soltanto ai mercati nazionali: secondo l’indagine di STATION F quasi la metà delle startup intervistate non ha infatti intenzione di rinunciare ai piani di internazionalizzazione.