Il MIUR stanzia tre milioni di euro per favorire l’ingresso delle ragazze nelle facoltà scientifiche. Grazie ai fondi ricevuti gli atenei potranno prevedere l’esonero parziale o totale dalle tasse o altre forme di sostegno agli studi
“Non lasciamo la scienza nelle mani dei soli maschi”. E’ l’appello del ministero dell’Istruzione che ha scelto di dare una mano concreta alle ragazze che sceglieranno le facoltà legate ai numeri anziché quelle umanistiche. La ministra Valeria Fedeli nei giorni scorsi ha firmato un decreto per dare più fondi alla mobilità internazionale e maggiori risorse specifiche per incentivare le iscrizioni, soprattutto quelle delle studentesse, ai corsi di laurea di ambito scientifico.
Poche ragazze scelgono facoltà scientifiche
In viale Trastevere hanno deciso di mettere fine a questo gap: secondo i dati a disposizione del Miur, infatti, la percentuale di donne iscritta ad ingegneria si ferma al 21% e ad informatica scende persino al 15%. Attualmente solo un terzo delle studentesse italiane, finito il liceo, si orientano verso le facoltà scientifiche. Il 78,3% degli iscritti alle facoltà umanistiche è di sesso femminile.
Numeri che Francesca Sartori, docente del dipartimento di sociologia e ricerca sociale dell’Università di Trento ha provato a comprendere. Le ragioni sembrano andare alla radice: trovano origine nei modelli culturali diffusi nella famiglia, nella scuola, nei mezzi di comunicazione, nei giochi che vengono proposti alle bambine e ai bambini. Un pezzo importante di questo percorso lo fa la scuola attraverso l’orientamento che non sempre riesce ad indirizzare i nostri ragazzi nella maniera corretta.
Katherine Johnson e la Nasa
Eppure sono tante le figure femminili che hanno cambiato la storia proprio grazie alle loro capacità scientifiche. Una per tutte è Katherine Johnson, matematica, scienziata e fisica afroamericana, che ha calcolato la traiettoria per la missione Apollo 11. Quando nel 1953 entra a far parte del team della Nasa viene affidata ad un gruppo di tecnici di sole donne ma quando un giorno viene chiamata temporaneamente ad aiutare un team tutto maschile, cade ogni barriera sessista: la scienziata diventa un punto di riferimento essenziale. Sarà lei a calcolare la traiettoria per il volo nello spazio del primo americano.
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E quando nel 1962 la Nasa deve fare i calcoli dell’orbita intorno alla terra l’astronauta John Gleen chiede di lei altrimenti si rifiuta di volare. Sessant’anni dopo a dare una mano alle ragazze ci pensa il ministero grazie alla sensibilità per questo tema da parte della Fedeli.
Tre milioni di euro contro il gap
Nello specifico tre milioni di euro sono stati destinati ad incentivare le iscrizioni ai corsi di laurea di ambito scientifico, con specifici incentivi a favore delle studentesse. In particolare, grazie ai fondi ricevuti, gli atenei potranno prevedere l’esonero parziale o totale dalle tasse, potranno erogare contributi aggiuntivi o altre forme di sostegno agli studi. Le Università riceveranno una quota maggiore di risorse (il 20% in più) per le iscrizioni delle studentesse rispetto a quelle degli studenti in modo da incentivare l’interesse delle ragazze per questi corsi. Un passo importante che dovrà essere comunque accompagnato da un diverso approccio fin dalla scuola primaria per queste materie che devono entrare a far parte del bagaglio delle bambine così come dei bambini.