Un giorno il 34enne Will Shu ha notato che pochissimi ristoranti facevano consegne a domicilio a Londra
Potrebbe essere il più importante debutto in Borsa da quasi dieci anni in Gran Bretagna. La valutazione di Deliveroo, gigante del food delivery, è stata stimata in 12 miliardi di dollari e in queste ore si discute di una sua imminente quotazione. Fondata a Londra da Will Shu e Greg Orlowski, l’azienda opera oggi in decine di città italiane e centinaia nel mondo, dove compete con altre società grazie soprattutto al lavoro a agli sforzi quotidiani di migliaia di rider. Negli ultimi tempi il ruolo svolto da questi colossi è stato determinante soprattutto perché, senza le consumazioni sul posto, ristoranti, pizzerie e locali non hanno smesso di vendere i propri prodotti con le consegne a domicilio.
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Deliveroo: le prime corse
Come vi avevamo raccontato in un articolo biografia del suo founder, la prima consegna di Deliveroo è datata 18 febbraio 2013. Oggi l’abitudine del food delivery è ormai consolidata, ma all’epoca Shu, che a 34 anni aveva deciso di trasferirsi a Londra dopo aver maturato un curriculum nel campo finanziario a Wall Street, aveva notato quanti ristoranti ci fossero nella capitale britannica e il fatto che pochissimi offrissero il servizio a domicilio. Da questa basilare analisi su un potenziale bisogno del mercato si è sviluppato un attore cruciale nel campo del consegna dei pasti pronti a domicilio.
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E poi è arrivata Amazon
A credere in Deliveroo c’è stata anche Amazon. Due anni fa la multinazionale guidata da Jeff Bezos aveva investito nell’azienda 575 milioni di dollari (la società arrivava a quell’appuntamento con oltre 1,5 miliardi di dollari già raccolti). Sulla quotazione di Deliveroo si discute da tempo e non è un caso il fatto che l’ipo possa arrivare a un anno di distanza dallo scoppio della pandemia che ha costretto milioni di persone e migliaia di aziende a ripensare al modo di consumare e vendere il cibo. Sullo sfondo di questa operazione finanziaria, restano ancora i nodi sulle condizioni lavorative dei rider. Di recente competitor come Just Eat hanno annunciato un piano di assunzioni. Pressoché tutte le aziende del food delivery, Deliveroo inclusa, hanno però ricevuto negli anni critiche da parte dei rider, delle associazioni e delle procure per via delle scarse tutele dei contratti e del rischio caporalato.