Seeds&Chips 2018, il secondo giorno di Global Food Innovation Summit si apre con il keynote del 68° Segretario di Stato USA John F. Kerry. Temi principali sono stati i cambiamenti climatici e le intese del Cop21, l’accordo di Parigi nel 2015 sul clima, oltre alla preoccupazione per l’annuncio di Trump circa il ritiro dall’accordo nucleare iraniano
Seed&Chips 2018 porta a Milano il 68° Segretario di Stato americano John F. Kerry, che approfitta del Global Food Innovation Summit per lanciare un appello appassionato alle persone e ai governi per tornare ad avere fiducia nella scienza, in modo da intervenire consapevolmente con scelte sostenibile ed economiche sui cambiamenti climatici. Nel suo accorato discorso non mancano tuttavia raccomandazioni affinché il Presidente Trump riveda la sua posizione circa gli accordi di Parigi e il trattato sull’accordo nucleare iraniano.
“Buongiorno a tutti, sono molto contento di trovarmi qui in Italia, grazie”. John F. Kerry inizia il proprio intervento con un saluto in italiano, ricordando la sua visita a Milano ad Expo 2015 insieme a Michelle Obama, ma richiamando anche uno dei più grandi innovatori mai esistito e legato a questa città, Leonardo da Vinci.
Dopo i ringraziamenti a David Thorne, ambasciatore in Italia durante l’amministrazione Obama, Douglas Hickey, Commissario Generale del Padiglione USA ad Expo 2015, e a Marco Gualtieri per aver fondato e portato avanti Seeds&Chips, John Kerry ha sottolineato come il mondo stia cambiando rapidamente e che altrettanto rapidamente le informazioni circolino, ma per questo occorre fare attenzione a separare le opinioni dai fatti, rendendo necessario recuperare la comprensione scientifica minima. Le buone decisioni possono essere prese soltanto se si comprendono i fatti, andando così a ristabilire anche la fiducia nella scienza.
Una persona su nove soffre la fame e 8000 bambini muoiono ogni giorno, ma la risposta non può essere soltanto aumentare la produzione di cibo, perché si rischia di utilizzare le risorse in maniera indiscriminata, come ad esempio avviene con la pesca irregolare, che va a ridurre sempre di più il numero di pesci disponibili. La via da percorrere è aumentare la capacità di conservare il cibo, evitare lo spreco e ottimizzare le riserve alimentari: un terzo del cibo oggi viene buttato via prima ancora di giungere in tavola.
Come ricordato da John Kerry, uno degli impegni del senato americano durante la sua carica è stata la Conferenza sugli Oceani, tenutasi per la prima volta a Washington nel 2014, poi in Cile, e lo scorso anno anche a Malta: è importante aumentare la conoscenza sugli oceani e aumentare la responsabilità sulle scelte per ridurre l’impatto inquinante come la dispersione dello zolfo nelle acque, la penuria di pesci e la distruzione della barriera corallina e le correnti del golfo, che possono incidere in maniera devastante sui Paesi. Il 51% dell’ossigeno arriva dagli oceani, che stanno diventando sempre più acidi, modificando l’habitat e la capacità di riprodursi dei pesci.
Riprendere gli accordi di Parigi
L’accordo di Parigi nel 2015 verteva proprio su queste necessità: negli ultimi anni ci sono stati due uragani distruttivi con venti fino a 180 km/h, Irma e Harvey, con una potenza devastante come non si vedeva in 500 anni, scaraventando in cinque giorni una quantità d’acqua pari alle piogge di un anno. La calotta polare e il permafrost sono in scioglimento, mentre in Siria la siccità dovuta al cambiamento climatico porta più di 1 milione di persone a spostarsi verso Damasco, concorrendo così alle rivolte sociali e alle tensioni.
Secondo Kerry, Il mercato sarà uno dei player fondamentali in questo scenario di cambiamento, soprattutto il mercato energetico: negli ultimi tre anni sono state investiti più capitali nelle risorse rinnovabili che in passato rispetto ai combustibili fossili, e solo lo scorso anno negli Stati Uniti 3/4 dell’elettricità erogata veniva dal solare. 38 Stati negli USA hanno varato una legge per il cambiamento energetico: John Kerry ha sottolineato come l’80% della popolazione americana abbia intrapreso piani volontari in questa direzione quindi “Trump può aver rifiutato Parigi, ma gli Americani si impegnano a mantenere gli obiettivi fissati a Parigi”.
John Kerry ha poi ricordato come l’Europa abbia deciso di muoversi alla fine della Seconda Guerra Mondiale, decidendo di intraprendere accordi di pace e cooperazione che hanno portato i livelli di vita europea tra i più alti nel mondo: è in questa direzione che il mondo politico deve muoversi, senza cedere agli estremisti e alla violenza, ma recuperando il principio di precauzione esattamente come avviene nel mondo del business per fare scelte oculate.
L’incontro con i Teenovator
Nel confronto con i Teenovator, i giovani portati sul palco di Seeds&Chips, la discussione è tornata spesso sulle scelte di Trump: come andare avanti con leader come lui al comando? Secondo John Kerry bisogna avere fiducia nella capacità della mente umana e nell’arrivo sulla scena mondiale di nuove personalità del tipo di Elon Musk, o il prossimo Bill Gates o Leonardo Da Vinci, che sappiano trovare nuove soluzioni. Non bisogna cedere ai timori economici sfruttati dai demagoghi o alla discriminazione, ma pensare a soluzioni nuove: prima della rivoluzione industriale più del 50% dei lavoratori americani erano impiegati in agricoltura, mentre adesso sono circa lo 0,5% e il tasso di disoccupazione è al 3,9%, vuol dire che il lavoro delle persone è impegnato in altre modalità. Bisogna piuttosto ragionare sul comportamento dei 20 paesi che producono la grande maggioranza delle emissioni, ragionare sulle scelte che questi Paesi compiono, perché influiscono sul cambiamento e potrebbero cambiare le sorti se solo lo volessero.
Per Kerry è anche molto importante rimanere nel trattato nucleare con l’Iran: se l’accordo cadrà, l’Iran sarà libero di fare quello che vuole, mandando così in fumo 15 anni di ispezioni e negoziazioni, di sanzioni e di embargo, e sarà difficile poi creare un nuovo tavolo di rinegoziazione. Secondo la visione di Kerry, la via diplomatica deve essere sfruttata al massimo, lasciando il conflitto solo come ultima opzione.