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Le startup che puntano sull’Intelligenza artificiale per migliorare il modo di fare agricoltura, rendendola più produttiva e resiliente, attirano sempre più gli investitori. Secondo PitchBook Data nel 2021 i venture capital hanno investito 1,54 miliardi di dollari, con una crescita dell’8,45% sul 2020.
Gli investitori credono nelle startup innovative che offrono servizi tecnologici al mondo agricolo. In particolare, puntano sulle startup AgTech che lavorano utilizzando Intelligenza Artificiale (AI) e Machine Learning per rendere l’agricoltura più produttiva e resiliente. Nel 2021 i fondi di venture capital hanno riversato sul settore, a livello mondiale, la cifra record di 1,54 miliardi di dollari. I dati sono stati resi noti di recente da PitchBook Data, società americana specializzata nelle analisi di mercato. Nel 2020, sempre secondo lo stesso rapporto, gli investimenti erano stati di 1,42 miliardi, con un aumento quindi del 8,45%, in un solo anno. Il salto è ancora più netto se si pensa che la somma dei capitali investiti nel 2018 e 2019 è di 1,3 miliardi di dollari.
L’AI rende l’agricoltura più sostenibile
Quali sono però i benefici dell’uso dell’Intelligenza Artificiale in agricoltura? Come gli agricoltori possono sfruttare a loro vantaggio questa tecnologia diventando anche più sostenibili? L’esigenza degli imprenditori agricoli è quella di ottimizzare la distribuzione degli input (agrofarmaci, acqua, fertilizzanti), aumentando le rese e minimizzando l’impegno di manodopera. In questo modo si abbassano i costi di produzione per i prodotti agricoli. D’altra parte, nel 2050, la popolazione mondiale avrà superato i 9 miliardi e mezzo di persone e ci sarà bisogno di molto più cibo. La superficie agricola mondiale a disposizione però tende a diminuire. L’utilizzo di tecnologie d’Intelligenza Artificiale, combinate spesso alla robotica, può giocare un ruolo cruciale e rivoluzionare i metodi produttivi in modo che si possa produrre di più, sfamando una popolazione in crescita.
La raccolta e l’utilizzo dei dati di campo, che arrivano per esempio da capannine meteo o da sensori piazzati nel terreno, combinati con quelli a disposizione da satellite e analizzati, servendosi di algoritmi precedentemente sviluppati, possono rendere l’agricoltore più tempestivo nelle decisioni. Le piattaforme che si fondano sull’AI sono in grado di lanciare allerte in modo che si possa prevenire, per esempio, una problematica di attacchi da parte di qualche patogeno. In questo modo non sarà necessario trattare con agrofarmaci o comunque si potrà diminuirne l’uso. I dati, raccolti ed elaborati negli anni, permettono di fare previsioni sull’evoluzione di un raccolto. Correlandoli con il meteo si possono prendere decisioni strategiche, in tempo utile. È sempre grazie all’Intelligenza Artificiale, per fare un altro esempio, che si può raccogliere o irrigare al momento giusto.
Con AI e robotica tutto è più semplice
Anche molti robot agricoli, che iniziano a diffondersi, si basano proprio sull’AI. I robot di mungitura sono già presenti anche nelle stalle italiane mentre ci sono, già in commercio, robot che possono occuparsi di diverse fasi della produzione in campo: lavorare il terreno, diserbare e, addirittura, raccogliere. Proprio l’Intelligenza Artificiale permette a questi robot di riconoscere le malerbe da trattare o di selezionare un lampone maturo al punto giusto per essere raccolto. In quest’ultima operazione è specializzato il robot sviluppato dalla Fieldwork Robotics, spinoff della britannica Università di Plymouth (la foto in pagina si riferisce proprio all’agribot raccoglitore). Anche il mercato degli agribot è in espansione, secondo un altro istituto di ricerca, Markets And Markets, nel 2026 varrà, a livello mondiale 11,9 mld di dollari, quando nel 2021 valeva 4,9 mld di dollari.
AI applicata all’agricoltura, è già realtà
Se da un lato le startup che puntano sull’Intelligenza Artificiale attirano l’attenzione degli investitori, dall’altro aziende come Syngenta credono a tal punto nell’IA da avviare collaborazioni su questo fronte. È ciò che è successo nel 2021 quando la società ha annunciato di essere al lavoro con Insilico Medicine, realtà specializzata proprio nell’uso di AI e Deep Learning, per progettare, sintetizzare e validare nuove sostanze attive. Utilizzando la tecnologia di chimica generativa basata sull’Intelligenza Artificiale di Insilico Medicine, Syngenta punta a progettare nuove molecole per la difesa in agricoltura, che siano più sostenibili per l’ambiente.
E anche in Italia le startup sono attive e lavorano con l’Intelligenza Artificiale. Gli algoritmi sviluppati in anni di ricerca dalla Horticultural Knowledge, nata da una costola dell’Università di Bologna, per esempio, permettono ai frutticoltori di prevedere la distribuzione in classi di pezzatura della frutta. Per ora il sistema è stato sviluppato per mele, pere e kiwi. Sapere in anticipo il tasso di crescita di un frutto dà la possibilità agli agricoltori di cambiare strategia in campo per avere, al momento della raccolta, un diametro maggiore del frutto e aumentare quindi i ricavi. Assieme a Pixofarm è stata poi sviluppata un’App che trasforma le misurazioni in campo in informazioni utili in tempo reale.